
Le trenta Statement Edition e le aggiunte delle Classic, ordinate dalla peggiore alla migliore. [di Marco Vettoretti in collaborazione con l'Ultimo Uomo]

Quando lo scorso luglio Nike ha messo nero su bianco le sue intenzioni circa le nuove uniformi NBA — ufficializzando che ciascuna delle trenta franchigie avrebbe attinto ad un guardaroba composto da quattro, talvolta cinque completi, ma nessuna novità speciale per la notte di Natale, almeno per quest’anno — la multinazionale di Beaverton si è fatta carico di un impegno ragguardevole in termini numerici e di creatività. Come si possono sfornare più di 120 uniformi senza mai risultare banali? Dove si trova il tempo materiale di mettere tanta carne al fuoco senza bruciacchiare nulla? La risposta alla seconda di queste domande è arrivata il 15 settembre a Los Angeles, quando Nike ha presentato in un colpo solo tutte e trenta le Statement Edition della collezione. E se ci sono voluti più di tre mesi perché molte di quelle uniformi facessero il loro debutto sui parquet della Lega, c’è voluto molto meno tempo per metterle in ordine, dalla peggio alla meglio riuscita.

30. Dallas Mavericks | Trasposizione fedele della alternate presentata nel settembre 2014, la Statement dei Mavericks premia imperterrita il design vincitore del concorso indetto quasi quattro anni or sono da Mark Cuban — prova inconfutabile di quanto sia sopravvalutato il crowdsouring quando ci si muove nel delicato campo della creatività.

28. Detroit Pistons | Autori di uno dei restyling meno comprensibili degli ultimi anni, i Pistons perdono un’ulteriore occasione per far parlar bene di loro, optando per un’uniforme anonima, priva di guizzi e che risulta senza dubbio tra le peggio riuscite del lotto.

27. Chicago Bulls | Stando al comunicato ufficiale rilasciato da Nike a margine dell’evento, i Chicago Bulls avrebbero omaggiato, con la loro Statement Edition, la celebre uniforme nera con le pinstripes rosse, protagonista del secondo ciclo di vittorie di Michael Jordan e compagni nella seconda metà degli anni Novanta. Idea splendida, esecuzione a dir poco rivedibile: banalmente, dove sono le pinstripes?!

26. Boston Celtics | Volgendo uno sguardo d’insieme all’intera collezione, è evidente come il nero l’abbia fatta da padrone, con alterni risultati. E i Boston Celtics, tra le undici squadre ad aver imboccato questa strada, sono obiettivamente quella che ne aveva meno bisogno: con un’identità di brand così profondamente consolidata, sconfinare al di fuori del binomio bianco-verde non solo non era necessario, ma si è forse rivelato controproducente. Con elementi altamente evocativi a disposizione, come il leprecauno e il quadrifoglio, si poteva e doveva fare di meglio.

25. Miami Heat | Sono passati tanti, troppi anni da che i Miami Heat hanno apportato gli ultimi significativi cambiamenti al proprio look. E la Statement Jersey che indosseranno nel corso di questa stagione certo non rappresenta la necessaria svolta a riguardo. Urge una rinfrescata.

Bonus track: una Classic Edition nera che affonda le radici nel 1988, anno del debutto nella NBA.

24. Philadelphia 76ers | Uno dei restyling meglio riusciti delle stagioni recenti è stato senza dubbio quello operato dai Philadelphia 76ers, i quali hanno riportato in auge loghi, colori e simboli dei gloriosi anni che furono di Julius Erving e Moses Malone. Invece di confermare in blocco e tre le canotte presentate nell’estate del 2015, però, i Sixers hanno giocato d’azzardo, provando a distaccare la Statement dalle due edizioni introdotte in precedenza, operando tuttavia una scelta infelice in termini di script frontale e andando a sporcare un foglio sul quale era sufficiente ricalcare quanto di buono fatto un paio di anni prima.

23. Toronto Raptors | Poco o nulla hanno cambiato i Toronto Raptors, anche loro autori di un corposo restyling nell’affollata off-season del 2015. Avendo già a propria disposizione tre uniformi dal layout identico e distinte l’una dall’altra esclusivamente per il colore di base, Toronto, al contrario di Philadelphia i Raptors hanno scelto di non rischiare, ripresentando una terza canotta tale e quale alla alternate nera e bordata di rosso che avevano indossato nel corso delle ultime due stagioni.

