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NBA, James Harden: 51 punti, espulsione e sconfitta. I Clippers sbancano Houston grazie a Rivers

NBA

I Rockets perdono per la seconda volta consecutiva contro una squadra di Los Angeles nonostante i 51 punti di Harden, espulso nel finale per doppio tecnico. A guidare la rimonta dei Clippers è il miglior Austin Rivers della carriera, autore di 30 dei suoi 36 punti nel secondo tempo.

IL TABELLINO

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L’assenza di Chris Paul per infortunio rischiava di togliere un po’ di interesse alla prima sfida tra i suoi nuovi Rockets e i suoi vecchi Clippers, ma alla fine dei conti di cose interessanti se ne sono viste parecchie. A partire dal risultato, visto che per la seconda volta consecutiva una squadra di Los Angeles ha battuto Houston, già sconfitti dai Lakers due giorni fa per interrompere una striscia di 14 successi in fila e ora agganciati dai Golden State Warriors in vetta alla Western Conference. Ancor più curiosamente, per la seconda volta consecutiva James Harden ha realizzato 51 punti ed è uscito dal campo con una sconfitta — per di più finendo sotto la doccia 26 secondi prima del previsto, visto che si è visto rifilare il secondo fallo tecnico per aver cacciato via il pallone dalle mani dell’arbitro Pat Fraher. Una frustrazione montata per aver ricevuto quattro fischi a sfavore negli ultimi cinque minuti di partita, nel bel mezzo del tentativo di rimonta dei Rockets, di cui due volte in attacco — tanto da portare D’Antoni a prendersi un tecnico per prendere le parti della sua stella. “Sono stanco di sentire ‘Ho sbagliato’ oppure ‘Non l’ho visto’”. È frustrante sentirselo dire da giocatore” ha commentato il Barba. “So che tutti commettiamo errori, ma è frustrante: sono state chiamate del c…”. Commenti che difficilmente faranno piacere alla NBA, sempre molto attenta ai commenti contro gli arbitraggi, e per sua sfortuna nemmeno i record raggiunti con questa prestazione hanno poi molta importanza. Erano più di dieci anni che un giocatore non segnava 50 punti in partite consecutive (l’ultimo a riuscirci fu Kobe Bryant quando ne mise in fila quattro) e più di 50 anni che uno non lo faceva in sconfitte consecutive (anche qui bisogna risalire all’immancabile Wilt Chamberlain nel 1962-63).

La grande serata di Rivers & Williams

Al di là di quanto fatto o non fatto da Harden, bisogna dare i giusti meriti ai Clippers, che pur dovendo fare i conti con la solita infermeria pienissima — ai lungodegenti Griffin, Gallinari e Beverley si sono aggiunti anche Milos Teodosic e Wesley Johnson alle prese con l’influenza — sono andati a vincere su un campo difficilissimo, per di più rimontando da -13 all’intervallo. Merito soprattutto di uno scatenato Austin Rivers, che ha realizzato il suo massimo in carriera a quota 36 dopo aver chiuso il primo tempo solamente con 6 punti a referto, e delle classiche conclusioni di Lou Williams, ex dal dente avvelenato e autore di 32 punti. Ben 13 delle 18 triple segnate da L.A. — massimo stagionale — portano la loro firma, di cui 11 nel secondo tempo in cui hanno cominciato a bruciare la retina con le conclusioni dal palleggio e non si sono più fermati, trasformando uno svantaggio di 15 punti in apertura di terzo quarto in un vantaggio di 13 in chiusura di gara per 50 punti complessivi realizzati solo negli ultimi 24 minuti di gioco. “Hanno giocato bene e hanno segnato tiri importanti, mentre noi non abbiamo fatto quello che dovevamo” il commento di Mike D’Antoni, a cui non sono bastati i 28 punti di Eric Gordon per sopperire alle assenze di Paul, Clint Capela e Mbah a Moute. “Abbiamo incasinato la partita: la nostra aura non è quella giusta, i ragazzi sono un po’ stanchi e dobbiamo recuperarne un paio” l’analisi dell’Allenatore dell’Anno in carica. “In queste ultime due partite non abbiamo giocato bene, la stanchezza sta prendendo il sopravvento e questa cosa ci sta prendendo di testa. Ovviamente è dura anche per Harden: gli stiamo chiedendo di fare tantissimo giocando 40 minuti e non vorremmo farlo, ma dobbiamo vincere le partite”. Il candidato MVP infatti ha commesso sei delle sue otto palle perse nel secondo tempo, complice anche la pestifera difesa del rookie Juwan Evans, pubblicamente elogiata da entrambi i Rivers dopo la gara: “Jawun è stato il mio giocatore preferito stasera: le cose che ha fatto  nel finale, irritando Harden con la sua difesa, sono state speciali. Fare quello che ha fatto contro un candidato MVP per un rookie alto meno di 1.80 e che peserà poco più di 70 chili… è stato incredibile” il commento del miglior realizzatore in casa Clippers; “La sua difesa ci ha permesso di tornare in campo sugli altri tiratori” ha commentato invece papà Doc sul rookie, terzo miglior marcatore di squadra con 15 punti insieme alla classica doppia doppia da 15+20 di DeAndre Jordan.