Froome, ma proprio prima della Roubaix devi cadere?

Ciclismo
Chris Froome dopo la caduta nel corso della quarta tappa
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IL CASO. Anche senza i selfiesti da smartphone o tablet che intralciano i corridori, sulle strade di Francia si cade lo stesso: il “defending champion” del Team Sky finisce infatti sull’asfalto con due colleghi di lavoro che si toccano davanti a lui

di Francesco Pierantozzi

Inghilterra-Francia, le crunch nel rugby, al Tour si gioca sul numero degli spettatori… una gara a inseguimento, impossibile, per i francesi dopo i milioni, veri, visti sulle strade inglesi, quasi una chiamata alla bici da bordo strada per non essere inferiori a quelli dell’altra parte della Manica.

Ci sono meno “selfiesti” che danno le spalle ai corridori, a caccia del momento unico, di condivisione, col rischio di abbattere i ciclisti, forse perché il tifoso francese è più tradizionalista, rispettoso dei rituali a cui è assuefatto da anni. Difficile da credere che sia meno tecnologico. Ma anche senza gli auto immortalatori da smartphone o tablet si cade lo stesso: Chris Froome, “defending  champion”, con uno strano numero giallo sulla schiena, diverso da quello dei suoi compagni, finisce sull’asfalto con 2 colleghi di lavoro che si toccano davanti a lui.


Un classico, capita… ma proprio il giorno prima delle pietre di Roubaix deve capitare? Con le botte, i graffi, le sbucciature che si faranno sentire ventiquattr’ore dopo. Aspettando l’inevitabile  selfie di Froome, inglese “twittante”, o del suo team per farci vedere più da vicino quanto siano dure le strade francesi.