Mamma ho 'perso' due aerei: il giorno in cui Berbatov beffò Fiorentina e Juve

Il grido “Kevin” e l’espressione sconvolta di Kate McCallister sono il manifesto di “Mamma ho perso l’aereo”, il film che tutti - almeno una volta - ci siamo trovati a vedere nel periodo natalizio. Il 29 agosto di dodici anni fa va ‘in scena’ un curioso remake italiano - con contaminazione bulgara e inglese -, i protagonisti sono Dimitar Berbatov, la Fiorentina e la Juventus. Non è Natale, ma un periodo per certi versi anche più magico: quello del calciomercato. La Fiorentina di Vincenzo Montella è alla ricerca di un bomber che possa garantire ai viola un buon numero di gol. Il profilo individuato è quello di Dimitar Berbatov, attaccante bulgaro in uscita dal Manchester United. La mancata convocazione per la finale di Champions del 2011 ha rotto qualcosa tra l’ex Tottenham e Sir Alex Ferguson e, dopo una stagione ai margini, Berbatov è pronto a salutare i Red Devils. Ed ecco che entra in scena il Ds della Fiorentina Daniele Pradè, che va all’attacco e chiude per il bulgaro. Arriviamo così alla data X, il 29 agosto del 2012. Il programma giornaliero di Berbatov prevede la partenza da Manchester, uno scalo a Monaco di Baviera e poi l’ultimo volo direzione Italia, Firenze. Eduardo Macia, dirigente viola, è all’aeroporto Amerigo Vespucci, pronto ad accogliere Dimitar. Con lui sono presenti numerosi tifosi della Fiorentina, impazienti di vedere da vicino il proprio nuovo giocatore. L’attesa è tanta e l’entusiasmo è alle stelle. Ma il tempo passa e Berbatov non si vede. A Firenze atterra anche la cantante americana Patti Smith, che non si spiega come mai ci sia così tanta gente con una sciarpa viola all’aeroporto. L’entusiasmo generale inizia a diventare un lieve fastidio. Ma gli aerei fanno spesso ritardo, si sa. Questa volta però non c’è nessun ritardo. Berbatov non è salito sull’ultimo aereo, quello con direzione Firenze. Durante lo scalo a Monaco, l’allora amministratore delegato della Juventus Beppe Marotta si è inserito nella trattativa ed è riuscito a strappare il sì del giocatore. Gianluca Di Marzio nel suo libro “Grand Hotel Calciomercato” rivela che l’attaccante si è convinto ad accettare i bianconeri anche grazie alla mediazione di Patrice Evra, ex compagno del bulgaro allo United. In pochi minuti l’attaccante è già proiettato nella realtà bianconera, al punto che chiede anche di poter indossare il 14 o, in alternativa, il 16. Il clamoroso colpo di scena è realtà, Berbatov sceglie la Juventus quando era a un volo di aereo di distanza dalla Fiorentina. Nel frattempo, a Firenze l’aeroporto si svuota e l’entusiasmo è definitivamente tramutato in rabbia. La Fiorentina non ci sta e pubblica sul proprio sito un duro comunicato contro la Juventus e Berbatov: “Il calciatore si era imbarcato, in compagnia del suo procuratore e con biglietti pagati dalla Fiorentina, su un volo diretto a Firenze. Ma a Firenze il giocatore non è mai arrivato. A causa di operazioni spericolate e arroganti di altre società, che niente hanno a che fare con i valori della correttezza, del fair play e dell'etica sportiva e che si collocano oltre i confini della lealtà. Per quanto riguarda il calciatore, al di là delle sue caratteristiche e del suo valore tecnico, a questo punto siamo felici che non sia venuto alla Fiorentina: non meritava la nostra città e la nostra maglia e i valori che essa rappresenta”. Non si fa attendere la risposta della Juventus, che affida la sua ‘difesa’ a Giuseppe Marotta. “Abbiamo agito con trasparenza, contattando il giocatore dopo che aveva rifiutato la squadra viola. Rimando al mittente le parole del comunicato della Fiorentina” spiega a Sky Sport. Berbatov ‘perde’ l’aereo per Firenze e prende quello per Torino. Il remake italiano di “Mamma ho perso l’aereo” è finito. No. Proprio quando sembra stiano per arrivare i titoli di coda, il regista ci stupisce con un nuovo colpo di scena. Berbatov cambia nuovamente idea, questa volta - lo diciamo subito - in maniera definitiva. Niente Italia, niente Juve, il bulgaro decide di restare in Inghilterra e accetta l’offerta del Fulham, convinto dalla presenza di Martin Jol, suo ex allenatore al Tottenham. Gianluca Di Marzio rivela che nella sede bianconera monta la rabbia di Marotta e Paratici, che provano a chiamare il giocatore ma senza ricevere risposta. A comunicare il definitivo cambio di rotta è l’agente del giocatore, che spiega alla Juve: “Ha scelto di rimanere in Inghilterra per i figli e la famiglia”. Ci siamo, il film è davvero giunto alla conclusione. Berbatov ‘perde’ anche l’aereo per Torino, il secondo della giornata, e parte in direzione Craven Cottage, Londra. Ecco i titoli di coda, durante i quali c’è spazio anche per una scena post-credit. A novembre 2012 Berbatov rilascia un’intervista a World Soccer in cui spiega la propria versione dei fatti: “Non avevo accettato di giocare per la Fiorentina o per altri club. Non avevo dato risposte positive. Non avevo detto sì a nessuno. Sì, io e il mio agente abbiamo creato un po' di confusione e forse questo è stato il nostro errore. Poi, all'improvviso, è apparso un uomo per il quale ho grande rispetto e che conosco molto bene, e ho accettato di giocare per la sua squadra. Ho preso questa decisione per il bene della mia famiglia. Ho un figlio e forse ne avrò un altro. Ho deciso che la mia famiglia starà meglio a Londra. Ora sono felice perché la cosa più importante per me è giocare a calcio e divertirmi. Quello che la gente dice di me in Italia non mi interessa”. Il poster di “Mamma ho perso l’aereo” recita “Una commedia per la famiglia, senza la famiglia”. Per il remake italiano potremmo parafrasarlo in “Un attaccante per Fiorentina e Juve, senza attaccante”.