L'estate delle rivoluzioni per lo scudetto

Rivoluzione è, per definizione, quell’idea di un cambiamento radicale, non voluto all’inizio, che non si sa davvero a quali risultati possa portare. Nel calcio è un po’ diverso: la rivoluzione è a monte, ed è consapevole. Il risultato è sperato. E sperano, tanto, Juventus, Milan e Napoli, in cerca di rilancio ma soprattutto di rinnovato entusiasmo dopo una stagione che per motivi e sfumature diverse è stata deludente. Rispetto all’Inter, che più statica e consolidata di così non si può, le rivali hanno cambiato tanto. O meglio, vorrebbero cambiare tanto. Ma non sempre ci riescono. Vediamo perché. Juventus: cantiere aperto Partiamo dalla Juve. Che sta spendendo molto, ma che ha bisogno di fare ancora tantissimo. La prima rivoluzione è in panchina, ed è proprio una questione di filosofia: via uno come Max Allegri, che per risultati resta tra i migliori di sempre, dentro uno come Thiago Motta. Altro tipo di gioco, altro tipo di giocatori. E un ricambio che parte dal gruppo storico, con poche eccezioni. Via Szczesny , in attesa di cessione anche Rugani, Arthur, McKennie, diversi giovani e soprattutto Chiesa. Motta è stato chiaro con giocatori, giornalisti e tifosi. E pure Giuntoli: “Si riparte da capo”. Con la cessione dei giocatori, finora la Juve ha pareggiato gli acquisti di Douglas Luiz, Thuram, Di Gregorio e Cabal. E i giocatori fuori rosa pesano poco meno di 70 milioni di euro lordi. Livello completezza? Difficile dirlo, ma Motta chiede un centrale , due esterni e un trequartista . E parliamo di titolari o potenziali tali. Una rivoluzione che, anche nei piani della società, difficilmente si esaurirà in un solo mercato. Milan: la ‘Genesi’ Ibrahimovic ha fatto più volte riferimento alla ‘Genesi’: la creazione in sette giorni. Ora dice che siamo al sesto, e glielo conferma pure Fonseca. Il nuovo Milan al momento aspetta solo un centrocampista, dopo aver preso Pavlovic, Emerson Royal e Morata. Una spesa di quasi 50 milioni di euro, a fronte di cessioni minori e non troppo remunerative. Un investimento che, numeri alla mano, al momento viene finanziato dalla Champions League . E ora c’è anche Fofana: un giocatore muscolare, che possa essere alternativo o complementare a Loftus-Cheek. C’è curiosità intorno alla squadra, che alla fine non sembra volersi privare di Jovic per prendere un altro attaccante . Qualcuno dovrà comunque partire: si comincia da Kalulu, ma è possibile che anche Pobega, Musah, Adli o Bennacer possano lasciare. Curioso, ma non tanto, che molti dei giocatori che hanno salutato o saluteranno hanno vinto lo scudetto. Se no, che rivoluzione sarebbe? Napoli: l’era di Conte Sono arrivati subito i difensori . E ora arriva anche Gilmour a centrocampo. Ma il problema è in attacco: la situazione Osimhen blocca ancora tutto, tanto che De Laurentiis aveva anche pensato di accontentare Conte facendo arrivare subito Lukaku, che è il prescelto da tempo. Ma il Chelsea prende tempo, e quindi si accelera per l’esterno: Neres del Benfica che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. Il fatto è che, più che per i titolari , a Conte manchino i sostituti. Ed è su quello che il nuovo Napoli, che ha investito moltissimo soprattutto per avere uno come lui in panchina, ora si trova ancora indietro a livello di completezza di tutto l’organico. Contro il Modena in Coppa Italia la prestazione è stata al di sotto delle aspettative. “È stato un bagno di umiltà” ha detto proprio Conte nel postpartita. Il lavoro è lungo, e come sempre gli entusiasmi di inizio estate devono fare poi i conti con la realtà. Roma: tante spese e grossi addii La rivoluzione parte… dal bilancio. La Roma, che ha confermato De Rossi, può tornare a spendere. E quanto: si parla di quasi 100 milioni, a cui si dovranno aggiungere ancora delle altre operazioni. Manca un esterno difensivo, manca un centrocampista di rottura, manca forse un esterno sinistro offensivo. Mancano almeno due difensori centrali, che possano alternarsi ai titolari. E poi bisogna capire la situazione di Dybala, incedibile per i tifosi, meno incedibile per la società, che potrebbe risparmiare quasi 14 milioni di euro lordi di ingaggio, più ovviamente un incasso sul cartellino. Il fatto che la Roma sia tornata a spendere è già una notizia. E un inizio di rivoluzione, che fa capire quanto sia ancora aperto il cantiere. Le altre: chi cambia e chi aspetta Dicevamo dell’Inter. Che ha già fatto tutto da tempo. Letteralmente. Inzaghi chiede ancora un profilo giovane per la difesa, che sarebbe un investimento regalato da Ausilio e Marotta. Ma è un di più. La vera domanda è: si è ridotto il gap con le concorrenti? Delle quattro che hanno cambiato tanto, si è già detto. Ci sono poi Fiorentina e Bologna, che hanno sì dei nuovi allenatori, ma ancora le rose non sono state trasformate . E poi resta l’Atalanta, che merita una menzione a parte. Ha perso la Supercoppa, ha da risolvere la questione Koopmeiners, ma per una volta ha cercato di non cedere, tenere i migliori, e investire ancora. Percassi sta tentando il grande salto, senza nemmeno nascondersi troppo.

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