Arturo Gravalos morto a 25 anni: era una promessa del ciclismo

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Il corridore spagnolo della Eolo-Kometa lottava da diversi anni con un tumore al cervello: Davide Bais gli aveva dedicato la vittoria sul Gran Sasso. "La sua morte lascia un vuoto insostituibile nei nostri cuori, Arturo ha voluto lasciare il segno nello sport che amava tanto" scrive la sua squadra in un comunicato

Lutto nel mondo del ciclismo. È morto a 25 anni Arturo Gravalos, corridore della Eolo-Kometa che da tempo lottava con un tumore al cervello, scoperto nel 2021. Operato a novembre di quell'anno, Gravalos ha subito altri interventi chirurgici nei mesi successivi per tentare di sradicare il male che l'ha portato via così giovane. Nato a Saragozza nel 1998, Gravalos era diventato professionista proprio con la Eolo-Kometa di Ivan Basso e Alberto Contador. Davide Bais aveva dedicato proprio a lui la vittoria nella tappa del Giro d'Italia con arrivo sul Gran Sasso. La sua squadra correrà al Giro con il lutto al braccio. 

Il comunicato della Eolo-Kometa

"La sua morte lascia un vuoto insostituibile nei nostri cuori, poiché non dimenticheremo mai la sua gioia e il suo sorriso eterno. La sua voglia di vivere, sempre presente anche prima dell'inizio della malattia, ci ha lasciato migliaia di momenti magici dentro e fuori le competizioni Arturo non si è mai arreso, perché quella era la sua natura: voler rimettere il pettorale. Non ha fissato una scadenza per quel ritorno, ma era chiaro che avrebbe affrontato ogni gara come un'opportunità datagli dalla vita. Arturo ha voluto lasciare il segno nello sport che amava tanto e nel quale generava tanto affetto e tanto affetto; quel segno che ha lasciato così bene alla sofferenza dei rivali in quelle accelerazioni di cui è stato protagonista durante la sua permanenza in ambito amatoriale o addirittura da professionista, come nella sua ultima corsa: il Giro del Medio Brenta del 2021. La vita gli ha messo davanti negli ultimi tempi molti ostacoli e lui ha sempre reagito con il meglio di sé, superandoli con la massima positività. Ha tenuto per sé il suo dolore o il suo rimpianto, rifiutandosi di dargli continuità. Armato del suo enorme sorriso, si è occupato di costruire, sostenere, lodare e ringraziare. Non ti dimenticheremo mai, Arturo".