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Formula 1, GP Emilia Romagna: l'analisi tecnica della gara di Imola

Formula 1

Cristiano Sponton

La Ferrari conferma i progressi a livello di performance visti già a Portimao anche a Imola, pista più ostica. La SF1000 non ha sofferto con le soft come al Nurburgring, anche se manca ancora molto a livello di velocità per competere con Mercedes e Red Bull

GLI HIGHLIGHTS DEL GP DI IMOLA

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La gara di Imola ha regalato il settimo titolo costruttori alla Mercedes. Il team anglo-tedesco è riuscito a battere un altro record che resisteva da diversi anni (6 titoli della Ferrari dal 1999 al 2004). Con la vittoria numero 93 della sua carriera Hamilton si è portato ad un passo dal settimo titolo mondiale. Per il campione inglese non è stata una vittoria molto facile ma è stata costruita a suon di giri veloci dopo il pit stop di Bottas e Verstappen. Bottas, dopo la pole position ottenuta in qualifica, non è riuscito a conquistare la vittoria anche a causa di alcuni guai alla sua Mercedes che gli hanno fatto perdere decimi preziosi. Terzo posto per Ricciardo che ha portato, per la seconda volta in stagione, la Renault sul podio. Il pilota australiano ha approfittato del ritiro di Verstappen e dell’errore strategico della Racing Point di Perez (P6) per regalare punti preziosi al team francese. Renault è riuscita a guadagnare qualche punto sulla McLaren visto il settimo posto ottenuto da Sainz e l’ottavo di Norris. Ottimo il risultato dell’Alpha Tauri che, dopo il ritiro di Gasly, è riuscita a portare Kvyat al quarto posto davanti alla Ferrari di Leclerc. Da segnalare l’ottima prestazione dell’Alfa Romeo che è riuscita a concludere la gara a punti con entrambi i piloti.

 

Hamilton è stato aiutato dalla Virtual Safety Car?

La risposta è no. Quella ottenuta domenica scorsa è stata una delle vittorie più belle in carriera per il futuro sette volte campione del mondo. Dopo la partenza era difficile prevedere un Hamilton vincitore. Scattato in seconda posizione, ma dal lato sporco della pista, era stato infilato alla variante del Tamburello da Max Verstappen. Imola è una pista dove il sorpasso è molto difficile anche perché è molto impegnativo seguire a distanza ravvicinata un’altra monoposto. Dai dati degli ingegneri devi essere circa 2 s più veloce per riuscire a completare un sorpasso pulito su questo tracciato. Questo Hamilton lo ha capito dopo i primissimi giri, infatti, si è messo a distanza di sicurezza da Verstappen in modo da non stressare oltre modo gli pneumatici e raffreddare correttamente la sua W11. Bottas non è riuscito ad allungare su Verstappen e questo è stato il vero motivo che ha contribuito alla vittoria di Hamilton. Al giro 18 Verstappen è stato richiamato ai box per cercare un undercut sul pilota finlandese visto che il gap tra i due era inferiore ai 2 secondi. Uscito con gomme hard, il pilota olandese è riuscito a trovare subito il giusto grip dalle sue gomme e questo ha costretto gli uomini della Mercedes a richiamare Bottas ai box in modo da proteggere la prima posizione. Questo ha lasciato via libera ad Hamilton che ha potuto girare in “aria pulita” e, a suon di giri veloci, è riuscito a costruirsi l’overcut su Verstappen e Bottas.

Dal grafico potete osservare l’incremento di ritmo che ha avuto Hamilton dopo la sosta di Bottas e Verstappen. L’obiettivo era quello di portare il suo gap ad oltre 27 s in modo da potersi fermare ai box e rientrare in prima posizione. Il grafico ci mostra che al giro 29 Hamilton era riuscito a portare il suo vantaggio ad oltre 28 s ed è per questo che il regime di Virtual Safety Car non è stato fondamentale per la sua vittoria. Sicuramente lo ha aiutato per entrare in pista con un vantaggio più ampio su Bottas e Verstappen ma non è stato un fattore decisivo per la sua vittoria.

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Perché Bottas non aveva il passo di Hamilton?

