Mister Dimarco: il primo giocatore-vice allenatore

Il giaccone alla Fascetti, le urla alla Cosmi, la gestualità alla Simone Inzaghi. Signori e signore, ecco a voi... mister Federico Dimarco, il primo giocatore-vice allenatore della storia. Con tutto il rispetto per un ottimo vice come Farris e per tutti i collaboratori tecnici, si puó serenamente dire che Dimarco è entrato nello staff. Scherzi a parte, non è la prima volta che accade: Dimarco viene sostituito e invece che restare tranquillo in panchina, partecipa attivamente incitando e chiamando i compagni. Come se fosse un allenatore in second…ehm in terza. A Udine però il siparietto è stato anche più simpatico delle altre volte. Dimarco stava uscendo dal campo dopo la solita ottima prestazione di questo periodo con assist e dopo un grande salvataggio in difesa. Saluta i tifosi. Si accomoda in panchina ma si vede che è frenetico. Vuole partecipare ancora. Aiuta lo staff nel dare indicazioni. Si sgola. A quel punto Inzaghi capisce di poter sfruttare l’aiuto e gli fa cenno proprio di alzarsi e di parlare ai colleghi. Dimash, come viene chiamato, non ci pensa due volte. Si alza e si piazza al limite dell’area tecnica. “Tornate! Attenti!”. Si mette proprio di fianco al suo allenatore. Con il giaccone aperto, i pantaloncini e il tatuaggio di Milano in bella mostra. A un certo punto Inzaghi rimane rapito dall’energia del suo laterale e si siede pure, lasciando solo Dimarco sul ponte di comando. Sembra una scena del futuro. Mister Dimash ha la grinta giusta. Aiuta ma soprattutto trasmette una carica eccezionale, cosa che era un po’ mancata a tutta la squadra nel derby. Dopo un po’ Inzaghi si rialza e Dimarco si va a sedere ma non si accomoda sui seggiolini in seconda fila ma direttamente su quello del mister. Non è la prima volta che si vede questo tipo di atteggiamento da parte dell’esterno. Lo si è visto fare così anche contro l’Atletico Madrid in Champions League o col Benfica. Ma nelle partite più sentite vi capiterà spesso di vedere Dimarco scatenato in panchina nel finale per poi esplodere ed entrare in campo al triplice fischio. È una sua prerogativa. Sente troppo i match, tiene troppo alla sua Inter, lui che è cresciuto andando allo stadio con papà e zio prima di entrare a Interello e fare tutta la trafila nel settore giovanile. Dimarco ha l’Inter tatuata. Per questo non è un normale giocatore. È anche tifoso, speaker, vice allenatore. Insomma persone come lui sono l’anima di un club. Motivatore. Nel film sullo scudetto della seconda stella rimane impressa la scena ripresa negli spogliatoi prima del derby del 22 aprile in cui i nerazzurri conquistarono il tricolore. Dimarco fa vedere ai compagni le immagini del campionato perso due anni prima, con le feste rossonere, prende la parola e carica la squadra. “Oggi sta a noi, oggi dobbiamo scrivere la storia!”. Insieme a lui anche Capitan Lautaro alza la voce e la tensione. Questo è il vantaggio di avere in rosa calciatori con senso di appartenenza. In particolare gli italiani. Barella, Bastoni, Darmian. Gente che sente le sensazioni, annusa l’atmosfera e la trasferisce a tutto il gruppo. E così anche gli stranieri si allineano. Segreto. E qui arriviamo a un aneddoto mai svelato che racconta tanto del background e della storia di Dimarco. Dopo la vittoria dello scudetto tanti calciatori con generosità hanno deciso di fare un regalo ai compagni. Sono bei gesti che raccontano la bontà del clima che si respira nello spogliatoio tra allenatore, staff e giocatori. Tanto di questo spirito si deve proprio al lavoro e all’atteggiamento di Inzaghi e dei suoi collaboratori. Fin dal suo arrivo Simone ha provato a instaurare un rapporto di serena collaborazione con tutti cercando sempre di andare incontro, per quanto possibile, alle richieste e alle esigenze di tutti. Detto questo arriviamo all’aneddoto che sveliamo su Sky Sport Insider. Negli uffici di via della Liberazione si narra di come Dimarco tenesse particolarmente al suo primo scudetto. Lo ha inseguito fin da bambino e voleva celebrarlo in un modo unico. Per festeggiare insieme a tutti, ma proprio tutti, ha deciso di fare un regalo a ciascun dipendente dell’Inter. Un pensiero uguale per ognuno. Centinaia di persone hanno così ricevuto un gadget firmato Federico Dimarco. Quelli di Appiano, quelli in sede, quelli del settore giovanile, i collaboratori…tutti! Così ha voluto condividere con tutto il mondo interista, nessuno escluso, una gioia attesa per anni. Ecco spiegato l’attaccamento. Arriva da lontano. E per questo il numero 32 non sarà mai solo un giocatore. Non stupitevi allora se tra qualche anno in futuro, magari nel 2040, vi capiterà di leggere un comunicato. Fc Internazionale comunica di aver ingaggiato Federico Dimarco come allenatore della prima squadra. Bentornato Mister!