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F1, se Mick Schumacher scrivesse a Babbo Natale: una lettera aspettando il Mondiale 2021

Formula 1

Lucio Rizzica

Cosa si lascia alle spalle Mick Schumacher dopo il 2020 e cosa lo attende nel prossimo anno, quando con la Haas sarà tra i protagonisti del Mondiale di Formula 1. Proviamo a immaginarlo attraverso un gioco di pura fantasia, una "lettera" indirizzata a... Babbo Natale

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Non c'è un'età precisa in cui si smette di credere a Babbo Natale. Sappiamo che accade, prima o poi. In fondo, a pensarci bene, è un passaggio dai sogni dei bambini, affidati a un uomo panciuto, barbuto e vestito di rosso, a quelli degli adulti che si aggrappano a Dio, al destino o alle stelle nella speranza che qualcosa d'importate si materializzi nella loro esistenza. E qualcosa d'importante senza dubbio c'è stato nel 2020 di Mick Schumacher. La vittoria in Formula 2 e il passaggio in Formula 1 con la Haas per il prossimo Mondiale sono il coronamento del sogno di un ragazzo che sta diventando uomo. E del ragazzo, del quale sappiamo tutto perché figlio del mito Michael, proviamo a intercettare sentimenti e sensazioni con un gioco di pura fantasia. Immaginiamo una sua lettera a Babbo Natale in una giornata, la vigilia, che resta magica anche se profondamente diversa da quelle del passato.

Caro Babbo Natale
 

ti ricordi di me? So che ti sorprenderò, perchè non ho nulla da chiederti. Ma lo faccio solo per parlare un po’. Avevo tanta voglia di scriverti. Però, se ci tieni proprio a sapere come mi sono comportato quest’anno, beh, posso dirti che sono stato davvero bravo. Anzi, bravissimo. Ho fatto tutto bene, sai? Sono stato attento e ho fatto strada, tanta strada. Certo che ne è passato di tempo, Babbo Natale mio, da quando ti scrivevo le mie letterine e le appoggiavo sotto l’albero illuminato. Era tanto tempo fa. E di quei giorni di festa trascorsi da bambino ho tanta nostalgìa. Ma ora sono cresciuto, sono diventato un uomo e ho imparato a guardare alle cose in un modo diverso. Mamma Corinna mi dice che succede, che è normale e fa parte della vita.  

 

Sai? Lei mi sta sempre vicino, si divide come puo’ fra i miei mille impegni e quelli di mia sorella Gina Maria, che a cavallo è diventata proprio brava. Ma non mi lascia mai solo. E quando non c’è, con me c’è sempre Sabine, che mi fa un po’ da addetta stampa e un po’ da sorella maggiore. Mi ha aiutato molto in questi lunghi mesi nel corso dei quali ho dovuto affrontare –andando in giro per il mondo- questa maledetta pandemìa che ci sta togliendo il respiro. Sabine mi ha visto nascere. Quando mi guarda mi dice che quasi non mi riconosce più per quanto sono cresciuto. Ogni tanto mi racconta di quando muovevo i miei primi passi sui kart e lei mi proteggeva facendo in modo che per tutti io fossi Mick Betsch e basta: e quanto si arrabbiava se qualcuno provava a scrivere Mick Schumacher. 

 

Oggi invece è felice e orgogliosa di me e pure mamma e Gina Maria lo sono. Soprattutto quando i tifosi mi dimostrano il loro affetto e ci fanno sentire che quel cognome che mi porto addosso non è più un peso ma quasi un marchio di fabbrica. Ho fatto passi da gigante, ho imparato a guidare e a combattere in pista. Nella vita purtroppo avevo già imparato a farlo. Ho vinto due titoli, quasi uno dietro l’altro. Ma l’ultimo è stato il più bello. Arrivato come piace a me, in crescendo, curando l’amore per i dettagli. Me lo ha insegnato papà, prima di addormentarsi in un mondo tutto suo. E ne ho fatto tesoro. Adesso mi aspettano prove ancora più dure. Mi aspetta la Formula 1, ma io mi sento pronto. Ho intorno a me tanta gente, il calore di una scuderia dalla storia ineguagliabile, una squadra giovane che ha voglia di far bene e tutto il tempo di continuare a studiare e perfezionare la mia guida. 

 

No davvero, caro Babbo Natale, non ho nulla da chiederti. Quel che verrà sarà solo frutto del mio lavoro e della mia testardaggine, come sempre. Ma sono sicuro che ce la farò. La Haas è un ottimo team, ma se correrò con loro non è per fare una scortesia all’Alfa Romeo. E’ per avere il tempo di imparare. E tenere lontane da me pressioni inutili e deleterie. Sai? E’ stato bello quest’anno fare risultato dove anche il mio papà aveva messo tutti in fila. Mi è sembrato quasi di ricevere il testimone da lui e ho sentito forte il bisogno di averne cura e non rovinare tutto. Ma non è pressione. E’ senso di responsabilità. Ecco, avverto forte il senso della responsabilità di dover fare bene, dare il massimo, fare del mio meglio per non dover poi mai sentirmi in difetto un domani. Ma non è un peso. Né timore di paragoni impossibili. Io sono Mick e basta, ora ancora di più. Farò la mia strada e arriverò dove le mie forze me lo consentiranno.Papà in pista era di un altro pianeta, un fenomeno, un campione, non dovrò fare la corsa su di lui ma su me stesso, anche se non lo nego: mi piacerebbe un giorno poter diventare bravo come lui. O come Lewis che ha fatto altrettanto bene. Io sono solo all’inizio del mio percorso, il pensiero dei loro trionfi non mi sfiora neppure. Non adesso.  

 

Bene, ora devo andare. Caro Babbo Natale, sai che mi ha fatto proprio bene scriverti e parlarti come si parla a un vecchio amico? Non sono più un bambino oramai, non ho da affidarti nessun mio desiderio. Non voglio regali. Semmai porta i miei a chi ne ha più bisogno o non ha modo di scriverti. Io volevo solo parlarti un po’. Anche se, lo confesso, un piccolo sogno in fondo al cuore ce l’ho, ma non so se potrai mai esaudirlo. Ecco, mi piacerebbe tanto poter tornare in pista accanto a papà, io e lui insieme. So che per questo non potrai aiutarmi. Ma a Natale tutto può succedere. Ecco, se proprio potessi… io l’ho detto. E nel profondo del mio cuore ci spero. Buon Natale, Babbo. E buon lavoro. E se passi da qui con la slitta, lancia un urlo… correrò a salutarti dalla terrazza del tetto. E a guardarti scorrazzare fra le stelle. Tu con le tue renne, io in attesa di ritornare ad avere fra le mani un Cavallino… E tieniti in forma. Perché ti sfiderò. A presto, riguardati… 

 

Tuo Mick