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MotoGP 2018, test Jerez: Zarco è il più veloce. Marquez e Pedrosa provano la carena con le ali

MotoGp

Sandro Donato Grosso

Senza le Ducati, già volate verso il Mugello, è il francese della Yamaha Tech3 a far segnare il miglior tempo nella prima giornata di test a Jerez. Curiosità sulle Honda di Marquez e Pedrosa, che hanno montato una nuova carena con le 'ali'. Proseguono i problemi della Yamaha

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"Con la Yamaha mi sono divertito tanto anche oggi... E' agile, veloce nelle accelerazioni ed abbiamo fatto piccoli passi avanti in termini d'elettronica...". Sin qui potrebbe sembrare una normale dichiarazione di un pilota della Casa di Iwata, ma se a parlare è Johann Zarco secondo nel Mondiale con una Yamaha clienti vecchia di due stagioni ed il più veloce anche nei test di Jerez il giorno dopo una gara che alimenta i dubbi di Rossi e Vinales, allora le sue parole hanno il gusto di un caco acerbo addentato alle sette del mattino.

Il  francese, in uscita dalla Yamaha per andare in KTM, per la serie "fiume in piena" ha anche detto che vuole vincere sulla pista di casa Le Mans giusto qualche giorno dopo che il suo manager alter ego Laurent Fillon ha anche dichiarato che Rossi avrebbe messo il veto sulla sua permanenza in Yamaha. Le bordate, puntualmente mascherate da modi gentili, sono state rispedite al mittente con un sorriso da parte di Valentino, ma di fatto sul foglio dei tempi rimangono le prestazioni del francese che va sempre più forte dei due ufficiali ed anche nelle prove ha dimostrato di essere più in forma. Il miglior tempo, su una pista gommata dalla gara e molto veloce al mattino, lo ha realizzato con uno pneumatico sperimentale extra soft che la Michelin aveva portato per l'occasione, ma ha avuto anche un ottimo ritmo nel passo gara nei 63 giri percorsi.

I RISULTATI DEI TEST

1 ZARCO Johann Monster Yamaha Tech 3 1:37.730 53/63
2 CRUTCHLOW, Cal LCR Honda CASTROL 1:37.947 57/67 
3 PEDROSA, Dani Repsol Honda Team 1:37.980 68/75
4 VIÑALES, Maverick Movistar Yamaha MotoGP 1:38.139 19/64 
5 MARQUEZ, Marc Repsol Honda Team 1:38.232 21/62
6 MORBIDELLI, Franco EG 0,0 Marc VDS 1:38.288 65/66
7 RABAT, Tito Reale Avintia Racing 1:38.304 26/88 
8 NAKAGAMI, Takaaki LCR Honda IDEMITSU 1:38.444 70/74
9 MILLER, Jack Alma Pramac Racing 1:38.586 37/38
10 ROSSI, Valentino Movistar Yamaha MotoGP 1:38.673 68/69
11 SMITH, Bradley Red Bull KTM Factory Racing 1:38.674 59/66
12 ESPARGARO, Pol Red Bull KTM Factory Racing 1:38.684 20/63
13 BAUTISTA, Alvaro Angel Nieto Team 1:39.135 60/62
14 KALLIO, Mika Red Bull KTM Factory Racing 1:39.232 6/32
15 LUTHI, Thomas EG 0,0 Marc VDS 1:39.643 22/4
16 SIMEON, Xavier Reale Avintia Racing 1:39.720 13/68
17 CARDELUS, Xavi Reale Avintia Racing     
NC SYAHRIN, Hafizh Monster Yamaha Tech 3    
NC PETRUCCI, Danilo Alma Pramac Racing    

Rossi e Vinales dal canto loro hanno fatto delle prove di set up in attesa che arrivino sviluppi importanti di elettronica. I due piloti ufficiali si sono concentrati su comparative tra due moto dalla ciclistica leggermente diversa, per valutare ancora una volta il comportamento della moto con gomme usate e temperatura dell'asfalto in aumento. Per il duo Yamaha il tema portante rimane comunque il controllo della trazione e la gestione della potenza da parte dell'elettronica, per il quale evidentemente c'è bisogno di un tempo tecnico (anche di integrazione delle nuove risorse umane già presenti e che non sono state assunte dalla MotoGP).

Rossi pensa ci voglia la seconda parte della stagione ma ha ribadito che bisogna far presto "la Yamaha correrà altri 100 anni a me rimane meno tempo". La battuta del Dottore che spera di fare dei buoni test ed una buona gara su una pista amica come la Francia. Sta meglio Pedrosa, dopo la botta rimediata ieri, ed assieme a Marc Marquez ha fatto delle prove di aerodinamica con una nuova carena con ali che richiamano quelle delle Yamaha M1.

Cala il sipario su Jerez con i box che vengono smontati velocemente per essere riassemblati al Mugello, dove giovedì e venerdì si ritroveranno gli stessi protagonisti con l'aggiunta delle Aprilia delle Suzuki e delle Ducati che prova a smaltire la rabbia di una carambola che fa male, ma che deve essere archiviata per impostare al meglio il Team del 2019 e raddrizzare la barra di quello in corso.