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MotoGP, Aleix Espargaró a Sky: "Ho bisogno di Iannone per il podio"

MotoGp

Antonio Boselli

Il pilota spagnolo dell'Aprila si racconta nei gironi difficili dell'emergenza Covid-19: "Sembrava una cosa così lontana e ora in Andorra, dove abito, non c'è nessuno in giro. La mia testa e il mio cuore sono anche in Italia". Sull'inizio della MotoGP: "Spero sia giugno il mese giusto, altrimenti divento matto". Poi parla del compagno di squadra: "Con Iannone dovremo chiarire delle cose, ma ho bisogno di lui per andare sul podio"

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Aleix Espargaró è un pilota spagnolo che vive nel Principato di Andorra con la testa e il cuore rivolti anche all’Italia, perché corre con un team italiano, l’Aprilia.
 

Aleix, sui tuoi social abbiamo visto che non solo hai una palestra, ma hai anche una bici sui rulli quindi ti stai allenando comunque…

"Non riesco a stare a casa a fare niente e ho bisogno di allenarmi, non è che faccio tantissimo faccio un’ora di palestra e una di bicicletta al mattino altrimenti il giorno è troppo lungo".
 

Come vedi questa situazione? Sembra di essere in un film.

"Due settimane fa, quando sono tornato dal Qatar, sembrava una cosa lontana che non ci toccava ma piano piano la situazione è peggiorata, anche in Spagna ora la situazione è identica all’Italia, la gente ha paura. Io abito ad Andorra e qui proprio non c’è nessuno in giro, perché la gente ha paura".
 

Un po’ del tuo cuore è in Italia, per la tua carriera e perché il tuo team, l’Aprilia, è in Veneto. Hai sentito qualcuno della squadra?

"Il cuore e la testa sono in Italia, metà della famiglia è ad Andorra ma l’altra metà è in Italia, con l’Aprilia, la mia moto, la mia carriera sportiva. In azienda sono molto preoccupati, sento spesso Massimo Rivola, l’amministratore delegato di Aprilia Racing, e mi ha detto che in azienda sono pochissimi ingegneri a lavorare. Io pensavo che all’inizio, per noi dell’Aprilia, potesse essere un vantaggio il rinvio del campionato, perché potevamo continuare a lavorare, ma la situazione è preoccupante e non riusciremo a migliorare in quasi niente. Sinceramente mi piacerebbe andare a dormire e alzarmi a giugno, luglio quando inizieremo le gare perché Aprilia ha fatto un lavoro impressionante questo inverno e vedere la situazione che è adesso, soprattutto per Aprilia che è in Veneto in una zona particolarmente colpita, mi fa stare veramente male".
 

La F1 inizierà forse a giugno, pensi che anche la MotoGP potrà cominciare a giugno?

"Io penso di sì, voglio pensare di sì, sennò divento matto. Servirà tempo ma se saremo responsabili a giugno dovremmo stare meglio, correre tante gare in poco tempo non sarà facile per tutti piloti e team, ma speriamo di cominciare a giugno".
 

Avere tante gare sul finale della stagione è una cosa che ti piace o ti preoccupa?

"Non sarà facile perché la MotoGP è veramente fisica ed è importate arrivare fresco alle gare, fisicamente e psicologicamente sarà difficile. Dal punto di vista fisico più preparato è difficile arrivare, questo mi aiuterà ma secondo me quando ci sono tante gare in fila, lontano da casa, la cosa più importante è avere una buona relazione con tutti i membri del team. Alla fine vivi 18 ore al giorno e faremo probabilmente 8 gare in 10 settimane, quindi è importante avere un buon rapporto con la gente nel box".
 

A proposito dei rapporti nel team, hai parlato con Iannone? Ti sei arrabbiato molto quando lui ha detto che per la nuova moto l’Aprilia aveva seguito le sue indicazioni.

