Fermato da un problema alla caviglia durante il terzo quarto, il numero 2 ha osservato dalla panchina i suoi compagni vincere la combattuta e decisiva sfida contro Houston. “Tranquilli, sarò pronto per gara-6”, rassicura a fine partita
Nei playoff il colpo di scena è sempre dietro l’angolo. Lo sanno bene gli Spurs che nel secondo tempo di gara-5 hanno seriamente iniziato a pensare che la partita e la serie fosse definitivamente diventata maledetta, incapaci di rimettere il naso avanti nel punteggio e costretti a fare i conti a metà terzo quarto con il problema alla caviglia sinistra di Kawhi Leonard, atterrato malamente su James Harden prima di ripartire in contropiede dopo l’ennesima giocata difensiva di San Antonio. Il piede ruota in maniera innaturale, ma la voglia di giocare è comunque troppa per andarsi a sedere in panchina. Leonard inizia quindi a fare un ping pong vorticoso tra gioco e riposo, sperando di poter risolvere non solo i problemi alla caviglia, ma anche quelli in campo degli Spurs. A 4:57 dal termine del match però, è costretto a dire addio alla partita, lasciando spazio (coincidenza?) a Manu Ginobili, che raccoglie come meglio non potrebbe il testimone dalle sue mani, guidando i nero-argento al successo 110-107 OT. “Posso tranquillamente giocare gara-6 a Houston – commenta a fine partita il diretto interessato -. È stato frustrante perché avevo una voglia matta di stare in campo, ma sono molto contento del successo che i miei compagni sono riusciti a conquistare”. Soddisfazione anche per Gregg Popovich, che non nasconde l’ansia per le condizioni fisiche del numero 2. “Abbiamo provato a tenerlo sul parquet il più possibile – racconta il coach degli Spurs -, facendolo ritornare in campo per vedere la tenuta della caviglia. Quando però è stato evidente che non avrebbe potuto proseguire, ci hanno pensato gli altri a fare un decisivo passo avanti per vincerla”.