Aru si ritira dal Tour, Saronni (UAE): "Fabio è troppo fragile, ci ha deluso"

Ciclismo

Il corridore sardo della UAE, già in difficoltà nelle tappe precedenti, si è ritirato dalla corsa. Decisa la presa di posizione di Beppe Saronni, dirigente del Team Emirates (UAE): "Con la condizione che ha - spiega a RaiSport - non doveva essere convocato per correre il Tour. Ci ha deluso in un momento in cui avevamo tanto bisogno di lui"

TOUR, 9^ TAPPA: VINCE POGACAR, ROGLIC IN GIALLO

 

Sentimenti decisamente contrastanti in casa Emirates. Da un parte la gioia per la vittoria di Tadej Pogacar nella 9^ tappa del Tour, con lo sloveno in lotta per la classifica generale (ora è 7° a 44" dalla nuova maglia gialla Primoz Roglic); dall'altra lo sconforto per il ritiro di Fabio Aru: il corridore sardo, già in difficoltà nelle frazioni precedenti, ha perso subito contatto dal gruppo e ai 103 km dal traguardo di Laruns accusava già 4' dai big. Il distacco sale a 10 minuti sulla salita che porta al Col de la Hourcere, quando il vincitore della Vuelta 2015 decide di porre fine al suo Calvario, con il rischio (concreto) di chiudere la corsa fuori tempo massimo. Sulla "crisi" di Aru si è pronunciato Beppe Saronni, dirigente del Team Emirates (UAE), nel corso di un'intervista telefonica a RaiSport: "Con la condizione che ha - attacca l'ex campione del mondo - Fabio non doveva essere convocato per correre il Tour, era chiaro da settimane. Qualcuno tra preparatori e allenatori dovrà risponderne. Abbiamo perso l'unico corridore che doveva stare vicino a Pogacar. Quando fisicamente e muscolarmente l'atleta si trova a soffrire, alcuni trovano la lucidità e la forza per reagire, Fabio, invece, non fa così. Sotto l'aspetto del carattere non è fortissimo. Nella difficoltà non si dà coraggio, lui purtroppo crolla mentalmente e moralmente e rende tutto più difficile. Ci ha deluso in un momento in cui avevamo tanto bisogno di lui. Questo per noi è un grande problema. Ha colpe anche chi ha deciso di portare comunque Aru al Tour. Era nei suoi programmi e quindi voleva esserci, ma c'è anche la responsabilità di chi deve verificare che un corridore sia in grado di affrontare una corsa come questa".