"E' un sogno diventato realtà ed è un grande piacere avere la possibilità di correre per la Sauber Alfa Romeo": sono le prime parole di Antonio Giovinazzi, dal 2019 al fianco di Raikkonen. Tracciamo il suo profilo ripercorrendo le tappe principali della sua carriera
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Finalmente il digiuno è finito. Un pilota italiano torna ad essere titolare nel mondiale di F1.
Quando, a Marzo, si spegneranno i semafori del gran premio d'Australia, l'attesa, durata 8 anni, sarà solo un ricordo. Giovinazzi, 25 anni a dicembre, affiancherà Raikkonen quale pilota ufficiale dell’Alfa-Sauber. Si è vero l’ha già guidata lo scorso anno, ma non era Alfa e solo per due gran premi, chiamato già oltre l'ultimo minuto a Melbourne per sostituire l'infortunato Wehrlein. La telefonata e il volo preso di corsa per essere in pista da sabato, saltando le prove del venerdì. Subito nella mischia con soli 150 giri di F1, nelle braccia e nel piede, e subito vicino all'impresa, non riuscendo a qualificarsi per il Q2 per un nulla. 12° al debutto in gara, non male, principalmente attento a non sbagliare su una pista mai vista prima. In Cina ecco la seconda occasione, ma sbaglia due volte, finendo a muro, nello stesso punto, sia in qualifica sia in gara. Errori che ci stanno per chi è chiamato a dover dimostrare tutto e subito, sapendo che Wehrlein avrebbe ripreso il suo posto dal gran premio successivo.Un antipasto di quel che verrà, rimasto indigesto, ma adesso ci sono tutti gli ingredienti per sedersi alla tavola dei grandi, senza dover sperare in una sedia libera, ha il suo posto e soprattutto è affamato.
GP2 e Ferrari
Vice campione GP2 nel 2016, alle spalle del futuro pilota Red Bull Gasly, Giovinazzi è pronto più che mai per la Formula 1, con la consapevolezza che adesso può "mangiare" tutto con calma, senza la pressione avuta e provata. Ha fatto e fa un lavoro nevralgico al simulatore Ferrari, per aiutare il team, come ha fatto, ad avere la migliore macchina. Ore e ore chiuso in una stanza buia, dentro al ragno di Maranello. Non varranno come chilometri reali, fatti comunque in pista con Ferrari, Sauber e Haas, ma sicuramente questa esperienza virtuale è stata fondamentale per poter vivere l'ambiente anche con impegni e occhi diversi e per avere un'immagine a 360° del mondo F1 che in pochi hanno.
Gli obiettivi del Team
E' supportato da Alfa Romeo che l'ha scelto per sostituire Leclerc e affiancarlo a Kimi Raikkonen che di fatto ha preso il posto di Ericsson. Il progetto del team è ambizioso. Per la seconda volta si ritrova con un campione del mondo alla guida, era già successo con Jacques Villeneuve, nel 2005, affiancato allora da Felipe Massa, ha ristrutturato il management, dopo la disastrosa gestione Kaltenborn e il reparto tecnico, guidato da Simone Resta, ex ferrari e fresco DT della squadra. Tra gli altri italiani da segnalare il lavoro di Luca Furbatto che ha portato l’Alfa-Sauber, da cenerentola a invitata al ballo dei punti.
Il rapporto con Kimi
Correre con Raikkonen come compagno di squadra è lo scenario migliore, perché Kimi non è politico, lo conosce già ed è l'ultimo campione del mondo (si spera il penultimo a inizio 2019) della Ferrari. Non c'è l'ansia da prestazione di un anno fa perché confrontarsi con Raikkonen sarà uno stimolo, ma anche uno scudo o un jolly. Se va più forte subito tanto di guadagnato, se dovesse stargli alle spalle è comunque Iceman. Fu così anche per Felipe, anche se non era al suo primo anno, ma quella stagione al fianco di Villenueve, chiusa davanti in classifica, lo portò poi dritto dritto in Ferrari.
Per carità, non iniziamo subito a fare voli pindarici.
Non gli si chiede di ripetere le gesta di chi, da italiano, come Farina, è diventato campione del mondo con l'Alfa Romeo, ma finalmente la grande chance c'è e va vissuta come lui sa fare, con il disincanto di chi sa che la parola successo arriva prima di sudore solo sul vocabolario. Si è sudato e guadagnato tutto quello ha fatto fin qui.