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NBA, Draymond Green commenta la sconfitta Warriors

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Il numero 23 di Golden State non ha digerito la sconfitta e soprattutto il modo in cui è arrivata: "Il nostro attacco nel quarto periodo è stato atroce", ha commentato a fine gara dopo che già in campo aveva tenuto a precisare il suo punto di vista con Kevin Durant

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Draymond Green non ama le mezze misure, soprattutto dopo una partita persa in modo così rocambolesco e imprevedibile. Merito dei Memphis Grizzlies che ci hanno creduto fino alla fine, certo, ma colpa soprattutto dell’attacco di Golden State che ha smesso di macinare gioco negli ultimi 12 minuti di gioco: “Il nostro modo di attaccare nel quarto periodo è stato atroce”, commenta il numero 23 degli Warriors. “Tutti lo notano soltanto nelle sconfitte, ma io faccio attenzione a queste cose anche quando vinciamo”. Difficile non farci caso questa notte, in un match in cui i padroni di casa hanno dominato senza troppi affanni i primi 36 minuti di gioco, per poi piantarsi e mettere a referto soltanto 13 punti a fronte dei 32 degli avversari. Una rincorsa che ha permesso ai Grizzlies di completare la rimonta più ampia dell’intera regular season NBA.

Come i vecchi tempi - Il possesso decisivo a meno di 30 secondi dal termine è l’emblema della momentanea mancata sintonia in quello che è di gran lunga l’attacco più armonico dell’intera lega. Steve Kerr ha appena finito di parlare ai suoi ragazzi durante il timeout e Curry e Durant si contendono il pallone in punta. Alla fine il numero 30 lascia l’incombenza a KD, costretto anch’egli a farsi da parte, lasciando l’uno contro uno all’ex giocatore dei Thunder. Proprio come spesso accadeva ai tempi di OKC, Durant palleggia per diversi secondi e poi tenta la tripla che si ferma soltanto sul primo ferro. Non di certo il tipo di soluzione che ha reso semi invincibili questi Warriors, come ci tiene a far notare un infuriato Draymond Green al diretto interessato. Un confronto che fa tornare a galla alcuni dei dubbi che in molti hanno espresso dopo l'arrivo dell'MVP del 2014 a Oakland: nelle partite decise nel finale, a chi spetta l'ultimo tiro?

Sconfitta salutare - Non di certo l'interrogativo che preoccupa Steve Kerr, che di certo non può incassare a cuor leggero una sconfitta del genere: “Il nostro linguaggio del corpo diceva tutto nel finale. Abbiamo giocato una gara solida per tre quarti, prendendoci cura del pallone e difendendo nel migliore dei modi. Ma appena loro hanno piazzato il parziale per rientrare, il nostro atteggiamento è cambiato”. Una battuta d’arresto di cui l’ex giocatore dei Bulls vuole fare tesoro: “Sono felice che abbiamo perso questa gara, così avrò la possibilità di far notare ai miei ragazzi delle cose che dobbiamo assolutamente correggere se vogliamo provare a vincere il titolo NBA”, chiosa. Di certo ci sarà da discutere di quel possesso finito nelle mani di KD e farlo diventare un momento di crescita e non una frattura nello spogliatoio.