Golden State va vicinissima alla quarta sconfitta in fila finendo sotto di 16 punti contro Philadelphia. A salvarla il quarto quarto da protagonista di Steph Curry e un Draymond Green che firma la sua gara più completa della stagione per firmare il 106-104 Warriors
È il 29° compleanno di Steph Curry, che festeggia segnando 29 punti (25, 27 e 29 le ultime tre volte che è sceso in campo il giorno della sua festa) ma il vero protagonista della rimonta e della vittoria dei Golden State Warriors sui Philadelphia 76ers 106-104 è un Draymond Green tuttofare da 20 punti, 8 rimbalzi, 8 assist, 6 stoppate e 4 recuperi, cifre che nella NBA non si vedevano dal 2000 e da un'analoga prestazione di Chris Webber. È lui il principale motivo per cui gli Warriors – dopo essere finiti sotto anche di 16 punti sul finire del terzo periodo – riescono a evitare la quarta sconfitta consecutiva, che avrebbe avuto i contorni della vera e propria umiliazione. Philadelphia sfrutta un terzo quarto da 31 punti per mettere paura ai padroni di casa, trascinata dai 25 punti con 7 rimbalzi, 6 assist e 3 recuperi di un Dario Saric sempre più intenzionato a mettere in dubbio il titolo di Rookie dell’Anno del suo compagno Joel Embiid e ai 22, di cui 16 nel primo tempo, di Jahlil Okafor, ottimamente spalleggiato da Richaun Holmes (14 con 6/10 al tiro) in uscita dalla panchina. Golden State si aggrappa – oltre che a Green, protagonista di una decisiva stoppata nel finale – al solito Klay Thompson, autore di 28 punti con 5 triple a segno, in attesa che Steph Curry ritrovi finalmente la sua mano.
Si accende Steph – Accade nel quarto quarto, quando il n°30 degli Warriors infila tre triple guidando il parziale di 19-2 con cui i vice-campioni NBA si assicurano la vittoria”. “Non lo chiamo uno slump – le parole del due volte MVP NBA, riferendosi al 26/89 da tre punti collezionato negli ultimi 8 incontri – perché farlo vorrebbe dire che ho perso un po’ di fiducia nel mio tiro, e non è così” [forse ispirato anche dai cori di "Happy Birthday" ricevuti dai suoi giovani fan asiatici nel prepartita, vedi video]. “Quello che mi piace di Steph è proprio questo: lui non smette di tirare quando il pallone non entra, perché non perde mai confidenza nelle sue capacità. È il segno dei campioni”. Parole di incoraggiamento arrivano anche dall’altro Splash Brother, Klay Thompson: “Presto esploderà con una partita da ricordare – prevede – e comunque è meglio che questi tiri li sbagli ora piuttosto che a maggio o a giugno”.
Il ruolo della difesa – Per gli Warriors la rimonta contro i Sixers segna la quarta gara stagionale in cui gli uomini di Steph Curry vincono dopo essere stati sotto di 16 punti, uno svantaggio che ancora nel quarto quarto ammontava a 12 punti (solo l’ottava volta in tutto l’anno in cui dopo 36 minuti di gioco Green & Co. si sono ritrovati sotto in doppia cifra). A sistemare le cose ci ha pensato la difesa, capace di forzare 6 delle 23 palle perse dei Sixers nell’ultimo parziale di gioco, tenendo Philadelphia a 6/20 dal campo.