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NBA, partita senza musica? “Patetica”, dice Green

NBA
Il messaggio del Madison Square Garden (Foto Getty)

L'esperimento dei Knicks di non utilizzare musica e video di intrattenimento durante il primo tempo della partita con Golden State non è piaciuto proprio a nessuno, soprattutto a Draymond Green

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Patetico, ridicolo, irrispettoso. Sono solo tre degli aggettivi utilizzati da Draymond Green per definire l’esperimento dei New York Knicks, che per tutto il primo tempo della partita di ieri non hanno utilizzato musica o intrattenimento nei tempi morti del matinée contro la miglior squadra della lega. Il risultato, però, non è piaciuto ai protagonisti in campo, soprattutto al mai quieto numero 23 dei Golden State Warriors: “È stato patetico e ridicolo. Ha cambiato il flusso della partita. Siamo abituati a giocare in un certo modo e questa scelta l’ha completamente cambiato. A mio modo di vedere è irrispettoso nei confronti di tutti, da Michael Levine [responsabile della NBA per l’intrattenimento e il marketing dei giocatori, ndr] a Rick Welts [presidente e direttore operativo degli Warriors, ndr] e tutte le persone che hanno cambiato il gioco dal punto di vista dell’intrattenimento”.

L’esperimento — I Knicks avevano annunciato la decisione di non utilizzare musica, video o intrattenimento attraverso un messaggio sui megaschermi del Madison Square Garden poco prima dell’inizio della gara, ma ai giocatori e agli allenatori la novità non è piaciuta per niente. “È stato come tornare alle medie, con i riscaldamenti in cui sei solo tu con i tuoi compagni” ha detto Steph Curry, anche lui non entusiasta dell’idea. “Ho letto il messaggio sul tabellone: volevano che i tifosi si godessero la partita nella sua forma più pura. È un bel modo di venderla…”. Un sentimento condiviso anche nell’altro spogliatoio, quello dei teorici padroni di casa: Kristaps Porzingis ha detto chiaramente che non gli è piaciuto, e Courtney Lee ha aggiunto che “ha tolto il fattore campo alla partita, perché il pubblico non era coinvolto e non ci ha dato energia”. Carmelo Anthony, dal canto suo, si è limitato a definire la scelta come “diversa”, mentre Steve Kerr ha chiosato con parole chiare: “È stato strano, davvero strano. A volte lo si da per scontato perché ogni partita NBA ha un sottofondo musicale, non ci fai quasi più caso fino a quando non lo trovi più. Sembrava di stare in chiesa, era davvero silenzioso. Forse lo hanno scelto perché era domenica, non so. Nel secondo tempo è andata meglio, sembrava più normale”.

B***c don’t kill my vibe — Proprio il vibe differente della gara prima dell’intervallo è la principale critica mossa da Green, il più vocale in assoluto nell’esprimere il proprio disappunto: “Avete visto il primo tempo? È stato orrendo, approssimativo, confuso. Non c’era alcun ritmo. E che ci crediate oppure no, tutte queste cose fanno la differenza in una partita. Ti aiuta a entrare in certo ritmo: quando c’è la musica, ti aiuta a entrare in uno stato mentale e fisico diverso. Non penso che lo abbiano fatto per farci un danno, ma di sicuro lo hanno fatto alla partita. Devono prendere questa idea e cestinarla immediatamente”. Un vero e proprio rant sul tema che per Green abbraccia anche prospettive più ampie: “Nel mondo si va avanti cercando di rendere migliori le cose, non tornando indietro a quando le cose facevano schifo. Voglio dire, i computer oggi fanno qualsiasi cosa per noi: [stasera] invece è stato come tornare alla carta. Perché mai si dovrebbe fare? È stato ridicolo”. Se qualcun altro avrà l’idea di replicare l’esperimento dei Knicks, conviene che si prepari a una veemente risposta da parte dei giocatori in campo.