Rafinha e Babacar hanno interrotto un percorso cominciato in età adolescenziale con Barcellona e Fiorentina, mentre Emerson e Coutinho si sono imposti al grande calcio grazie al sostegno di Roma e Liverpool: le parole più belle scritte quando il calciomercato ti impone di cambiare vita
LE PROBABILI FORMAZIONI DELLA 23^ GIORNATA DI SERIE A
Calciomercato significa scegliere, cambiare, ricominciare. Per qualcuno è più difficile che per altri, perché il tempo crea e rafforza legami, che nemmeno le più fredde dinamiche commerciali di questo sport possono intaccare. Il mercato di gennaio ci ha regalato tanti esempi di giocatori che hanno salutato con commozione una squadra per iniziare una nuova avventura. E che poi si sono lasciati andare ai sentimenti, pubblicando attraverso i propri profili social delle lettere d’addio. Come Rafinha, che ha trascorso più di dieci anni con la maglia del Barcellona, dalla cantera ai grandi, passando per la squadra B. “Quasi non mi escono le parole per esprimere quello che sento per il club che mi ha formato come persona e come professionista. Sono arrivato nel 2006, a 13 anni, ero solo un bambino che non avrebbe mai pensato di vivere tanti momenti meravigliosi e vincere così tanti titoli. Mi hanno insegnato quasi tutto quello che so del calcio e ho potuto realizzare i miei sogni più grandi da canterano. Sono stati 12 anni davvero incredibili. Non sapete quanto sono stato felice di potervi salutare con indosso la maglia. Forza Barça, per sempre blaugrana” aveva scritto il centrocampista, una volta passato all’Inter.
Babacar, Firenze nel cuore
Situazione analoga per Khouma Babacar, attaccante passato al Sassuolo proprio nell’ultimo giorno di mercato, che così lasciato la Fiorentina dopo undici anni. L’attaccante ha voluto sottolineare il suo rapporto speciale con la città di Firenze e al tempo stesso gli aspetti negativi della vita di un calciatore, che spesso si trova a cambiare vita e affetti in un attimo. “È arrivato il momento che non vorresti mai che arrivasse perché la vita di noi calciatori che per tanti versi è bellissima ha un aspetto veramente difficile da affrontare e tutte le volte che mi trovo ad affrontarlo mi scontro con questa dura realtà. La realtà di lasciare un luogo nel quale ho costruito la mia casa e mai come questa volta Firenze non era solo la mia città e la mia casa, era la mia famiglia. Mi ha accolto come un bambino, quale ero, perché qui sono arrivato nel 2007 e qui sono e sarei voluto rimanere, ma è proprio quel lavoro bellissimo che facciamo che ci costringe a rinunciare a tutto questo. Nel corso degli anni il popolo viola non solo mi ha amato ma nel bene e nel male mi ha difeso e io ogni volta che sentivo l’inno viola mi emozionavo come fossi lo stesso bambino che nel 2007 ha messo piede a Firenze. Amo questa città, amo la sua gente inizia per me una nuova avventura che affronterò da professionista quale sono ma che non potrà mai cancellare ciò che Firenze rappresenta per me e cioè la mia famiglia” ha scritto su Instagram il senegalese.
Emerson, con Roma oltre le difficoltà
Uno dei colpi più discussi di mercato: Emerson Palmieri lascia la Roma, per trasferirsi alla corte di Antonio Conte. L’esterno brasiliano, che così bene aveva fatto nella passata stagione, ha di recente recuperato dall’infortunio al crociato che ne ha compromesso i primi mesi del campionato in corso. In totale, ha trascorso due anni e mezzo alla Roma, che l’hanno formato dal punto di vista umano e professionale: “Sono stati anni incredibili, perché questa piazza ti butta giù e poi ti ripaga, ho sofferto lo scetticismo iniziale e poi è stato ancora più bello scalare le posizioni, trovare continuità, entrare nei vostri cuori e sentire i vostri applausi, stavolta convinti che mi gratificavano e incitavano a fare ancora meglio. La mia valigia di sogni ora è una valigia di ricordi, il mio cuore è proteso verso la mia nuova avventura ma è pieno di tutto quello che mi avete dato. Grazie, sarò per sempre un tifoso della Roma”.
Coutinho, la fiducia di Liverpool
Barcellona è quel treno che passa una volta nella vita, un attestato di grandezza che non è per tutti. Per questo, anche per le proposte irrinunciabili dal punto di vista economico, è difficile dire di no quando i catalani bussano alla porta. Così, seppur per certi aspetti a malincuore, Coutinho ha lasciato Liverpool. Ma come dimenticare quei tifosi e quei compagni, che per primi gli avevano dato fiducia e permesso di trovare quella continuità che l’hanno reso il giocatore di adesso, pagato 160 milioni: “Vorrei dirvi grazie, uno per uno. Niente di ciò che ho raggiunto sarebbe stato possibile senza di voi. E un grazie va alle persone più importanti di Liverpool, i tifosi. Non potrò mai ringraziarvi abbastanza per ciò che mi avete dato durante questo periodo e indipendentemente da dove andrò nel mondo, per il resto della mia vita porterò sempre Liverpool nel cuore. Voi, il club e la città sarete sempre parte di me. You’ll Never Walk Alone”.