Bottas dopo l’ottima partenza sembrava poter controllare piuttosto agevolmente la corsa. Visto il ritmo che ha avuto in qualifica si pensava che potesse contrarre piuttosto agevolmente la corsa. Ma qualcosa è andato storto sulla sua vettura e questo gli ha creato dei grossi problemi di guidabilità. Al giro 2, alla curva della Tosa, ha raccolto tra il sottoscocca e i bargeboards una parte dell’endplate anteriore della Ferrari di Vettel che si era staccato dopo un contatto con Magnussen nel giro 1. I detriti tra la sottoscocca e il bargeboard gli sono costati 50 punti di carico che, dati alla mano, equivalgono a circa 7-8 decimi al giro. Bottas ha visto il detrito in pista, ma non ha potuto evitarlo. "Avrei potuto tagliare la gomma o passarci sopra nel mezzo. Ho deciso per quest'ultima. Non c'era più tempo. Sono stato avvertito dalla mia squadra che c'era qualcosa. Ma parlavano di sassolini. Le bandiere gialle non sono state sventolate". Bottas, messo sotto pressione da Verstappen, aveva commesso un errore alla Rivazza che gli era costato la seconda posizione. Seconda posizione che è stata agganciata qualche giro più tardi grazie al ritiro della red Bull di Verstappen.

 

Come è stata la gara della Red Bull?

È stato un week-end pessimo per il team di Milton Keynes e per la sorella Alpha Tauri. Prima della gara le aspettative erano alte visto la terza posizione di Verstappen, la quarta di Gasly, la sesta di Albon e l’ottava di Kvyat. La gara di Gasly è terminata molto presto per un problema alla Power Unit quando si trovava in quinta posizione. Verstappen si è girato alla Variante del Tamburello per una foratura avvenuta a 12 giri dalla fine quando era comodamente in seconda posizione. È stata una cosa completamente inaspettata anche per il team che, dall’analisi dei dati, non aveva riscontrato nessun problema sulle gomme. Il secondo posto non era in discussione perché, scavalcato Bottas, il pilota olandese aveva un ritmo migliore rispetto alla Mercedes. Come possiamo notare dall’analisi del passo gara, Verstappen, girava circa mezzo secondo più veloce rispetto alla W11 del finlandese. Non aveva comunque la velocità per insidiare Hamilton che, nel secondo stint, è riuscito a tenere un ritmo inarrivabile per tutti.

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Gara negativa anche per Albon che ha terminato fuori dai punti dopo un errore commesso per riuscire a rispondere al sorpasso subito da Perez. La Red Bull, finita dietro alla Racing Point, ha perso deportanza al posteriore e le sue gomme erano ancora troppe fredde e, per questo motivo, è finito in testacoda.

 

Come è stata la gara della Ferrari?

La pista di Imola ha confermato i progressi che si erano visti a Portimao. Il tracciato in riva al Santerno era molto più ostico rispetto a quello portoghese per la SF1000, ma, a livello di performance c’è stata sicuramente una crescita. Manca ancora molto in termini di velocità per raggiungere Mercedes e Red Bull ma si è riusciti a raggiungere i team di centro classifica come Renault, Racing Point, McLaren e Alpha Tauri. In qualifica sia Leclerc che Vettel avevano faticato molto nel portare in temperatura le anteriori ma, in gara, si è riusciti a sfruttarle in modo migliore. Rispetto al Nurburgring i passi avanti sono stati notevoli specialmente nello sfruttamento della soft che aveva tanto fatto penare Leclerc ad inizio gara. Progressi che sono stati confermati anche da Mattia Binotto: “Questa volta con le soft non abbiamo sofferto come in Germania, sia a livello di graining che di degrado, quindi penso che questa sia la parte positiva. Il passo gara era buono e Charles con le soft riusciva ad andare più forte di Ricciardo. Peccato quindi per la qualifica di ieri”. I miglioramenti della SF1000 si vedono anche nella gara di Vettel che, dopo una qualifica deludente, è riuscito a mettere insieme a disputare un’ottima gara. Il pilota tedesco grazie alla costanza di tempi ottenuti con la gomma media poteva tranquillamente terminare in zona punti ma, un errore ai box, gli ha fatto perdere tantissimi secondi. Questo tempo perso è stato determinante nel risultato finale come ha ammesso Binotto dopo la bandiera a scacchi: “Sebastian sicuramente si trova più a suo agio con questa vettura che con quella di qualche gara fa, lo sta dimostrando il suo passo gara. Anche a Portimao tutto sommato lo aveva fatto. Spero per lui che nelle prossime gare non combineremo altri pasticci al pit stop. Credo che la sua strategia fosse quella giusta. [--] stavo facendo la corsa su Norris. Abbiamo cercato di lasciarlo fuori a lungo con le medie per provare a guadagnare delle posizioni, ma quando si era stabilizzato era il momento di rientrare. Quindi la strategia di Seb era buona, ma abbiamo pasticciato al pit stop”.

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