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Cavaliers, il retroscena di coach Lue: “Volevamo prendere Garnett”

NBA

Durante un’intervista, l’allenatore dei Cleveland ha raccontato di aver contatto l’ex giocatore dei Celtics, chiedendogli di tornare a giocare per accasarsi con i campioni NBA

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“Scusa Kevin, potresti ritornare a giocare?”. Questa l’indiscrezione choc venuta fuori nelle scorse ore durante un’intervista rilasciata da coach Tyronn Lue. I problemi difensivi di questi Cleveland Cavaliers infatti sono davvero sotto gli occhi di tutti, in particolare dell’allenatore campione NBA in carica, preoccupato nelle ultime settimane disponibili per compiere operazioni di mercato in vista dei playoff di rinforzare in particolare il reparto lunghi. L’arrivo di Andrew Bogut sembrava poter risolvere buona parte dei problemi a protezione del ferro di Cleveland; un’esperienza purtroppo durata ben poco quella in maglia Cavs dell’ex giocatore degli Warriors, infortunatosi dopo neanche un minuto di gioco e fuori per il resto della stagione. Per correre ai ripari il front office di Cleveland ha provato la carta Larry Sanders, fuori dalla lega da due anni e giunto in Ohio in improbabili condizioni fisiche. Le partite di D-League disputate dall’ex giocatore dei Bucks sono state utili più che altro per mettere sott’occhio Edy Tavares, protagonista nei due match contro i Chanton Charge (la squadra della lega di sviluppo associata ai Cavs), bravo ad approfittare delle inattese attenzioni e a mettere a referto ben 11 stoppate. In tempi di magra tanto basta per prendere un contratto buono per giocarsi da terzo lungo i playoff con i Cavaliers, visto che il colpo a sorpresa era ormai definitivamente svanito.

Tentar non nuoce…

Infatti la notizia più importante venuta fuori durante l’intervista rilasciata a ESPN non è legata all’attualità, né alla vittoria in gara-1 raccolta contro Toronto, ma relativa a quanto raccontato riguardo la possibilità di reclutare Kevin Garnett nelle scorse settimane, dopo che l’infortunio di Bogut aveva nuovamente complicato l’assunto: “È stata una chiacchierata informale in cui gli ho chiesto se voleva ritornare a giocare, trasferendosi a Cleveland. È successo prima che trovassimo la quadratura che adesso abbiamo [i Cavs al momento sono la 12^ difesa NBA con il loro 109.4 di rating difensivo, ultimi tra le otto squadre rimaste in corsa per il titolo]. Lui mi ha risposto scherzando: ‘Se tu e James Posey foste ancora in campo, non avrei esitato un attimo’, prima di aggiungere: ‘Ma tu ormai sei un allenatore e anch’io sto seguendo la mia strada. Per questo mi chiamo fuori da questa cosa’”. Alla fine Garnett ha declinato quindi l’invito della squadra di LeBron James, il nemico numero 1 nelle battaglie playoff combattute in maglia Celtics a cavallo tra il 2008 e il 2012. Un passo del genere in effetti, considerando i trascorsi, sarebbe stato considerato da molti come un tradimento rispetto alla storia NBA che KG si è lasciato ormai alle spalle. Resta solo una domanda: ma la telefonata poi, com’è andata a finire? “Beh, l'ho ringraziato e gli ho detto: ‘Tranquillo, ci sentiamo l’anno prossimo’”.