Dalla lotta al cancro, al crollo totale del suo mito. Su ESPN Classic (canale 216 Sky) domenica alle 22 un film-documentario. A tenere banco le dichiarazioni di Tyler Hamilton. L’ex compagno di squadra descrive nei dettagli la sua iniziazione al doping
È l’atleta, non solo il ciclista, più chiacchierato del momento. Su di lui sono state scritte pagine e pagine che gettano più di un’ombra sulle sue prestazioni sportive macchiate dall’uso di doping. Il caso Lance Armstrong riesplode in tutta la sua forza ne La caduta di Armstrong, il film-documentario choc in onda, in prima tv, su ESPN Classic (canale 216 di Sky) domenica 11 novembre alle ore 22 (la prima replica va in onda lunedì 12 novembre alle ore 20).
Il film, diretto da Quentin McDermott e prodotto da Four Corners per l’Australian Broadcast Corporation, ripercorre la carriera del ciclista texano a partire dai primi Anni 90. A tenere banco, tra le altre, le dichiarazioni rilasciate da Tyler Hamilton. L’ex compagno di squadra di Armstrong nella US Postal Service descrive nei dettagli la sua iniziazione al doping indotta dallo stesso Lance.
Oltre alla testimonianza di Hamilton, in favore dell’accusa ci sono anche quelle degli ex amici Betsy e Frankie Andreu, che rivelano come l’uso di droghe fosse già noto all’oncologo del team di Armstrong fin dall’ottobre del 1996, quando il ciclista americano iniziò le terapie per combattere il tumore cui era affetto.
Il film, diretto da Quentin McDermott e prodotto da Four Corners per l’Australian Broadcast Corporation, ripercorre la carriera del ciclista texano a partire dai primi Anni 90. A tenere banco, tra le altre, le dichiarazioni rilasciate da Tyler Hamilton. L’ex compagno di squadra di Armstrong nella US Postal Service descrive nei dettagli la sua iniziazione al doping indotta dallo stesso Lance.
Oltre alla testimonianza di Hamilton, in favore dell’accusa ci sono anche quelle degli ex amici Betsy e Frankie Andreu, che rivelano come l’uso di droghe fosse già noto all’oncologo del team di Armstrong fin dall’ottobre del 1996, quando il ciclista americano iniziò le terapie per combattere il tumore cui era affetto.