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NBA, Curry e Durant guidano Golden State al successo in rimonta

NBA

Gli Warriors vincono una partita meravigliosa, combattuta dal primo all’ultimo secondo, rimontando 25 punti di svantaggio grazie ai 40 punti di Steph Curry e ai 34 di Kevin Durant

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Una lunga attesa di tre anni per godersi lo spettacolo di una sfida tra Golden State e San Antonio ai playoff, ma le aspettative non sono di certo state tradite. Gli Warriors vincono in volata 113-111 una partita dalla bellezza selvaggia, a tratti caotica e in altri lucida e spietata nel condannare i texani, volati anche sul +25 nel secondo quarto, prima di salutare Kawhi Leonard a causa di una letale doppia storta alla caviglia già infortunata. La miccia che ha acceso le speranze dei padroni di casa, incendiate dai 40 punti di Steph Curry e i 34 di Kevin Durant, travolgenti in un secondo tempo in cui non è bastato il coraggio dei Murray, dei Simmons e dei Ginobili nel tenere a galla una squadra che ha cercato di compensare con la voglia l’evidente differenza alla voce talento. Coach Popovich nel prepartita aveva detto che il modo migliore per fermare gli Warriors sarebbero state le preghiere; in realtà il suo piano tattico si era rivelato ben più efficace di qualsiasi intervento divino per oltre metà gara, prima che l’11% di possibilità di successo che l’indice di ESPN assegnava a Golden State all’intervallo non prendesse il volo e diventasse una realtà sempre più concreta. Alla fine è 1-0 nella serie per gli Warriors che concludono una rimonta letteralmente mai vista: nei 316 precedenti infatti in cui gli Spurs di Gregg Popovich avevano avuto almeno 25 punti di vantaggio in una partita, alla fine erano sempre usciti da vincitori dal campo. Adesso quel record è 316-1; il modo migliore per introdurre la cronaca di un match meraviglioso.

Primo tempo: che partenza degli Spurs!

“Difficile apparecchiare meglio una tavola a livello NBA”, dice Flavio Tranquillo prima della palla a due e la partita fa di tutto per dimostrare che il telecronista di Sky Sport non aveva sbagliato la sua previsione, anche perché gli Spurs trovano il modo di annichilire in avvio i padroni di casa. La chiave è quella di dare la palla dentro e cavalcare Pau Gasol e soprattutto LaMarcus Aldridge, autore di 11 punti nel solo primo quarto. Gli Warriors sembrano arrugginiti dopo la settimana di pausa in attesa di scoprire chi fosse il prossimo avversario e la fotografia migliore delle difficoltà di Golden State è il 6/21 in avvio dal campo e le sei palle perse che generano 11 punti per i texani nei primi 12 minuti. Nel secondo quarto la musica non cambia, anzi. In casa Spurs sale in cattedra anche Kawhi Leonard, mentre a tenere in piedi la baracca per i padroni di casa ci pensano Kevin Durant e Steph Curry. Gli ospiti toccano anche i 25 punti di vantaggio, prima di conservare comunque le due decine di lunghezze di margine, trascinati dai 18 punti di Leonard, 17 di Aldridge e soprattutto dagli otto rimbalzi d’attacco, una delle tante chiavi che spiegano il 62-42 Spurs con cui le squadre vanno a riposo.

Secondo tempo: il ritorno di Curry, Durant e degli Warriors

A cambiare il corso degli eventi nel secondo tempo è il riacutizzarsi a inizio terzo quarto del problema alla caviglia di Leonard, caduto male sul piede dolorante per ben due volte nel giro di pochi secondi di partita. Una mazzata non da poco per San Antonio nonostante il +23 su cui lascia i compagni. A preoccupare gli ospiti però è l’ondata cavalcata prima da Curry e poi anche da tutti gli altri compagni che gli vanno dietro. Golden State torna a -6 grazie a un parziale di 18-2, prima che gli Spurs raschino il fondo del barile come solo loro sanno fare, lucrando punti e giocate da Ginobili, Murray; Anderson e tutti gli altri nonostante i 17 punti in contropiede concessi nella frazione. All’ultima pausa è +9 San Antonio nonostante i 19 punti realizzati nel solo terzo quarto da Curry. Le seconde linea in campo nei primi tre minuti del quarto periodo non cambiano la sostanza dell’incontro, fino a quando la scossa non arriva nuovamente da Durant che riporta sul -4 gli Warriors dopo un’eternità ben oltre i due possessi di svantaggio. L’’attacco degli ospiti batte spesso in testa a causa degli errori di Aldridge, ma lo spettacolo resta selvaggio e in totale equilibrio con Murray e Ginobili da una parte a cui rispondono il numero 35 e Livingston dall’altra. Con un rocambolesco canestro dell’ex Thunder i padroni di casa riescono a ritrovare dopo un’eternità il vantaggio in un finale dai continui capovolgimenti di fronte nel punteggio. Prima Aldridge, poi Simmons. Rispondono Curry e Draymond Green in un inseguimento e scambio di colpi difficile da rendere a parole. Alla fine le energie tradiscono gli Spurs sul più bello, costretti ad arrendersi al termine della volata finale per 113-111, dopo averle provate davvero tutte per provare a vincere gara-1.