Calciomercato, le altre trattative saltate “alla Ehizibue”: da Totti a Vucinic-Guarin

Uno dei più recenti riguarda, invece, l’incredibile cambio di pensiero di Malcom. Quest’estate la Roma aveva le mani sull’esterno verdeoro: accordo con il Bordeaux per 40 milioni e intesa col calciatore, con tanto di annuncio ufficiale sui canali social. Malcom e il suo agente erano pronti a volare nella capitale per le visite mediche e la firma, ma alla fine preferirono cambiare destinazione e siglare un contratto con il Barcellona -

Pochi mesi fa è toccato a Simone Verdi fare un passo indietro. Il Napoli di Sarri è all’inseguimento della Juve capolista e individua nel giocatore scuola Milan il rinforzo invernale perfetto. De Laurentiis trova l’accordo con il Bologna sulla base di 25 milioni, ma l’esterno preferisce restare in Emilia per completare la sua crescita. Il treno, questa volta, passa una seconda volta e Verdi si trasferisce in maglia azzurra nell’estate successiva -

Grandi rifiuti, ma anche imprevisti casuali. A volte a mettere i bastoni nelle ruote alle trattative ci pensano le visite mediche. “Di rito” per alcuni, nefaste per altri. È ciò che compromise l’arrivo di Aly Cissokho al Milan nel giugno 2009. I rossoneri lo presero dal Porto per 15 milioni, ma il trasferimento si interruppe a causa di alcuni problemi odontoiatrici riscontrati durante i test medici. Una tesi che, successivamente, venne definita “solo una scusa” dal terzino -

Nel gennaio del 2012, dopo una serie di problemi fisici, il rapporto tra Alexandre Pato e il Milan sembrava destinato alla conclusione. L’attaccante poteva ripartire dal Psg, pronto a versare 35 milioni ai rossoneri, ma alla fine un grosso ‘No’ mandò all’aria la trattativa: quello del presidente Berlusconi, innamorato calcisticamente del “papero” brasiliano, che rifiutò all’ultimo la proposta dei parigini e si convinse a tenere il suo centravanti -

Contestualmente a quell’operazione, saltò anche l’affare Tevez-Milan. L’Apache, infatti, doveva essere l’erede del brasiliano, tanto che Adriano Galliani – vista l’ormai prossima cessione di Pato – si incontrò col giocatore e il suo staff e trovò un accordo. La mancata partenza dell’attaccante verdeoro bloccò, così, anche quella di Tevez -

Esiste poi un altro caso da inserire nella categoria “trattative saltate”. È la situazione nella quale a mettersi in mezzo sono i tifosi, non disposti a veder partire uno dei propri idoli e, in particolare, verso squadre rivali. Cinque stagioni fa Juventus e Inter trovarono un’intesa per lo scambio tra Vucinic e Guarin. Anche entrambi i calciatori accettarono le rispettive destinazioni, ma a visite mediche quasi concordate saltò tutto. I sostenitori nerazzurri, infatti, protestarono veementemente per il passaggio del colombiano, tanto che Ausilio preferì ascoltare il loro umore e non procedere allo scambio -

Ripensamenti dell’ultimo secondo. Lo sa bene Milinkovic-Savic, oggi alla Lazio dopo essere stato promesso sposo dalla Fiorentina. Le due squadre si duellarono il talento serbo nell’estate 2015, ma sembrò spuntarla la formazione viola. Il giocatore si presentò a Firenze per la firma, ma alla fine cambiò idea. Aveva dato la parola a Tare e voleva mantenerla: scoppiò a piangere, se ne andò e prese un treno per Roma, accasandosi ai biancocelesti. E il primo gol in Serie A arrivò proprio in quello che poteva essere il suo stadio, il “Franchi” -

A volte è importante fare in fretta e dare un’occhiata all’orologio. Una lezione che hanno imparato a loro spese Napoli e Sampdoria, complici nel mancato affare Soriano. Il 31 agosto 2015 il centrocampista era pronto a trasferirsi nella squadra azzurra, ma un errore nei contratti allungò le pratiche burocratiche. I documenti furono così spediti alle 23.04, quattro giri di orologio oltre il limite consentito. Il Napoli perse il suo rinforzo, i blucerchiati 13 milioni più il cartellino di Zuniga -

