Errori e orrori a Verona: è una Roma in ginocchio

Il povero algoritmo quale dati dovrà analizzare per provare a risolvere il caso Roma? Come riuscirà a districarsi tra errori e orrori perfettamente mixati e ribaditi in novanta minuti a Verona buoni a confermare una situazione infernale? Il primo orrore è di Zalewski nello sciagurato passaggio che regala il vantaggio al Verona. Almeno il giovane esterno avrà successivamente la solidità emotiva sufficiente a ripartire fino a diventare la più credibile fonte di gioco. Assist per Soulé e mille palloni riversati in area di rigore partendo sempre in uno contro uno dalla fascia sinistra. La partita di Zalewski finisce con l’errore di Juric che lo toglie al 21’ del secondo tempo privandosi di una spinta continua portatrice di idee e spunti. In una partita da provare a vincere sarebbe forse stato più produttivo mettere El Shaarawy a destra al posto di Celik per cominciare a costruire su tutte e due le fasce. Anche l’arbitro non è esente da errore. Mercenaro non vede una serie di azioni scorrette nel secondo gol del Verona. Svilar viene ostacolato da Kastanos con una chiara situazione di ostruzione nell’area piccola. Non è consentito e crea un precedente. Da adesso in poi sarà possibile entrare in contatto col portiere in situazioni analoghe? C’è anche un movimento non congruo dell’autore del gol, Magnani, con il quale va a colpire Ndicka con una gomitata. Sbagliano in tanti a Verona. Errori ne commette di continuo la Roma nelle letture difensive. Quello del Verona è un calcio essenziale ma non imprevedibile. I ragazzi di Zanetti vanno immediatamente in verticale appena riconquistano il pallone. Ma la Roma è lenta a compattarsi, riaggredisce con pochi uomini. La fase difensiva pigra riesce ad esaltare l’idea del Verona di andare di corsa verso la porta avversaria. Accade anche in occasione del gol del 3-2. L’opposizione è molle, l’episodio molto grave. Ma l’orrore più grande è la stagione della Roma finora. Un comunicato surreale della proprietà spiegava l’allontanamento di Daniele De Rossi dopo quattro giornate con la volontà di vincere trofei già da quest’anno. Come se il giovane allenatore fosse l’ostacolo a questo traguardo e come se tutto questo diventasse invece possibile con un sostituto da sempre abituato a giocare per altri obiettivi. L’orrore rimane una programmazione schizofrenica di una proprietà non in grado finora di costruire una struttura in grado di disegnare un credibile progetto sportivo. Mourinho, De Rossi, Juric, tre uomini di calcio circondati dal nulla. Iniziare a costruire qualcosa intorno all’allenatore sarebbe forse la prima condizione per salvare una stagione di orrori ed errori portati avanti con una continuità impressionante, una stagione nata male e proseguita peggio. Non vorremmo trovarci nei panni del povero algoritmo, dare un senso logico a questo momento della Roma potrebbe rivelarsi un compito piuttosto arduo anche per un soggetto pieno di utili informazioni come lui.