Juventus, perché Weah fa più gol: l'evoluzione del ruolo

Per capire come Timothy Weah sia arrivato alla Juventus, bisogna fare un salto indietro di un po’ prima rispetto a un mercato e mezzo fa. Siamo verso la fine della stagione 2022/2023, quando i bianconeri e l’agente di Cuadrado stavano discutendo del futuro del colombiano arrivato alla sua ottava stagione. Già l’anno precedente era scattata l’opzione di prolungamento per una stagione e ora, arrivato a scadenza, bisognava di nuovo fare il punto. Ma la Juve stava per vivere una fase di profondi cambiamenti: Giuntoli era in arrivo e si voleva cominciare a ricostruire ringiovanendo la rosa e rivedendo i costi. In panchina sarebbe rimasto sempre Allegri, che non si era opposto a un addio dell’allora trentaquattrenne ma che aveva chiesto un giocatore dalle caratteristiche simili. O praticamente uguali. E così la ricerca era partita, e i primi contatti allacciati. Ma serviva fare in fretta soprattutto per non sforare sul budget, visto che i conti erano tenuti sotto stretto controllo. E con una dirigenza in procinto di cambiare, serviva una spinta… tecnologica. Eccolo l’algoritmo. Sempre lui. I lettori di Sky Sport Insider se lo ricorderanno, ma se si fanno partire le simulazioni in relazione alla stagione 2022/2023 con programmi diversi emerge un dato interessante. In una shortlist di 5 nomi per sostituire Cuadrado in base alle sue caratteristiche continua a rientrare il figlio di un giocatore che la Serie A ha conosciuto bene, di nazionalità americana ma con passaporto francese, alla sua quarta stagione nel Lille. I dati, è pura rilevazione statistica, non mentono mai. Ma poi ci sono le sensazioni sul campo. E dopo un’attenta valutazione, era arrivato l’ok per trattarlo: i primi contatti sono stati avviati a inizio giugno, il 26 il giocatore era in Italia e il 1 luglio era arrivata l’ufficialità. Operazione a titolo definitivo a circa 11 milioni di euro: un investimento comunque importante per un ventitreenne chiamato a un definitivo salto di qualità. Che l’anno scorso si è visto meno del previsto: 35 partite complessive, due assist, un gol in Champions League. E come è possibile allora che sia già arrivato a 4 reti in campionato quest’anno? Visto che di algoritmi si parla, ci vengono incontro i numeri di Soccerment. Guardate questa Spiderchart. Una premessa doverosa: le rilevazioni hanno imposto un cambio di ruolo, che è poi quanto avvenuto nella realtà. Si è passati dal Wide Creator , al One-to-one explorer . Non proprio una cosa da poco. Ecco, partendo da qui sembra che il giocatore abbia tratto giovamento ben oltre le aspettative: il valore dell’expected Gol è alto , ma è ancora più alto quello dell’xGol medio per tiro. Un parametro di questo tipo si ottiene di solito quando il giocatore ha la possibilità di calciare da posizione agevole. E questo avviene quando lo stesso giocatore ha la capacità, l’intelligenza, la reattività di compiere il movimento giusto al momento giusto. Basti avere negli occhi il gol del derby per capirlo. Ma volete sapere una cosa? Un parametro come questo fa invidia anche ai più grandi attaccanti del mondo: uno come Haaland, per esempio, è sotto a 0.20. E fa ancora più impressione notare come siano simili, invece, gli altri dati in relazione allo scorso anno. Perché? La differenza sostanziale è questa: rispetto all’anno scorso, Weah segna ‘solo’ di più. Il che vuol dire che si posiziona meglio in campo o che viene posizionato in maniera più congeniale dal suo nuovo allenatore. E questo al di là dei numeri, lo dicono le sensazioni: il gol porta fiducia, e il giocatore sembra averne tanta dalla sua parte, alla ricerca di quel salto di qualità di cui si parlava sopra. I numeri dicono che non sia ancora arrivato. Ma le esultanze che ha portato in dote ai suoi tifosi, dicono anche che ci si sta avvicinando.

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