A proposito di grandi rifiuti non si può non citare il doppio ‘No’ alla cessione esclamato da Francesco Toldo e Rui Costa. Nell’estate del 2001 la Fiorentina era in grave crisi finanziaria e aveva bisogno di vendere alcuni dei suoi gioielli: si propense per il portiere e il portoghese, con il Parma disposto a offrire 140 miliardi di lire complessive per entrambi i giocatori. La società viola accettò la proposta degli emiliani, ma sia Toldo che Rui Costa rifiutarono la destinazione –

Restarono a Firenze? No, perché entrambi preferirono salire qualche km più in su e trasferirsi a Milano. Toldo andò così a difendere i pali dell’Inter, la quale pagò 55 miliardi di lire alla Fiorentina -

Rui Costa, invece, si fermò sull’altra sponda di Milano, quella rossonera. O Maestro fu venduto dal club viola per 85 miliardi di lire -

“Meglio alle milanesi che alla Juve” avranno pensato i tifosi della Fiorentina, da sempre grandi antagonisti dei bianconeri. Una rivalità che si è acuita nell’agosto 2012, a pochissimi giorni dalla chiusura del mercato. Il club viola aveva trovato un accordo con Dimitar Berbatov e lo aspettava per le visite mediche e la firma, ma invece di recarsi a Firenze il calciatore bulgaro preferì fare scalo a Monaco di Baviera e far perdere per un po’ le sue tracce. Qualche ora dopo la Juve annunciò un’intesa di massima con l’attaccante, mandando su tutte le furie la Fiorentina. Anche i bianconeri, però, rimasero a bocca asciutta: Berbatov, infatti, cambiò un’altra volta idea e firmò con il Fulham -

Un altro ‘No’ che la Juve ha dovuto incassare è quello di Totò Di Natale. L’attaccante napoletano, dopo una serie di stagioni concluse in doppia cifra, venne scelto dai bianconeri come rinforzo ideale da cui ripartire dopo un deludente 7° posto. L’Udinese non si oppose, ma il giocatore declinò la proposta: “Ci ho messo un minuto a dire di no, il tempo di parlare con la mia famiglia e decidere di restare qui, dove sto bene” -

Il primo importante rifiuto della nostra Serie A fu, invece, quello di Gigi Riva. Anche questa volta a restare senza nulla in mano fu la Juventus, la cui corte fu respinta da “Rombo di Tuono”. Troppo forte l’amore per Cagliari, con il club che rinunciò al miliardo di lire messo sul piatto dai bianconeri -

Una lunga storia d’amore, come quella che ha caratterizzato Francesco Totti e la Roma. 25 anni vissuti sempre insieme, senza mai separarsi. Anche per merito del ‘No, grazie’ che l’ex capitano giallorosso recapitò al Real Madrid. Florentino Perez ha sempre desiderato portarlo in Spagna, andando vicino a realizzare l’obiettivo nell’estate del 2002, con la disponibilità ad accontentare qualsiasi richiesta del presidente Sensi. Totti ci pensò a lungo e, dopo essersi consultato con amici e familiari, decise di prolungare il legame con la sua squadra del cuore -

Totti, decidendo di restare a Roma, rinunciò anche a uno stipendio importante. Tanti soldi, come quelli che avrebbe potuto guadagnare Nikola Kalinic se, nel gennaio 2017, avesse accettato l’offerta del Tianjin. 40 milioni alla Fiorentina e 12 all’anno per il croato, ma il giocatore prese la coraggiosa decisione di rifiutare la ghiotta proposta economica e restare in un campionato competitivo –

