Giro, ancora Appennini: Passo del Lupo testa Ulissi ed Evans
CiclismoL’italiano che sogna un clamoroso tris, dopo il capolavoro a Montecopiolo. L’australiano, già in maglia rosa, finora il più brillante dei favoriti. Sono loro i due più attesi sui 172 km della nona tappa, ancora con arrivo in salita. Ma Quintana...
La si può definire una tappa di “mezza montagna”, anche e soprattutto per questo: metà tappa è in pianura, metà con le salite. Il bello è che la parte dura viene alla fine e così la frazione numero nove – da Lugo a Sestola, per 172 km tutti in Emilia-Romagna – sarà altro importantissimo test per i big del Giro d’Italia. Primi tra tutti i due grandi vincitori di Montecopiolo. Ulissi, formidabile nella gestione della tappa e già bi-vincitore alla corsa rosa. Ed Evans, che ha preso la maglia rosa a Matthews e soprattutto sembra il più brillante tra i favoriti alla vittoria finale. Da tenere bene d’occhio ci sarà anche Nairo Quintana, il grande favorito, che deve iniziare a pensare a recuperare il ritardo da Evans, già di 1’45”.
Visto il percorso e la stanchezza del gruppo, non è però improbabile che vada in porto una fuga . Si parte infatti con 110 km interamente pianeggianti, in buona parte sulle orme della via Emilia. Poi l'ascesa sull'Appennino modenese con tre salite in rapida sequenza. Ai piedi della prima, è facile immaginare che ci sarà al vento un gruppo di attaccanti, con un vantaggio da provare a difendere nel finale.
La prima salita è lunga ma non difficile e porta da Osteria Vecchia a Sant'Antonio: cinque chilometri abbastanza tosti (di poco superiori al 5% di pendenza media), poi quattro in cui spiana, infine altri sei chilometri tra il 4 e il 5%. A fondovalle si torna dopo otto chilometri di discesa, con tanti tornanti su cui fare grande attenzione. Poi si risale, verso Rocchetta Sandri, per un’erta più corta ma con pendenze al 6,2% medio e 11 massimo.
Tre chilometri di discesa e due di pianura, ed ecco la salita finale: in tutto 19 km. La prima parte è pedalabile e non arriva al 5%. Poi, ai meno 10 dall’arrivo, tutto cambia. Superato il centro abitato di Sestola, il gruppo troverà davanti un tratto con pendenza media dell'8,8% e massima del 13, fino ai 1.350 metri di Plan del Falco. È il punto su cui attaccare, perché poi la strada spiana un po’ e torna al 4% medio, fino all’arrivo di Passo del Lupo, posto a 1.528 metri d’altezza.
Visto il percorso e la stanchezza del gruppo, non è però improbabile che vada in porto una fuga . Si parte infatti con 110 km interamente pianeggianti, in buona parte sulle orme della via Emilia. Poi l'ascesa sull'Appennino modenese con tre salite in rapida sequenza. Ai piedi della prima, è facile immaginare che ci sarà al vento un gruppo di attaccanti, con un vantaggio da provare a difendere nel finale.
La prima salita è lunga ma non difficile e porta da Osteria Vecchia a Sant'Antonio: cinque chilometri abbastanza tosti (di poco superiori al 5% di pendenza media), poi quattro in cui spiana, infine altri sei chilometri tra il 4 e il 5%. A fondovalle si torna dopo otto chilometri di discesa, con tanti tornanti su cui fare grande attenzione. Poi si risale, verso Rocchetta Sandri, per un’erta più corta ma con pendenze al 6,2% medio e 11 massimo.
Tre chilometri di discesa e due di pianura, ed ecco la salita finale: in tutto 19 km. La prima parte è pedalabile e non arriva al 5%. Poi, ai meno 10 dall’arrivo, tutto cambia. Superato il centro abitato di Sestola, il gruppo troverà davanti un tratto con pendenza media dell'8,8% e massima del 13, fino ai 1.350 metri di Plan del Falco. È il punto su cui attaccare, perché poi la strada spiana un po’ e torna al 4% medio, fino all’arrivo di Passo del Lupo, posto a 1.528 metri d’altezza.