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Bagnaieide: l'epico racconto del Mondiale vinto da Pecco in 7 capitoli

MotoGp

Guido Meda

Bagnaia è il primo italiano a vincere il Mondiale dopo Rossi. È diventato campione proprio nel primo anno senza il mentore in pista, ridando spinta a questo sport. Pecco ha portato nel team talento, velocità, molta analisi. Sui propri errori ha costruito le virtù, della serie "sbaglio, imparo e non ci ricasco". Il modo migliore per la Ducati di continuare il suo cammino di  "ferrarizzazione": molti tifosi stanno trovando in questa moto la rossa a due ruote che fa sognare tutti

LO SPECIALE BAGNAIA CAMPIONE DEL MONDO

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Capitolo 1: dopo Rossi

Pecco Bagnaia è il primo italiano campione del mondo dopo Rossi. Detta così sembra banale e invece non lo è affatto, perché tra i mille pesi che Pecco si è portato addosso c’era pure quello del seguito pubblico, quello delle vedove inconsolabili del grande Valentino. E invece, guarda tu, è diventato campione proprio nel primo anno senza il mentore in pista, ridando spinta ad uno sport che per molti versi ha certamente bisogno di una rinfrescata e che qui da noi avrebbe potuto serenamente finire in marcia indietro. Ossigeno nuovo. Subito. Bagnaia rispetto a Rossi è continuità, pur con mille differenze.

Pecco Bagnaia con Valentino Rossi dopo la conquista del titolo a Valencia

Capitolo 2: pilota, moto, team, armonie

Per quanto sia a posto, sobrio e compassato Pecco, ci sono i suoi numeri a fare un rumore d’inferno. Sette vittorie in una stagione e cinque pole (solo Martin come lui in qualifica) sono roba da grandi veri, per non dire della rimonta da 114 punti più piena e incredibile di sempre. È vero, Bagnaia ha cominciato a rimontare mentre Quartararo stallava. Ma insinuarsi lì, dentro gli equilibri del "Diablo" che scricchiolavano,  era proprio la cosa tatticamente meno facile, ma più giusta da fare. In questo titolo di Pecco ha giocato moltissimo l’armonia fra tre componenti: il pilota, la moto, la squadra. Il pilota puó perdere la brocca (qualche errore di testa Pecco lo aveva commesso nelle prime gare e anche in Giappone), la moto può non funzionare e la squadra - quando il pilota sbrocca e la moto non funziona - può non riuscire a star dietro alle paturnie personali e meccaniche di entrambi. La grande avventura di Dovizioso in Ducati era finita con un disaccordo fatale con la Casa, per dire.  Bagnaia porta talento, velocità, molta analisi. Produce fiducia, ma anche rabbie implosive. Non sbotta, fa gli occhi di fuoco in compenso. Il suo capotecnico Christian Gabarrini porta paccate di competenza ed esperienza, ma anche di calma ed equilibrio come fa il comandante nella tempesta. Buoni tutti, fate quel che serve e il sereno tornerà.

La squadra Ducati festeggia la "tripla corona" a Valencia: nel 2022 ha vinto il titolo costruttori, il titolo come miglior team e il titolo piloti con Bagnaia

Capitolo 3: una grande Ducati

La Ducati, con un grande Dall’Igna e il suo esercito di tecnici fenomeni ed appassionatissimi, ci ha messo una moto che ha rivoluzionato la storia, la propria e quella degli altri. Dall’ordigno tutto grinta, poca guidabilità e poca attitudine alla curva che la Desmosedici era nella tradizione, si è passati alla vera moto per tutti, che fa ogni cosa alla grande senza nemmeno aver perso le sue prerogative motoristiche. Sono serviti lavoro, passi indietro nell’atteggiamento e passi avanti nella creatività e nella fantasia progettuale. Anche troppi all’inizio della stagione, quando la moto si era presentata in Qatar piena di complicazioni nuove ed eccessive per essere gestibile. Fonte di nervosismo e di punti persi. Con la calma al centro la rimonta è stata prima immaginabile, poi plausibile, poi possibile, poi reale.

