Questa Lazio non sa scendere dalle montagne russe. E può essere pericoloso

L’altalena su cui è salita la Lazio sta diventando pericolosa, la tendenza anche. Su e giù. Male a Como, bene col Verona, di nuovo male col Sassuolo. Due sconfitte dopo le prime tre di campionato. Una partenza così solo in altre quattro occasioni negli ultimi 21 anni, quelli sotto la gestione Lotito. In due casi la Lazio arrivò addirittura in Champions ma stavolta c’è l’aggravante di un calendario non proibitivo. Ecco perché sono precedenti che non sembrano dare particolare sollievo. Soprattutto se i risultati sono accompagnati da prestazioni molto deludenti. Sassuolo decisamente meglio di Como come atteggiamento e approccio ma si è vista una squadra ancora una volta sotto-ritmo e con poche idee. Primo tempo chiuso senza tiri in porta, la fiammata di Zaccagni nella ripresa e poco altro. Troppo poco. Lo sa bene anche Sarri. Sta provando a trasformare il mercato bloccato da necessità in virtù. Stesso gruppo, forti motivazioni e un organico che si allena insieme sin dal primo giorno di ritiro. Evidentemente non è, o non è ancora, così. Con la sensazione, che rischia di diventare un sospetto e poi una certezza, che qualche giocatore non sia tatticamente l’ideale per il suo calcio. Sperava di essere più avanti e il buon precampionato gli aveva fatto accarezzare l’idea che il suo mandato bis sarebbe stato un po' meno complicato, nonostante tutto. A oggi il club ancora non sa se potrà tornare a fare mercato libero a gennaio, ecco perché la Lazio, intesa come squadra, le soluzioni dovrà trovarle al suo interno. In campo si avverte una certa insofferenza da parte dei giocatori. Non nei confronti dell’allenatore, ma da leggere più che altro come una sorta di frustrazione di chi non riesce ancora a trovare automatismi e fluidità. Bene la teoria, ma la pratica non convince. Tanto lavoro da fare per Sarri. Valore aggiunto sì, ma non salvatore della patria. Perché non va dimenticato che la Lazio viene da due settimi posti consecutivi in campionato. Pensare che il livello della squadra in questa stagione possa essere molto diverso manderebbe fuori strada. Il giorno dopo Sarri è apparso molto più sereno rispetto a quello arrabbiato del post-partita. Ha lasciato subito il Mapei senza nemmeno passare dagli spogliatoi. Ha ritrovato la squadra direttamente a Formello qualche ora dopo. Non si dice preoccupato ma ha chiesto tanta pazienza. “Fin dall'inizio dell'anno avevo detto che in questa stagione dovevo portare grandissima pazienza e purtroppo dovrà portarla tutto l'ambiente", ha dichiarato alla radio del club. "Sapevamo fosse una stagione complicata, ma vedo una squadra diversa rispetto a Como che può fare anche cosa positive. Non vedo motivi per preoccuparsi, ma ci vorrà pazienza". Di sicuro sperava di presentarsi meglio al derby di domenica. Appuntamento che arriva presto. Pochi risvolti di classifica ma tappa chiave per dare già un volto alla stagione della Lazio. Conta più per il futuro che per il presente insomma. Settimana lunga in cui proverà a recuperare Rovella e Castellanos, entrambi sostituiti per affaticamento muscolare durante il match col Sassuolo. Qualche apprensione in più per il centravanti che potrebbe essere sostituito da Dia nell’undici di partenza. Ancora out Lazzari e Patric, a Sarri servirebbe anche il miglior Vecino, assente per infortunio nelle prime tre stagionali. Il calciatore è clinicamente guarito ma non si sente ancora pronto, sarà tutta da verificare la sua disponibilità per domenica.

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Matteo Petrucci