Perché la Roma è tornata a spendere sul mercato: la situazione col Fair Play finanziario

Non è casuale, non lo è mai. Il calcio regala emozioni tutto l’anno: tra campo e calciomercato. Anzi, l’estate spesso porta quei sogni che esaltano la piazza. E Roma questo lo sa bene. Dopo due anni di mercati a zero ora si può spendere. E quanto. Prima di tutto, il dato: 93 milioni di euro. In poco più di trenta giorni. Una cifra altissima, che dimostra non solo le ambizioni rinnovate dei giallorossi. Quanto la possibilità di investire. Di nuovo. Due anni di austerità Per capire cosa sia successo, bisogna fare un passo indietro di due anni. Quando la società era stata sanzionata dall’Uefa per non aver rispettato nei tre esercizi precedenti la “break even rule”: le perdite accumulate nel periodo sotto esame, di fatto, erano state superiori a quelle consentite. La sanzione avrebbe potuto comportare a un blocco del mercato, che è stato superato grazie a un accordo sottoscritto proprio con l’Uefa. Il Settlement Agreement, di durata quadriennale, prevedeva un percorso di risanamento dei conti che sarebbe partito, è evidente, dal calciomercato: acquisti mirati, ponderati dal punto di vista economico. E nello specifico, c’è la regola del Transfer Balance: per un giocatore che entra, uno ne deve uscire, per cui chi arriva non deve costare più di chi è stato ceduto. Programma quadriennale, si diceva. Ma di anni ne sono passati solo due. Cosa è successo? “Dopo due anni è stato possibile ricalcolare i parametri per capire se la Roma stesse seguendo un percorso virtuoso”, racconta a Sky Antonio Di Cianni, Senior Manager di Football Benchmark. “È stato valutato che in effetti nelle ultime due gestioni ci sia stato un netto miglioramento, sia come perdita di bilancio, sia come costi del personale, sia come ricavi grazie anche all’accordo con il nuovo sponsor, Riyadh Season, che porta circa 25 milioni nelle casse della società in due anni. Vero, mancano gli introiti della Super Champions League , ma in generale l’andamento degli ultimi due anni è chiaro, e l’Uefa ha voluto premiare togliendo il Transfer Balance, vale a dire il rigidissimo controllo dei trasferimenti”. I mercati precedenti Le cifre fanno impressione. Perché i 93 milioni di euro di questa estate , sono quasi dieci volte la cifra spesa per tutta la gestione precedente, quando era stati acquistati Paredes e Baldanzi, oltre l’onere del prestito di Lukaku. L’anno prima ancora, Tiago Pinto aveva potuto spendere anche di meno. Cifre ben diverse rispetto a quello prima ancora, con il primo Mourinho, quando erano stati spesi ben 130,6 milioni. Alti e bassi notevoli. Tolti i freni? No Ma torniamo a oggi. “È importante capire che non sia stato tolto il vincolo: la gestione della Roma resta comunque sotto la lente di ingrandimento” dice Di Cianni. Solo che i risparmi sono stati sostanziali, ed è bene ricordarli. Non si dovranno pagare più gli ingaggi pesanti di giocatori come Lukaku, Rui Patricio o Spinazzola ; Belotti e Aouar rappresentano una plusvalenza pressoché pura , visto che sono stati ceduti dopo essere arrivati a zero. E poi ci sarebbero i poco più di 10 milioni richiesti per la cessione di Calafiori all’Arsenal, su cui la Roma dice di vantare ancora una percentuale nei confronti del Basilea che, a sua volta, ne aveva diritto rispetto al Bologna. Il tutto al netto di altre possibili cessioni, come Abraham al Milan, che permetterebbero comunque di non sforare troppo sul bilancio. Il punto è qui. “Mi aspetto che la Roma qualcuno venderà. È possibile, sia per una questione puramente numerica, sia per tenere i conti sotto controllo. Ma la differenza è che ora si può muovere non solo con prestiti o parametri zero” conclude Di Cianni. E non è un caso che siano arrivati, con offerte competitive, sia Soulé, sia Dovbyk. A proposito, l’attaccante ucraino si è presentato e ha detto: “Mi sento addosso una bella responsabilità”. Lui parlava di storia. La società, forse, pensa anche al bilancio. Alla fine è una responsabilità anche quella. E in questo momento, a giochi ancora fermi, è quasi più decisiva.