Immobile: "Bologna, che inizio! Gol, Europa e Nazionale..."

Sono più faticosi gli allenamenti di Italiano o guidare un camper negli Stati Uniti? “Diciamo che sono impegnativi entrambi! La responsabilità era portare gli amici in giro per l’America. È stata bella la vacanza, ma anche l’inizio qui. Bello forte. Sono un po’ cotto, ma c’è un bell’entusiasmo, che mi sembra contagioso!” Cercavi questo entusiasmo, dopo l’anno in Turchia? Quanto hai scelto Bologna? “Era la soluzione per me di rilancio, di ripartenza. Anzi, non di rilancio, perché l’anno scorso ho fatto 20 gol ed è stata un’esperienza molto importante, nonostante il quarto posto in campionato. Ma al di là dei problemi fisici che ho avuto nella seconda parte, la prima parte è stata positiva: abbiamo alzato un trofeo, e non è una cosa scontata. Avevo bisogno di risentire quel calore per darmi nuovo stimolo per fare bene anche quest’anno” E ti sei allenato con Morandi a bordocampo… “Non c’è cosa più italiana di questa! È stata una bella emozione stringergli la mano, fare qualche chiacchiera con lui. Da grande tifoso del Bologna anche lui era emozionato. Ci siamo salutati con grande piacere. Ma l’emozione è anche mia: Bologna è una squadra già collaudata, si vede il grande lavoro di Italiano, del suo staff. Mi ha colpito in modo positivo. Ma quello che mi ha colpito più di tutti è veramente quello che gira intorno alla squadra, la protezione, l’amore che c’è intorno alle persone che lavorano per questo club. Ti senti a tuo agio da subito, mi ha colpito molto” Come siete partiti? Cosa vi siete detti? “L’obiettivo è quello di confermarci ancora una volta. Nel calcio conta la continuità di quello che si è stati, che è sotto tutti gli aspetti, sotto tutti i punti di vista. Ho lavorato per tutta l’estate per trovare la soluzione di riavere la gioia personale, la soddisfazione, senza pensare all’età. Ho sempre creduto che con il lavoro gli obiettivi personali e di squadra si possano raggiungere. Credo che siamo partiti bene: ho fatto già tanti allenamenti con la squadra, qualche amichevole, qualche gol. L’importante è mantenere la testa lucida, perché quella aiuta a evitare problemi fisici e a fare bene per tutta la stagione” E a proposito di emozioni, rivedere i tuoi gol che effetto fa? “Bellissimo. Ma in particolare ricordo quello di testa con la Lazio. Il mio centesimo, a Milano” A Bologna hai trovato Italiano. Che impressione ti ha fatto? “Già dai primi contatti, mi è parso una persona molto sincera, mi ha detto tutto quello che aveva a livello di preoccupazioni. Perché entravo in una squadra così ben collaudata, in un gruppo coeso, senza dualismi. Voleva essere certo che io non potessi in qualche modo, data la mia esperienza e la mia carriera, mettere in difficoltà lui per i miei movimenti e non ascoltarlo in determinate cose. È giusto che un allenatore le chieda, è stato un vantaggio per noi. Ci siamo portati avanti!” Ma perché i giocatori vanno in Turchia e tornano poco dopo? “Sotto l’aspetto tecnico, non c’erano tanti motivi per cui potessi tornare in Italia. Il Besiktas è un club organizzato, tra i più importanti in Turchia. Da parte mia, forse avevo bisogno di sfruttare questi ultimi anni in cui la gente mi conosce di più. Avevo bisogno di sentire dentro di me di poter dare qualche cosa in un campionato che mi ha consacrato. Non che in Turchia non mi volessero bene, anzi! Ma quando si è aperta l’opportunità di Bologna, l’ho vista da questo punto di vista. Mi piaceva, e volevo cambiare” Bologna è stata la casa di Signori, Baggio, Di Vaio. Ora ci sei tu. Ma pensi che possa riavvicinarti alla Nazionale? “Sì, io penso che le motivazioni, i sogni, gli obiettivi vadano coltivati. Come dicevo prima: con l’aiuto della squadra si possono raggiungere tanti obiettivi anche individuali. Ognuno di noi deve averli. Io ho sempre portato avanti la mia carriera in base a quello: ogni anno, ogni stagione, avevo dei risultati da raggiungere. Molte volte, con l’aiuto delle persone che ti stanno attorno, con l’aiuto delle squadre, ci riesci. Consacrarsi in Europa sarebbe importante, fare un’altra stagione in crescita sarebbe importante. Questa è stata la spinta che mi ha portato qui. E devo dire che fino a questo momento sta andando tutto come previsto” Ma se dovesse squillare il telefono e vedessi il nome di Gattuso? “Siamo sempre pronti! Io non mi sono mai paragonato a nessuno, anche quando ero alla Lazio: ho avuto tantissimi attaccanti di spessore internazionale con cui eventualmente confrontarmi. Ho sempre cercato di imparare la storia della società. Ma Gattuso non mi deve telefonare: deve solo vedere se sto bene fisicamente, se faccio gol e se posso essere utile per la Nazionale. Penso che non riguardi solo me, ma tutti” Anche Bernardeschi? Come lo hai trovato? “Federico sta bene! Ci eravamo sentiti anche prima che arrivasse, ma non potevo proprio dirlo… È molto motivato. Abbiamo avuto una brutta diatriba però: volevamo la stessa casa e ha vinto lui. Comunque sta bene, a parte qualche giorno con il jet-lag. Ma l’ho visto come prima” C’è stata la possibilità di tornare alla Lazio? “No, non c’è stata. Ma quello che ho fatto io, che abbiamo fatto insieme con la società, i compagni… quelli sono ricordi che mi porto dietro con un’emozione pazzesca. Nessuno potrà mai togliere quello che è stato lì. A me piace avere un legame in ogni posto in cui sono stato, anche quando sono stato all’estero: ho sempre cercato di portare via il Ciro uomo, prima che il Ciro calciatore. Ho sempre voluto lasciare un bel ricordo di me. Quando sono andato via dalla Lazio ho avuto grandi emozioni, capivo poco cosa stava succedendo. Ma a mente fredda ho letto delle bellissime su di me e mi hanno fatto un grande piacere” E quindi, cosa vuoi lasciare a Bologna? “La conferma del Bologna in Europa è un obiettivo. Significa che tutti i suoi giocatori hanno fatto una stagione importante, perché arrivare con tutte le squadre così attrezzate vuol dire aver fatto una bella stagione, da almeno 65 punti. Vuol dire che ognuno si è messo in mostra: da parte mia i gol, di Orsolini i gol e gli assist e via dicendo, perché siamo in tanti giocatori e ognuno deve dare il suo contributo. Se il Bologna va in Europa vuol dire che ho fatto tanti gol, magari mi ha richiamato la Nazionale e posso fare il Mondiale, magari mi sono avvicinato alla classifica marcatori per la quinta volta. È ovvio che se vinci la classifica marcatori, ai Mondiali ci vai quasi in automatico! Ripeto, è bello alzare l’asticella: se cresci d’età, gli obiettivi devono essere quelli e la testa deve restare lucida sempre”

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Redazione Sky Sport