Serie A, tutte le difficoltà di questo calciomercato

Il mercato di gennaio è un mercato complicato, difficile, particolare. Prima si deve pensare all’emergenza, poi all’esigenza. E non è detto che anche le emergenze possano essere risolte in breve tempo. Basta guardare quello che è successo finora in Serie A. Erano tante le squadre che hanno bisogno di fare mercato. Dal Napoli primo in classifica fino a chi sta lottando per non retrocedere. E basta guardare le operazioni che finora sono state concluse. La squadra che - finora - ha speso di più è il Como , poi la Juventus e Parma . Le altre squadre che hanno messo mani al portafogli sono Roma , Genoa , Venezia . Fine. Finora in Italia sono stati ufficializzati 33 trasferimenti. 18 in prestito e 15 a titolo definitivo . La spesa complessiva di tutte le squadre di Serie A, prestiti compresi quindi, ammonta a circa 77 milioni di euro , di cui poco più di 11 per i prestiti e 65 per i trasferimenti a titolo definitivo. E c’è un altro dato che testimonia la difficoltà del mercato di gennaio. Le squadre che finora non hanno fatto neanche un’operazione sono 6 e alcune di queste sono ancora più che attive sul mercato. Ci sono molte squadre che finora hanno ufficializzato un solo acquisto e di queste soltanto un paio hanno acquistato un titolare. Insomma è come se il mercato dovesse ancora entrare nel vivo pur mancando una sola settimana, neanche. C’è il forte rischio che non tutte riescano a chiudere come avevano previsto. Il Napoli che ha i soldi per andare a chiudere l’erede di Kvara si trova di fronte alla difficoltà più grande di questo mercato invernale: i giocatori importanti o costano di più o non vogliono muoversi a gennaio. E il club quindi deve agire con intelligenza e lucidità senza lasciarsi prendere la mano e dover per forza chiudere trattative solo perché c’è un esigenza dettata dal numero di giocatori a disposizione di Conte. O della posizione di classifica che obiettivamente rappresenta un sogno da coltivare. La Juventus che dopo aver cercato il grande colpo in difesa preferisce rimandare l’investimento e quindi ora sta cercando un altro giocatore in prestito. Ma non è facile trovarlo ad altezza Juve e soprattutto a determinate condizioni. Ma lo stesso discorso vale per le cessioni: prendete il Manchester City, la squadra più ricca d’Europa che ha già investito una marea di soldi in questo mercato che chiede alla Juventus Douglas Luiz in prestito. Oggi chi ha il giocatore ti dice che non lo vende per - come minimo - tenere alto il prezzo. È quello che sta riscontrando il Milan per Gimenez del Feyenoord tanto per fare un altro esempio. L’offerta finora presentata non basta per smuovere gli olandesi e il Milan continuerà ad insistere. E magari si troverà di fronte a un’altra porta chiusa come è successo per altre trattative . Non a caso è il Como quella più attiva: hanno soldi da spendere e ambizione. Vogliono approfittare di ogni sessione di mercato per continuare a far crescere la squadra a livello tecnico e continuare a portare il nome del Como sempre più in alto, per renderlo appetibile. Ci aspettiamo molto però da questa ultima settimana. Ci aspettiamo : l’esterno a sinistra del Napoli, l’attaccante del Milan, il difensore della Juve, l’attaccante del Torino, un paio di colpi della Fiorentina , le mosse di Verona e Empoli per puntellare la squadra, il centrocampista della Lazio, l’attaccante del Venezia, quello della Roma . Sono soltanto i primi che ci vengono in mente e quelli che finora sono stati monitorati da tutti i giornalisti di calciomercato. Poi ci sono le famose opportunità da sfruttare, i tentativi dell’ultima ora. Il mercato di gennaio è difficile, complicato e diverso. I giocatori costano di più, si cercano di rivitalizzare quelli che si stanno trovando male. Ci sono prestiti, spesso senza riscatto, per cercare di raggiungere l’obiettivo. Ma non per questo è meno vivace. Anzi è stato uno dei più vivaci degli ultimi anni. Proprio perché difficile, proprio perché i molti lo hanno preso come effettiva riparazione. Per cui rimanete con noi: ci divertiremo ancora. Per almeno una settimana.

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