Chi, invece, non riuscì proprio a dire no alla succulenta offerta economica arrivata dalla Cina è stato Axel Witsel, oggi al Borussia Dortmund. Il belga fu a un passo dalla Juve in due occasioni: la prima il 31 agosto 2016, ultimo giorno di mercato. I bianconeri accontentarono la richiesta di 18 milioni dello Zenit e il giocatore si presentò per le visite mediche, ma Lucescu dalla Russia fermò tutto per non aver trovato un degno sostituto in tempo. Il contratto del centrocampista andava, comunque, in scadenza nel giugno successivo e così i bianconeri si ripresentano a San Pietroburgo per convincere il club ad accettare una piccola somma anziché perderlo a zero. La società russa disse no e la Juve si convinse lo stesso di averlo ormai in pugno, ma le sirene del Tianjin fecero cambiare idea sia allo Zenit che a Witsel, facendo saltare il suo approdo in Serie A -

Un altro errore da non commettere è quello di posare con maglie e sciarpe ufficiali fin quando non si è sicuri al 100% del trasferimento. Lo ha imparato a sue spese Rabah Madjer, algerino protagonista della vittoria della Coppa dei Campioni 86-87 con un gol di tacco nella finale contro il Bayern Monaco. L’anno dopo lo comprò l’Inter, ma i nerazzurri preferirono rinunciare all’affare per via di una lesione muscolare riscontrata durante le visite mediche -

Destino simile vide coinvolto Jonathan Biabiany, in passato all’Inter ma a un passo dal Milan nell’estate del 2014. Tutto fatto, ma il mancato accordo tra Zaccardo e Parma fece saltare lo scambio, nonostante l’esterno francese avesse già svolto le visite mediche. Successivamente il giocatore dovette anche fermarsi per un’aritmia cardiaca -

Altro protagonista del “poso con la sciarpa e poi torno indietro” fu Luiz Adriano. Il 18 giugno 2016 dichiarò chiusa la sua esperienza al Milan: volò in Cina per fermare con lo Jiangsu Suning, ma quella firma non arrivò mai. “Nessun problema economico, il club non dava garanzie” dichiarò il brasiliano, restando in rossonero per un altro anno e mezzo -

Un’altra ragione per non rimandare tutto all’ultimo la può fornire Mino Raiola. Il noto agente, assistito tra gli altri di Pajtim Kasami, aveva stretto un accordo il 31 gennaio 2013 per il trasferimento del suo assistito dal Fulham al Pescara, ma un problema internet nell’Hotel di Milano impedì di mettere tutto nero su bianco, mandando su tutte le furie il procuratore -

Patrik Schick oggi è l’attaccante della Roma, ma il suo destino poteva prendere una piega completamente diversa un anno e mezzo fa. Dopo la brillante stagione d’esordio con la Samp, infatti, il talento ceco aveva attratto l’interesse di tutte le big di A, compresa la Juventus, disposta a versare i 25 milioni della clausola rescissoria. Tutto fatto? No, perché le visite mediche riscontrarono alcuni problemi cardiaci che mandarono all’aria l’affare. Con il passare delle settimane sembrò tutto risolto, ma i bianconeri preferirono non correre il rischio e Schick andò ai giallorossi -

Nei giallorossi attualmente gioca anche Davide Santon, in passato a un passo dal Napoli. Anche questa volta furono le visite mediche a negare l’operazione: un ginocchio considerato troppo fragile convinse, infatti, De Laurentiis a stoppare la trattativa con l’Inter. Poche settimane prima era stato, invece, lo stesso terzino a dire no al Sunderland a causa di un malus inserito nel contratto dagli inglesi in caso di retrocessione -

Il Napoli non è stato fortunato con i terzini in questi anni e l’ultima conferma l’ha avuta la scorsa estate. Gli azzurri avevano individuato nel senegalese Sabaly il rinforzo ideale per il nuovo allenatore Ancelotti, ma le visite mediche hanno frenato l’operazione: troppo lunghi i tempi di recupero, tanto da convincere la società a fare un passo indietro con il Bordeaux e far saltare le firme all’ultimo -

“Mai vista una cosa del genere in 25 anni”. Con queste parole il presidente del Genoa, Preziosi, si espresse nell’estate del 2015 sul mancato arrivo di Iturbe in rossoblù. Il giocatore aveva accettato la destinazione e anche la Roma si era convinta a lasciarlo andare, ma all’ultimo secondo fu Sabatini a fare dietrofront. “Chiedo scusa, ma non me la sento di cederlo” disse l’allora ds giallorosso, rimandando la partenza del giocatore argentino -