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MotoGP, GP Austin: solo Marquez ferma… Marquez in Texas

MotoGp

Michele Merlino

Lo scenario era perfetto: settima pole consecutiva e subito in fuga con un ritmo impossibile. Marquez era avviato ad eguagliare la sequenza di Rossi di 7 vittorie consecutive al Mugello, ma si è autoeliminato al nono giro quando aveva un vantaggio abissale di più di tre secondi

L'EDITORIALE DI GUIDO MEDA

VIDEO. LA CADUTA DI MARQUEZ

DOVIZIOSO: "PUNTI IMPORTANTI PER IL MONDIALE"

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Un sabato perfetto per Marquez: settima pole consecutiva ad Austin, primo circuito in cui ottiene questo bottino in top-class, a confermare l’ottimo feeling tra la Honda e gli Stati Uniti, con 12 pole in altrettante gare corse dal 2012 in poi su suolo americano.

Marquez era avviato ad un successo in solitaria, ma al nono giro il patatrac, con una caduta che, anche dal punto di vista statistico, ha non poche implicazioni.

Per la prima volta Marquez non è stato in grado di salire sul podio di Austin, aveva vinto le 12 precedenti gare che aveva corso negli USA (sequenza partita addirittura nei suoi giorni in Moto2) e le ultime 15 gare negli USA erano state vinte tutte dalla Honda.

Crutchlow (caduta) e Lorenzo (guasto) hanno completato la débâcle Honda, che ha rischiato seriamente di non finire a punti: ha salvato la situazione Nakagami, con un modesto 10° posto; quando basta per tenere attiva la sequenza a punti della casa giapponese, 575 gare di fila, iniziata a Jarama nel 1982.

La prima di Rins per un mondiale imprevedibile

Abbiamo sognato fino a 4 giri dalla fine, con Rossi in testa, ma alla fine a prevalere è stato Rins, che, al pari di Marquez (almeno fino alla vigilia…) ha un feeling particolare con Austin.

Il primo successo nel motomondiale di Alex giunse proprio qui ad Austin, in Moto3 nel 2013; si è poi ripetuto, conquistando il suo primo podio Moto2 in questo stesso circuito nel 2015; ha vinto di nuovo ad Austin (Moto2) nel 2016 ed ora, a tre anni di distanza, vince la sua prima gara in MotoGP.

È un vero e proprio exploit per la Suzuki: tornano alla vittoria per la prima volta da Silverstone 2016 (Vinales) e vincono per la prima volta in top-class su suolo americano. Per loro è il 92° successo in top-class.

A conferma di un mondiale altalenante e di un risultato a sorpresa, il fatto che Rins è il terzo vincitore proveniente da tre marche diverse in questo inizio di stagione: non succedeva dal 2008, quando i primi tre sul gradino più alto del podio furono Casey Stoner su Ducati, Dani Pedrosa su Honda e Jorge Lorenzo su Yamaha.

La domenica degli italiani

Dovi, mai a suo agio ad Austin, ha salvato la situazione alla grande con un quarto posto e la leadership mondiale, seguito da Rossi: abbiamo due italiani ai primi due posti del mondiale per la prima volta da Jerez, quattro anni fa (2015), quando Vale e Dovi erano a posizioni invertite.

Austin positiva anche per Morbidelli (5°) e Bagnaia (9°), entrambi al loro miglior risultato in top-class.

Poca fortuna per i nostri colori nelle classi inferiori, nelle quali portiamo a casa solamente un podio: il terzo posto di Migno in Moto3. Resta comunque da incorniciare il quarto posto di Mattia Pasini in Moto2, ottenuto due settimane dopo…essere uscito dalla cabina di commento di Sky Sport!