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NBA Finals, di nuovo scintille tra Draymond Green e LeBron James

NBA

Mauro Bevacqua

L'ala di Golden State si presenta alla parata con una maglia che fa parlare e indica i Cavs di LeBron James — e non gli Warriors — come il vero superteam. "Eppure abbiamo vinto noi..."

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OAKLAND - Se c'è una parola d'ordine per la parata organizzata dai Golden State Warriors per le strade di Oakland per celebrare il titolo vinto solo qualche giorno fa, è facile da trovare: "Quickie" (veloce), come la parola stampata sulla maglia con cui Draymond Green si presenta a festeggiare. La Q è quella presa in prestito dal logo della Quicken Loans Arena, il campo di casa dei Cleveland Cavs sconfitti in finale, e sullo sfondo della parola Quickie ecco anche il Larry O’Brien Trophy appena (ri)conquistato. “L’idea è mia — ci tiene a precisare l’ala da Michigan State — ma poi alla realizzazione ci ha pensato Nick [U’ Ren, lo stesso assistente allenatore accreditato dell’idea di far partire Iguodala in quintetto durante le finali 2015, ndr]. La cosa buffa — ci credete? — è che le abbiamo fatte produrre a Cleveland. Ci pensavo da un po’, non avevo dimenticato i loro costumi di Halloween [al party voluto da LeBron James era spuntata una batteria che con la scritta 3-1 Lead ricordava la rimonta subita dagli Warriors alle finali 2016, ndr] e avevo tantissime belle idee in testa, alcune anche più selvagge. Poi però ho scelto questa: Quickie, perché con Cleveland è durata poco [la serie finale, 4-1, ndr] — la conclusione di Green — ma voglio che sia chiaro che è tutto solo un divertimento, fatto tanto per ridere, per il gusto di farlo". Un gusto piaciuto poco proprio a “King” James, che già nel giro di poche ore attraverso il suo account Instagram ha replicato con una foto dello stesso Green durante la parata e la scritta: “...Ha davvero detto questo?!?!? [dove però il soggetto della frase viene declinato al femminile…, ndr]”, post condiviso nel giro di pochi minuti da altre superstar della lega come Russell Westbrook e James Harden.

Il vero superteam

Perché a far seguito al messaggio indossato sulla maglia provocatoria sono arrivate anche alcune parole dello stesso Green, decisamente rivolte verso i più recenti avversari. “Ci hanno definito un superteam [con l’addizione estiva di Kevin Durant, ndr] ma la realtà è che io non ho mai giocato in un superteam. Se c’è qualcuno che ha fatto iniziare questa moda dei superteam sei proprio tu, fratello”, il proclama del n°23 dei californiani rivolto direttamente a LeBron James, ricordando la sua scelta di unirsi a Dwyane Wade e Chris Bosh a Miami nell’estate del 2010. A voler ancora maggiormente marcare la differenza tra i suoi Golden State Warriors e le squadre guidate da James — compresi anche i Cavs attuali — è poi arrivato un riferimento alle diverse posizioni al Draft con cui sono stati selezionati i giocatori chiavi delle due franchigie. “Slim [il soprannome per Kevin Durant, ndr] è stato la seconda scelta assoluta. Steph, tu sei stato chiamato alla n°7, no? Klay alla undicesima. Io addirittura con qualcosa come la n°47… [in realtà con la scelta n°35 al Draft 2012, ndr]”, ha ricordato Green. “Noi non abbiamo potuto godere della n°1 [LeBron James], di un’altra n°1 [Kyrie Irving], di una n°4 [Tristan Thompson] e di una n°5 [Kevin Love] — e ciò nonostante abbiamo fatto meglio. Bisogna riconoscere il merito quando è dovuto, e parlo del nostro GM Bob Myers — il miglior general manager della lega — che pezzo dopo messo è riuscito a mettere assieme questa squadra”.