La lettera d'amore scritta da Bagnaia per la sua moto dopo la conquista del titolo

Capitolo 4: guidare e lottare

La guida di Pecco Bagnaia si è fatta sicura in qualifica e sicura in gara. Le sue staccatone con la gamba fuori e il posteriore che derapa sono diventate immagini da poster di uno dei suoi punti di forza. Sugli errori commessi è stato colpevole, ma anche reo confesso e sui propri errori ha costruito le virtù. Sbaglio, imparo e non ci ricasco. È vero che una Ducati davanti di norma è un mezzo difficile da sorpassare, ma è anche vero che Bagnaia non è sempre stato davanti. E che quando c’è stato da lottare ha lottato, eccome. Il fatto curioso è che tra queste lotte si sia inserita più di una volta quella con Bastianini. I malpensanti oggi sostengono che Enea abbia fatto favori a Bagnaia, Pecco invece pensa che con Bastianini se la sia proprio dovuta sudare e in più di una occasione, che è molto diverso. Ed è molto vero. Certamente , da quando il titolo ha cominciato ad essere a tiro, gli altri piloti Ducati non sono andati ad inguaiarlo in maniera grave e gratuita con manovre inconsulte, ma i giri in Malesia con Bastianini prima dietro, poi davanti e poi di nuovo dietro, non resteranno certo tra i ricordi più dolci della stagione vincente di Pecco. Anzi.

Pecco Bagnaia ed Enea Bastianini si scambiano complimenti a fine gara - ©Motorsport.com

Capitolo 5: bravi ragazzi

Con gli avversari si è però stabilito un flusso di rispetto che non ha mai avuto cedimenti e forse nemmeno precedenti. Con Fabio Quartararo in particolare. È come se a Bagnaia non potesse capitare avversario migliore per qualità sportive e spessore umano, e anche viceversa. È la generazione nuova che rifiuta le grane, ed è pure una generazione di piloti che hanno giocato insieme da piccoli nei kartodromi delle minimoto e poi la sera uscivano tutti insieme per andare al ristorante. Le famiglie Bagnaia, Bastianini, Quartararo e per un periodo pure i Marquez con figli più grandicelli. E chissà quante volte. C’è insomma una base di rispetto che ha radici lontane e che i ragazzi non hanno nessuna intenzione di far saltare in aria, almeno fino al giorno in cui non sarà necessario. Tenendo conto poi che Pecco ha una riservatezza sua specifica che richiede un tempo fisiologico per sciogliersi, fino a mostrare le sue estroversioni e le sue enormi dolcezze note solo a chi lo vive da più vicino.

L'abbraccio tra Bagnaia e Quartararo dopo il GP Valencia, che ha consegnato il titolo nelle mani di Pecco

Capitolo 6: Valencia

La gara di Valencia è stata la sua prova più difficile e bisogna fare attenzione a non confonderla con una gara tutta lenta e tutta di braccino (il rallentamento che è figlio della paura di perdere). Nella gara di Valencia c’è stato anzi un giro che racconta tutto Bagnaia (e anche tutto Quartararo); quello in cui Pecco si è messo a lottare con Fabio in un furibondo e rischiosissimo corpo a corpo. Sette mosse , tra sorpassi e controsorpassi, con un contatto duro e un’aletta saltata via dalla Ducati sono il segno di una combattività prodotta nell’unico vero momento in cui serviva. Serviva rallentare la rincorsa di Quartararo condannato a vincere e Bagnaia non poteva e non voleva permettersi rimpianti. Ha preso rischi, sì. Perchè serviva prenderli, in quel momento lì. Poi, quando il titolo si è fatto certo, ha potuto rilassare l’andatura a livello gita con gli amici. Che il più era fatto, che Nuvola Rossa era campione del mondo, che #Gofree era finalmente di nuovo una possibilità reale, perché finché il Mondiale è stato in corso di libertà Pecco ne ha goduta ben poca.

Un duello "corpo a corpo" tra Fabio Quartararo e Pecco Bagnaia - ©Getty

Capitolo 7: campioni del mondo

Gli abbracci della fidanzata Domizia, della sorella Carola, del fratello Filippo, di papà Pietro, di mamma Stefania, degli zii, dei nonni, di Valentino Rossi, degli amici, del team, della Ducati, degli avversari, dei tifosi da sempre e pure di quelli dell’ultima ora sono stati il premio più tangibile e sfibrante nel pomeriggio più meraviglioso e assurdo della vita di Pecco Bagnaia. Che ancora forse non ha capito di essere diventato campione del mondo, di averlo fatto con la Ducati, di avere davanti a sé la prospettiva di farlo un’altra volta e chissà quante altre cose ancora. Con una Ducati, campione del mondo nelle classifiche piloti, costruttori e team, che continua il suo cammino di  "ferrarizzazione", estendendo anche grazie a questo titolo pazzesco il proprio fascino pure a chi non nasce ducatista, ma lo sta diventando. Il motociclismo che storicamente ha basato il tifo dei suoi appassionati più sui piloti che sulle moto che guidavano sta trovando nella Ducati la rossa a due ruote che con i suoi ragazzi in sella fa sognare tutti. Ducati più Bagnaia, uguale una "Nuvola Rossa" che avvolge il mondo.