"A me è dispiaciuto molto quando Andrea ha detto quelle cose, mi sono sentito anche male perché io ho sempre difeso molto Andrea, abbiamo un rapporto buono e quando ho sentito quelle cose non ho capito sinceramente. Ho parlato con lui il giorno dopo, mi ha detto che lui non voleva dirlo in quel modo, che io non avevo capito bene e che ne parleremo quando ci rivedremo in pista. Io gli ho detto che va bene, che per me non c’era problema. Ho parlato con lui anche sui social, a me non piace avere una relazione negativa con il mio compagno di squadra perché è molto importante che il clima del box sia buono. Il mio obiettivo non è distruggere il mio compagno di squadra, io voglio lottare per il podio e non per forza battere il mio compagno di squadra. Sento che per il podio, mi serve Andrea perché è un pilota forte che mi aiuterà nello sviluppo della moto. Ma mi servirà soprattutto ad essere più cattivo, più veloce, più forte. Sinceramente spero di rivederlo alla prima gara, perché anche la sua situazione non è facile".
 

Tu hai una grande esperienze in MotoGP: hai guidato la Yamaha, la Ducati, la Suzuki e la prima Aprilia. Dove collochi questa RS-GP 20?

"Il primo feeling che ho avuto con la nuova Aprilia mi ha fatto ricordare la Yamaha, una moto bassa, stabilissima, sempre sui binari, facilissima da guidare. Le Aprilia che ho guidato prima erano più alte, meno compatte, si muovevano tantissimo, questa invece ha il baricentro più basso, ti senti tutt’uno con la moto, è molto più dolce, è meno fisica, gira un po’ di più. Anche il nuovo motore, ha un’erogazione migliore, non abbiamo tanta potenza in più ma è più facile e più fluido nella guida".
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In termini di risultati, considerando che la MotoGP è arrivata a un livello molto alto, dove pensate potreste essere?

"È molto difficile dirlo solo con i test, perché non si conosce mai il vero livello delle moto ma se prendiamo il passo gara che abbiamo avuto sia in Malesia e sia in Qatar eravamo tranquillissimamente tra i primi. In gara poi cambia tanto, ma questa moto ha fatto un passo gara gigante. L’anno scorso faticavamo ad essere tra i primi 12, quest’anno lotteremo per le prime 6-8 posizioni in tantissime gare".
 

Ti ha colpito il fatto che Marquez e la Honda all’ultimo giorno di test abbiano tirato fuori la moto del 2019?

"Questo ti fa capire quanto alto sia il livello della MotoGP, anche un fenomeno come Marquez, sebbene avesse una spalla ancora dolorante, era molto indietro a poche ore dalla fine del test. Purtroppo in Giappone non hanno restrizioni come in Italia e Spagna e quindi lavoreranno tantissimo per sistemare la moto. Poi anche la Suzuki è cresciuta tantissimo, Mir e Rins sono fortissimi, Yamaha ha fatto un dream team. Per me sarà un anno spettacolare".
 

Quale sarà secondo te la rivelazione della stagione?

"Tra i giovani, direi Joan Mir perché vedendolo in pista è davvero forte. Deve migliorare ancora tanto, per esempio consuma tanto la gomma posteriore, ma è davvero veloce. Sinceramente spero che anche in me e nell'Aprilia: ci meritiamo un anno buono, abbiamo lavorato tanto. Io sono più motivato che mai, ho 30 anni ma me ne sento 18, dopo anni di fatiche e delusioni, sembra che questa RS GP20 ci permetta di lottare per i primi posti del mondiale e questo mi fa essere molto felice".
 

Si può dire che se sul giro secco sei sempre stato molto forte, sul passo gara invece c’è da migliorare?

"Diciamo che con le moto delle ultime stagioni era proprio difficile mantenere un passo gara costante, il giro secco anche rischiando magari si portava a casa, ma in gara era difficile. Nei test abbiamo fatto run lunghi e siamo stati competitivi, certo devo migliorare ma la moto ti deve aiutare".