Ferrari, cresce l'interesse verso il ventilatore polmonare FI5
coronavirusIl ventilatore polmonare FI5 messo a punto dalla Ferrari in collaborazione con l'Istituto Italiano di Tecnologia per rispondere all’emergenza Covid-19 sta riscuotendo grande interesse, soprattuto nelle Americhe, zona al momento molto colpita dal virus. Il progetto open source è in attesa della certificazione di conformità in Messico
Il ventilatore polmonare FI5 messo a punto dalla Ferrari e dall'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) per rispondere all’emergenza Covid-19, sta attirando manifestazioni di interesse da parte di diversi paesi nel mondo. Il progetto open source, un brevetto aperto a disposizione di chiunque desideri produrlo, sta riscuotendo particolare interesse nelle Americhe, al momento la zona più colpita dalla pandemia. Il paese più veloce nel cogliere l’opportunità offerta dal FI5, è stato sin qui il Messico. Già nella giornata della presentazione, lo scorso 13 maggio, numerose aziende del paese latino-americano hanno scaricato le informazioni a dispsizione sulla piattaforma open source Github. Tre prototipi del FI5 sono già stati realizzati nella nazione centroamericana e sono ora all’esame degli enti responsabili per la certificazione di conformità agli standard richiesti dal locale Ministero della Salute. Una volta che questo iter sarà completato, potrà iniziare la produzione in serie con l’obiettivo di realizzare un numero di dispositivi tale da sopperire all’emergenza ospedaliera. Nelle ultime settimane sono centinaia ogni giorno le persone che si ammalano, con i casi più acuti che necessitano di un ausilio respiratorio.
La presentazione a Città del Messico
FI5 è stato presentato in maniera ufficiale a Città del Messico nella sede del Consolato Italiano alla presenza di esponenti di entrambi i Paesi. Da parte di Scuderia Ferrari e IIT è stata assicurata la massima disponibilità a collaborare con le aziende messicane: la Casa di Maranello ha contribuito a individuare alcuni dei fornitori così da poter velocizzare l’intero processo di produzione e facilitare la certificazione dei dispositivi, mentre l’Istituto Italiano di Tecnologia ha messo a disposizione il supporto dei propri tecnici.