-10 al Giro: tanti pretendenti per il trono di Nibali

Ciclismo
Nel 2013 era finita così, con il trionfo di un Nibali esaltante, meritatissimo trionfatore della corsa rosa (foto Getty)
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La corsa rosa, al via da Belfast il 9 maggio, inizierà senza un chiaro favorito. In prima fila i colombiani Quintana e Uran e due veterani come Evans e Joaquim Rodriguez. Con il vincitore 2013 concentrato sul Tour, l’Italia spera in Basso, Scarponi e Aru

di Stefano Rizzato

Partirà per la prima volta dall’Irlanda del Nord, di venerdì – il prossimo 9 maggio – e con un giorno di riposo in più. Il laboratorio del Giro d’Italia non si ferma mai e quest’anno continuerà con un calendario stravolto, un percorso affascinante e aperto a tante soluzioni, una lista di partenti solo in apparenza priva di grandi nomi.

Manca, è vero, un favoritissimo, con Nibali, Froome e Contador che hanno preferito puntare tutto sul Tour. Ma ci sono Rigoberto Uran e Cadel Evans, secondo e terzo al Giro 2013, e pure Nairo Quintana e Joaquim Rodriguez, secondo e terzo al Tour dello scorso anno. Sono loro a comporre la prima fila dei pretendenti alla maglia rosa finale, per talento, esperienza, credibilità delle loro squadre.

Gli italiani: ultima chance per Basso e Scarponi
In virtù proprio dell’assenza di Nibali, l’Italia deve sperare in un colpo di coda di Ivan Basso o Michele Scarponi. Due che in effetti – nel 2006 e nel 2010 il varesino e nel 2011 il marchigiano – hanno già conquistato il Giro in passato. Al via ci sarà anche il vincitore del 2004, Damiano Cunego, promessa mai davvero compiuta del nostro ciclismo. E ci sarà anche Domenico Pozzovivo, scalatore eccellente, arrivato a sfiorare la Liegi, ma cui manca sempre qualcosa. Per entrambi un podio sarebbe già sensazionale.

Incuriosisce invece capire dove sarà in grado di arrivare Fabio Aru. Splendido luogotenente di Nibali lo scorso anno, da neoprò, il sardo classe ’90 viene indicato da tutti come un predestinato delle salite. Si dividerà i gradi di capitano proprio con Scarponi, in casa Astana, e questo potrebbe dargli un po’ di libertà di movimento. Una grande occasione è anche nei pedali di Dario Cataldo, che – con il Team Sky che ha dirottato sia Porte che Froome sul Tour – si trova a poter correre il suo primo Giro da capitano. Per l'abruzzese la maturazione è ormai completa, può puntare in alto.

Gli outsider: Rolland, Roche e Majka all’attacco
È bene ripeterlo: il percorso è duro ma non proibitivo. Lascia quindi una porta aperta alla grande sorpresa, al nome che non ti aspetti, magari di un atleta capace di osare e attaccare da lontano. L’identikit può essere quello di Pierre Rolland, scalatore francese che al Tour s’è fatto vedere e tanto negli anni. O quello di Nicolas Roche, irlandese quinto alla Vuelta lo scorso anno: uomo esperto, capace di attaccare, tenace in salita. Con lui in squadra ci sarà Rafal Majka, il polacco classe ’89 che fu settimo lo scorso anno e che cresce assai bene. Occhio anche alla coppia Garmin Hesjedal-Martin e all’olandesino della Belkin, Wilco Kelderman.

I velocisti: tutti contro Kittel
Se sarà quello visto al Tour lo scorso anno, beh, ci sarà poco da fare. Il tedesco Marcel Kittel, astro nascente degli sprint, prenota un ruolo da grande protagonista – e potenzialmente anche una delle prime maglie rosa – nel Giro in partenza dall’Irlanda del Nord. Nelle volate non avrà i due avversari più tosti, Cavendish e Greipel, e parte quindi da favorito assoluto. Dovrà vedersela soprattutto con Ben Swift, il britannico del Team Sky tornato sui livelli che gli competono, con il potente francese Nacer Bouhanni e col vice-Cavendish, un quarantenne da 27 vittorie al Giro: Alessandro Petacchi.