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Ducati, Dall'Igna: "Bagnaia? Non getto la spugna, farò di tutto per aiutarlo"

DUCATI

Il direttore generale Ducati Corse è intervenuto su Sky Sport al termine della Sprint Race di Barcellona, che ha permesso alla casa di Borgo Panigale di vincere il 7° Mondiale costruttori della sua storia

GP BARCELLONA, LA GARA LIVE

“Siamo veramente contenti di aver ottenuto il 6° Mondiale costruttori di fila, sono numeri che mi impressionano ogni anno di più. Sono veramente contento”.

 

In questa giornata così bella, di festa, con un pilota che è prossimo a vincere il Mondiale, sinceramente quanto sta diventando pesante la situazione di Pecco?

“Pesante è una brutta parola. Pesante vuol dire che uno non ne può più e butta la spugna. Onestamente di buttare la spugna non sono proprio il tipo. Anche se finora non ci siamo riusciti, anzi forse abbiamo peggiorato rispetto a inizio stagione, cercherò con tutte le mie forze di aiutare Pecco a trovare il modo di ritrovare il feeling con la moto e di tornare ad essere il campione che è”.

 

Come farete?

“Domanda complicata, se avessi una risposta oggi avremmo fatto meglio. È chiaro che qua purtroppo non c’è una formula magica per riuscirci, bisogna oggettivamente valutare quello che è stato fatto fino a oggi e trovare qualcosa di diverso. Ma credo che tutto parta dal presupposto che noi crediamo in Pecco e lui crede in noi, sono sicuro che prima o poi troveremo la soluzione”.

 

Non credo sia facile gestire una situazione in cui un pilota vince tutto mentre l’altro che purtroppo è entrato in un circolo vizioso, che sia tecnico e che poi sia diventato anche un po’ personale, che è finito indietro. Come si fa, e come siete strutturati, per reggere la parte della casa che ha a che fare oltre che con due professionisti anche con due esseri umani? Nel caso di Bagnaia è ovviamente più delicata…

“Diciamo che sicuramente bisogna sempre partire dal presupposto che siamo tutti esseri umani e che bene o male in qualche periodo della nostra vita abbiamo bisogno di aiuto da parte di qualcuno. Cercheremo di supportare Pecco al 100%, di ritrovare prima il feeling con la moto e poi del campione che è”.

 

La considerazione è che ascoltando la disamina di Di Giannatonio dopo la Sprint, sembra quasi che da Ducati tutti i piloti si aspettano di avere la vita un po’ più facile in pista perché magari hanno una moto che è superiore alle altre. E allora si meravigliano di fare fatica quando devono lottare con gli altri. Probabile che con qualcuno si debba fare un reset per fargli capire che le cose facili non lo sono mai?

“Facili le cose non lo sono mai, soprattutto in MotoGP. In questo periodo stiamo facendo dei numeri fuori dalla normalità e ne siamo consapevoli. Non sarà la normalità del futuro, vediamo tutti che gli altri stanno lavorando molto bene e stanno migliorando. Come ogni volta cercheremo di dare ai nostri piloti il miglior mezzo possibile e il miglior setup possibile, ma può succedere che qualche volta siamo inferiori anche agli altri. È una cosa che può succedere, anzi sono sicuro che succederà”.

 

Mantenere una struttura del genere a questo livello ogni anno, quanto è impegnativo a livello personale? È una cosa che a un certo punto si potrebbe dire: ‘Basta che non ce la faccio più’?

“Prima o dopo anche lì arriva il momento di buttar la spugna, il prossimo anno faccio 60 anni ed è già un buon numero mi sembra. Vincere è difficile e continuare a essere vincenti lo è ancora di più. Ma garantisco che quando i risultati non vengono è veramente difficile gestire la situazione, fare in modo che le persone con cui lavori rimangano motivate. È difficile restare competitivi, ma è molto più difficile arrivare a esserlo”.

 

Parlando delle GP25. Abbiamo da un lato un pilota, Marc, che sembra dal primo minuto del venerdì mattina avere per le mani una base straordinaria che funziona sempre. E altri due, Bagnaia e Diggia, che sembra che vadano a esplorare mille pianeti diversi prima di arrivare a soluzioni che non sempre sono quelle azzeccate. C’è proprio una differenza di guidare e di sistemare la moto che li distanzia così tanto e li mette in situazioni così diverse?

“No secondo me più che altro è la fiducia che uno ha nella moto che è completamente diversa. Marc è dall’inizio dell’anno che sta facendo molto bene e quindi gara dopo gara la fiducia aumenta. Gli altri due hanno avuto qualche difficoltà soprattutto a inizio Mondiale e la fiducia la devono ancora trovare. Questo li porta a fare un po’ più di fatica soprattutto nei primi turni”.