Il 9 che non c'è, Yildiz, Soulé e... l'analisi tattica di Juve-Roma

Juve e Roma sono accomunate dal non essere riuscite a trovare un 9 prolifico in questo inizio di stagione. Da una parte Vlahovic, Openda e David, dall'altra Dovbyk e Ferguson: fin qui nessuno di loro è riuscito a fare la differenze in termini di prestazioni e gol. E questo ha fatto sì che, in alcune partite, le due squadre abbiano fatto fatica a livello di gioco. La Roma ha cercato di mascherare l’assenza di un 9 facendo suoi principi di gioco che piacciono a Gasperini: sovraccarico forte sulla fascia, puntare tanto sulle catene e sulle continue combinazioni. Spesso però la Roma ha fatto fatica nella fase di costruzione, soprattutto quando ha affrontato squadre brave a passare rapidamente dalla pressione a zona a quella a uomo. I veri problemi della Roma nascono quando le squadre si difendono nella loro metà campo: la squadra giallorossa fa fatica a trovare uomini in mezzo al blocco difensivo, tutti i giocatori si allargano e il portatore di palla non trova combinazioni interne. Quando però la Roma si sblocca, e anche Ferguson riesce a partecipare all'azione, fa gol bellissimi, come quello segnato contro la Cremonese: combinazione, terzo uomo, 1-2, fortissima combinazione rapida e rete del 3-0 di Wesley. Questa è la Roma che vuole Gasperini. L’Atalanta di Gasp era fortissima negli uno-due e questo fondamentale inizia a vedersi anche nella Roma. Nelle prime sette partite la squadra giallorossa faceva fatica: era 18ª in Serie A per uno-due e viaggiava a una media di 1,8 a partita. Ma quella attuale è una Roma diversa: gli uno-due sono 4 a partita e nessuno in Serie A ne fa più dei giallorossi. Anche in questo si vede la mano del nuovo allenatore. Dopo l’infortunio di Vlahovic Spalletti si è messo alla ricerca di una soluzione e, non essendo convinto da David , contro il Napoli ha schierato come numero 9 anche Kenan Yildiz. L’esperimento non è però andato a buon fine. Spalle alla porta, il turco si è trovato poco a suo agio: aveva spesso tanti uomini addosso e ha fatto fatica a combinare con i suoi compagni. Anche Spalletti ha capito che non è questo il modo di valorizzare il suo numero 10. L’allenatore bianconero vorrebbe invece provare la difesa a 4, ma – come ammesso da lui stesso – finché non ha un centrale di piede destro non potrà farlo. Kelly, infatti, non usa praticamente mai il destro e schierato da quella parte sarebbe limitato nelle uscite. Dall’arrivo di Spalletti la Juve però è senza dubbio migliorata. Nell’ultima sfida, contro il Bologna, si sono viste azioni costruite di prima e con movimenti fatti nei momenti giusti. Quando riesce a giocare così, è un’altra squadra. Una cosa è certa: oggi vediamo una Juve diversa da quella di Tudor. Quella attuale è una squadra più dominante nel terzo offensivo – Spalletti mette sempre tanti centrocampisti in campo –, ed è una squadra che fa tanti passaggi corti. Inoltre, mentre la Juve di Tudor creava tanto da piazzato, ora invece crea moltissimo da open play: un dato importante e che dimostra come ora la manovra bianconera sia più fluida ed efficace. A prescindere dal suo impiego dal primo minuto o a gara in corso ,Juve-Roma sarà la partita di Dybala. Fin qui in questa stagione abbiamo visto un Dybala in chiaro-scuro e che ha cambiato spesso posizione in campo. In diverse occasioni Gasperini lo ha utilizzato anche come falso centravanti, ruolo in cui l’argentino ha riscontrato le stesse difficoltà di Yildiz. Spalle alla porta l’ex Juve fa fatica, soprattutto quando viene raddoppiato o i compagni sono troppo distanti da lui. Quando invece riesce a ricevere smarcato o fronte alla porta, riesce sempre a creare occasioni pericolose: Dybala resta uno dei migliori play della Serie A e la sua qualità può sempre fare la differenza. E a proposito di qualità, Juve-Roma sarà anche la sfida a distanza tra Yildiz e Soulé. Il primo indossa la maglia numero 10 di Del Piero, e in stagione – proprio come Alex – ha segnato un gol ‘alla Del Piero’ contro il Borussia Dortmund. Spalletti gli lascia la libertà di spaziare per il campo, ma nelle ultime uscite lo vediamo sempre più spesso centrale, dove il turco è bravo a trovare gli spazi e a fare la differenza in termini realizzativi, come accaduto contro il Cagliari e contro il Napoli. Nei 90 minuti Yildiz regala sempre giocate di grandissima classe. Contro il Bologna partecipa alla fase difensiva, fa cadere Orsolini senza toccarlo, recupera palla e verticalizza benissimo per un compagno che non concretizza: queste sono le azioni che rendono speciale Yildiz. Come quella contro il Pafos, quando sente arrivare l’avversario, lo aspetta e lo salta con un tacco e un 360° da far stropicciare gli occhi. Giocate che vediamo fare con la maglia giallorossa da Matias Soulé, elogiato anche da Cesc Fabregas dopo Roma-Como. L’argentino è bravissimo a usare il suo corpo per liberarsi degli avversari, spesso prima ancora di ricevere il pallone. Sa sfruttare a suo vantaggio la distanza dagli avversari: li attira a sé per poi scappare e lasciarli sul posto. Finta di andare a destra e poi va a sinistra, finta di andare a sinistra e poi va a destra: sa usare veramente alla grandissima il corpo per superare gli avversari, che non sanno mai dove andrà né come fermarlo. Non a caso, dati alla mano, Yildiz e Soulé sono primi in tutte le statistiche offensive di Juve e Roma. Il turco e l’argentino portano la responsabilità creativa della propria squadra e la fase offensiva di Juve e Roma dipende tantissimo da loro.

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Luca Mastrorilli