Frattesi, lo spartano è tornato

Lo spartano è tornato. Sì proprio così, Davide Frattesi come un soldato spartano, però con accento romano e istinto killer. Fisico, forza, aggressività e zero paura. La prima doppietta segnata in Serie A a Empoli ne esalta il senso del gol, la posizione, la lucidità, le doti tecniche ma anche la resilienza. “Frattesi non è e mai sarà un problema”, ha dichiarato lui a fine partita in conferenza stampa riguardo al fatto che potrebbe giocare con più continuità. Non lo scalfisce niente, neanche la panchina. Proprio come un vero soldato di Sparta. A proposito, ve la ricordate la Nazionale italiana Under 20 con Paolo Nicolato ct che arrivò a un passo dal vincere il mondiale U20 nel 2019 e poi concluse quarta dopo un’eliminazione a dir poco discutibile in semifinale contro l’Ucraina ? Ecco in quella squadra un piccolo Frattesi agiva come una scheggia impazzita. Era più piccolo, meno muscoloso di ora, ma aveva lo stesso ciuffo biondo, la stessa sfrontatezza e identica capacità di inserimento. Segnava già tanto. Di testa, in mischia, da fuori. Come a Empoli. Ma anche come nelle sue squadre precedenti a Monza, a Sassuolo e ora all’Inter. Ovunque sempre a segno. Al telefono con... Per capirne di più però chiediamo l’aiuto da casa e chiamiamo proprio Paolo Nicolato, che ora allena la Nazionale della Lettonia. Lui ha avuto una parte importante nel viaggio di Frattesi ma anche di tanti altri giovani. Nella Serie A attuale o comunque tra i professionisti troviamo quasi tutti gli spartani di quel mondiale Under20. In porta c’erano Carnesecchi e Plizzari. In difesa Bellanova, Ranieri, Delprato , Pellegrini, Buongiorno, Candela, Tripaldelli. A centrocampo Frattesi, Salvatore Esposito, Colpani. In attacco Pinamonti e Scamacca. Più altri come Olivieri, Gori e Capone. Loro erano gli spartani e la loro guida era 'Leonida' Nicolato, con cui scambiamo un botta e risposta telefonico. Nicolato buongiorno. Come nacque l’esultanza da spartani? “Buongiorno. Devo dire che nasce quando ho vinto lo scudetto con la primavera del Chievo nel 2014, nasce per gioco nello spogliatoio e così è sempre rimasto, anche in Nazionale”. Com’era Frattesi da giovanissimo? “Davide era esattamente come lo vedete adesso: forte, sveglio e pieno di energia positiva”. Aveva intuito sarebbe diventato così forte? “Era facile intuirlo...” Cosa ha in comune con uno spartano? “Coraggio e spirito d'iniziativa, più un pizzico di sana follia”. Cosa consiglierebbe a lui per resistere quando magari non parte titolare? “La ricetta è semplice. Lavoro e pazienza, è solo questione di tempo... ma non gli servono i miei consigli”. Cosa prova a vedere tanti dei suoi spartani così bene indirizzati ? “Sono ragazzi che mi hanno regalato emozioni indimenticabili e continuano a farlo”. Quanto è stato importante per tutti loro avere la Nazionale come percorso di sviluppo? “La Nazionale si confronta con i valori del calcio internazionale, se ci stai lì ci stai dappertutto”. Modestia a parte cosa ha dato loro visto che la sua Nazionale ne ha sfornati così tanti? “Non lo so, dovresti chiederlo a loro. Da parte mia gli ho dato tutto quello che potevo”. Due nomi: uno che si aspettava a questi livelli e uno che l’ha sorpreso? “In Nazionale ora ce ne sono molti, certamente l'evoluzione di Calafiori è stata incredibile e gli vanno fatti molti complimenti. Per gli altri ero tranquillo”. Come va in Lettonia e quando la vedremo in Italia con nuovi spartani? “Va molto bene, è una bella sfida...per il futuro vedremo, il calcio per me è presente”. Le statistiche Torniamoci, allora, al presente e ai numeri. Con la doppietta di Empoli i gol stagionali di Frattesi diventano 3 in 664 minuti, di cui 540 in Serie A. L’anno scorso furono 8 le reti, 1555 i minuti totali, di cui 935 in Serie A. In tutto il campionato partì titolare 6 volte, ora è già a 4 e a Roma, complice l’infortunio di Calhanoglu, ha giocato 78 minuti. Tradotto: a breve il suo utilizzo sarà già superiore rispetto alla passata stagione. Di questo ha parlato in conferenza al termine della sfida del Castellani: “Anche quando non giocavo il mister mi faceva sentire importante, ho sempre avvertito la fiducia e per questo non è mai stato un problema”. Già, perché nonostante un utilizzo risicato, Frattesi è riuscito a determinare lo stesso. Con i gol scudetto contro Verona e Udinese, e con innesti sempre importanti. O con la rete nel derby del 5-1. La sua caratteristica è il furore. E come dice lui: “Sono intelligente e capisco che ci sono centrocampisti forti e si può restare fuori. Siamo tanti e a chi tocca non se ingrugna”. Eccolo qua, lo spartano con accento romano che gioca nell’Inter di Milano.

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