Una settimana da Conte

C’è una squadra in allarme e un uomo al quale piacciono le sirene che squillano. Antonio Conte è nella sua settimana ideale, la tensione sale per fatti concreti, per una partita più semplice delle altre e forse per questo sottratta dalla solita maniacale attenzione. Così l’Inter è lì, vicinissima, dove dev’essere per riempire la settimana del Napoli del comando ineludibile: lavoro, lavoro. E del pensiero fisso: vincere, vincere. Il messaggio di Conte non può subire la corruzione della maniera, o la vuota ripetitività della posa; arriverà diretto, impresso nel pensiero dei 15 uomini che devono finire il campionato nella medesima distanza di questi giorni, perché il Napoli è primo, questo è successo in 36 partite e questo conta. Ci sarebbe piaciuto essere quell’uccellino di certi racconti, che assiste senza farsi notare per essere nello spogliatoio del Napoli a Castel Volturno nei minuti in cui i giocatori sono tornati, martedì nel primo allenamento dopo il pareggio con il Genoa. In quella composizione familiare, quel ritrovo dopo la brutta notizia. Per vedere con quale volto Conte li abbia accolti, con quali occhi abbia svelato e dato profondità alle successive parole, e con quali vocaboli li abbia proiettati nella settimana nuova, nella settimana decisiva e definitiva di dieci mesi vissuti intensamente e insieme. Lo conosciamo, Conte è una cerniera che scorre sospesa fra ogni possibilità, il suo discorso ha bisogno di essere contrastato fra le opposte possibilità, mezzo aperto e mezzo chiuso, ogni gradazione del possibile è colorata delle tinte nette, entrambe: chiare e scure . L’ambiente deve soffrire questa incertezza perché solo il lavoro può redimere, e realizzare. Quest’agguato perpetuo alla tranquillità è la trama di questo romanzo che ormai rileggiamo per l’ennesima volta ma sempre funziona. Sempre si arricchisce di sfumature - questa volte significative come il cambio modulo, lasciare quel porto sicuro della difesa a 3 per mettere il Napoli 4-3-3, acconciandosi meglio ai giocatori più forti. Caricando sempre sui toni, sul lavoro, sulla concentrazione, sul dettaglio, viene fuori un’apologia distorta del metodo Conte che trascura invece la parte erudita, aggiornata, pensosa perché sa ridurla alla semplicità, alla scarnificazione: segnare, difendere. Riuscire a vincere le partite con le nozioni base è l’evidenza di un grande lavoro, questo sfugge all’analisi superficiale, alla crosta. La semplicità nel calcio è sempre un prodotto della complessità, dell’esercizio più allenato e ripetuto. Ma non siamo quell’uccellino, non abbiamo visto né ascoltato quelle parole, e siamo davvero curiosi di sentirle - aggiustate dalla necessità del dopo, per provare a spogliarle della messinscena e scoprire quale sia stata la scelta: Conte avrà alleggerito la settimana più ansiosa della stagione? Conte avrà sovraccaricato per arrivare al massimo del serbatoio , sapendo poi - da maestro - scaricare in campo, nella direzione giusta, ogni energia? Conte avrà impostato la settimana classica, scandita dai tempi canonici della settimana intera di lavoro, con il dosaggi consueto di allenamento fisico, tattica, studio dell’avversario, in proporzioni crescenti allo scorrere dei giorni verso Parma? Spesso, riordinarsi nella normalità è il modo di superare una delusione inattesa: ok, va tutto bene, ripetiamo le solite cose che ci hanno portato al primo posto, fidatevi di me e di voi stessi. C’è da credere che la ridotta degli uomini scelti avrà capito e rinsaldato quel patto di sangue e sudore che costruisce le squadre invincibili di quest’uomo. Chissà. Intanto, questa improvvisa irruzione del presente ha dirottato l’asse del tempo, riportato sul campionato e distratto un attimo da futuro - di conseguenza la smentita alla presunta battuta di Oriali. Fa parte del rituale della stagione, non è una mancanza di rispetto specifica: è successo ovunque, Torino, Milano, Londra e anche Napoli. Conte ha bisogno di muovere e agitare, di provocare energia pro e contro, positiva o negativa, sana o patologica, empatica o distruttiva: non è importante l’origine, è importante che queste azioni di disturbo creino quel movimento che lui poi saprà indirizzare, convertire in rendimento, punti. Siamo quasi persuasi, seppur senza aver avuto le piccole ali di quell’uccellino: sarà la solita, normale, eccezionale settimana da Conte.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Una settimana da Conte

Marco Bucciantini