Il breviario di lunedì 16 settembre: i miei appunti sul weekend di sport

Via via Passava il tempo lentamente a Monza, dove di solito le macchine vanno veloci. L’Inter si è trovata bloccata nel traffico, dove Nesta aveva piazzato mille uomini rossi. “Via via”, gridava Inzaghi dalla panchina, ma non sembrava troppo convinto. Dicono che l’Inter possegga due squadre , ma la seconda ogni volta non è all’altezza della prima. Entra Taremi e al momento è lì il problema. Chi è Taremi? A cosa serve? Se Taremi continua a svirgolare alto sulla traversa, sarà come un regalo riciclato: un po’ scartato, un po’ rubato, un po’ dimenticato. Spiacevole metafora Il Napoli è in alto, su in classifica, spinto dal furore di Conte, l’uomo in più. Conte si manifesta anche quando non c’è, nella notte dei suoi giocatori. Aleggia nei sogni con il tricolore in mano, oppure negli incubi, gridando la fatica. I suoi calciatori, nel giro di poco diventano soldati impegnati a correre sul fronte per evitare le pallottole. A volte scavano trincee, esausti, a volte ridono scambiandosi la cioccolata, soldati americani sbarcati sotto il Vesuvio. Anche se la guerra è una cosa seria e mi pento di aver usato questa spiacevole metafora. Mezzo e mezzo C’è un giocatore del Milan che sembra sempre distratto, forse perché tutti parlano solo di lui. Si tratta di Leao, il Minotauro del Milan, mezzo uomo e mezzo cavallo . Con le sue lunghe leve galoppa sulla fascia e quando si toglie il paraocchi sterza al centro facendo scampagnate tra gli ostacoli. Ma il mezzo uomo lo tradisce, vittima di un’espressività ingannevole, una Gioconda disegnata sul viso. Cos’è un sorriso o una smorfia di disinteresse? Ancora non si sa, però Leao resta il più forte giocatore del Milan, che sia mezzo cavallo o mezzo uomo. Potrei potrei potrei Potrei parlare della Juventus che si dimentica del gol per la seconda volta consecutiva, con il suo centravanti più statico che sadico. Potrei citare Allegri, come faranno i nostalgici ogni volta che Thiago Motta non vincerà 6-0 una partita. Potrei parlare di una squadra completamente rivoluzionata, dove non si sa chi è stella in mezzo alle stelline, anche se tutto insieme brilla . Potrei potrei potrei, senza le virgole, che invece io concedo all’Empoli, piccola società fatta di nulla a cui non manca il tutto di un pensiero calcistico brillante, la virgola più importante quando si è molto poveri in un mondo di ricchi. Perché? Guardo alla tv il Gewiss Stadium, è tutto scintillante, bellissimo e inclusivo. Vedo l’Atalanta giocare e sembra vecchia rispetto alla nuova casa. Non spinge, non pressa, non ‘discute’, non si anima. La vecchia Atalanta era altra cosa, molto più viva e rapida. Poi in due minuti cambia tutto, e si ribalta il mondo. La Fiorentina cade di fronte all’avversario più forte, nonostante un primo tempo superiore. Perché? Forse per via del fatto che agli alti atalantini, Palladino ha contrapposto i bassi fiorentini. E i primi hanno sovrastato i secondi: attacco elevato contro difesa modica. Bastava guardare gli almanacchi e leggere la statura. Bastava questo. Forse.