22. L.A. Clippers | Chi invece è riuscito in una missione apparentemente impossibile sono gli L.A. Clippers, il cui recente rinnovo di loghi e uniformi — datato ancora 2015 — gli era costato una pioggia di meritatissime critiche. Al cambio della guardia tra adidas e Nike, pertanto, la franchigia di proprietà di Steve Ballmer ha colto l’occasione per rimediare parzialmente agli errori commessi, ricavandone un set di uniformi decisamente più gradevole alla vista, del quale fa parte anche la Statement Edition: completamente nera, impreziosita dal grande logo centrale, dal colletto tricolore e da una grafica orizzontale sui pantaloncini.

21. New Orleans Pelicans | Dacché i New Orleans Pelicans hanno presentato al mondo il loro brand nell’ormai lontano 2013, poco o nulla di nuovo è stato aggiunto al corredo iniziale di loghi e uniformi. Nel caso della canotta Statement, così come per Association e Icon, i Pelicans sono rimasti sul sentiero tracciato, dove il wordmark frontale — che segue il caratteristico lettering dei segnali stradali del quartiere francese di New Orleans — è l’elemento di unicità che rende unico e apprezzabile il guardaroba di Anthony Davis e compagni.

20. Milwaukee Bucks | Un piccolo passo indietro rispetto a quanto messo in vetrina pochi mesi fa lo hanno fatto i Milwaukee Bucks, che non riescono a fare a meno di piazzare il numero tra le corna del grande cervo posizionato al centro della canotta — nera anche questa — andando così a sporcare un’uniforme che altrimenti risulterebbe senz’altro tra le più belle.

Bonus track: una Classic Edition bianca, utilizzata sul campo della fedele riproduzione di uno dei parquet che ha fatto la storia della NBA.

19. Memphis Grizzlies | Penalizzati da un font che non vogliono saperne di cambiare, i Memphis Grizzlies hanno sciolto il nodo relativo alla Statement Edition andando a riciclare quell’uniforme in baby blue che da tanto, forse troppo tempo fa parte del loro guardaroba. Un po’ pochino.

Bonus track: la City Edition che rende omaggio a Martin Luther King nel cinquantesimo anniversario della sua uccisione: il font frontale dell’uniforme — prevalentemente bianca, con pochi e calibratissimi inserti neri — rimanda ai cartelli utilizzati durante le proteste che nel 1968 richiamarono l’attenzione del Dr. King, portandolo a Memphis, dove il 4 aprile venne assassinato al Lorraine Motel.

18. Los Angeles Lakers | Storicamente una delle franchigie più conservative della Lega quando si tratta di uniformi, i Los Angeles Lakers hanno stravolto alcuni delle loro più ferme abitudini nel corso di questa stagione pur senza mettere mano al design delle uniformi. Tipicamente abituati a vestire di giallo in casa e di viola in trasferta, i Lakers hanno atteso fino al 27 novembre per far debuttare quella che fino allo scorso anno era la loro canotta away — in ordine cronologico, è scesa in campo prima la Classic Edition che rende omaggio ai Minneapolis Lakers — arrivando addirittura a vestirla tra le mura amiche dello Staples Center: qualcosa che dal 1960 ad oggi, probabilmente, non era mai accaduto.

17. Sacramento Kings | Passati alla storia lo scorso 18 luglio come la franchigia che ha aperto ufficialmente le danze, i Kings si sono discostati poco o nulla dalle uniformi introdotte lo scorso anno, riempiendo la terza casella del guardaroba con la canotta nera, adornata da quella stessa S che sventola fiera sulla bandiera della città.

16. Brooklyn Nets | Due colori a disposizione — bianco e nero — e un set di loghi a dir poco minimalista: muoversi all’interno di paletti stringenti come quelli che si trovano ad affrontare i Brooklyn Nets è una sfida continua, eppure… il risultato è godibile, grazie all’effetto tono su tono tra il grigio grafite della canotta ed i bordi neri, e all’originale lettering frontale dalle cinque lettere “BKLYN”.

15. New York Knicks | Le franchigie selezionate per vestire l’annuale collezione di uniformi vintage sono otto, e tra queste non figurano i New York Knicks. Non ufficialmente, perlomeno. I Knicks, infatti, hanno operato una scelta curiosa per quanto riguarda la loro Statement Edition, proponendo una canotta bianca con sottili bordi blu e arancio, incredibilmente simile a quella utilizzata a cavallo degli anni Ottanta e Novanta.

14. Orlando Magic | Entrati nella NBA a un solo anno di distanza dagli Hornets, gli Orlando Magic hanno associato da subito la propria immagine alle pinstripes: un elemento grafico cui hanno rinunciato solo per alcune stagioni a metà anni Duemila. La loro Statement Edition, quindi, rende omaggio alla stessa canotta nera con cui i Magic approdarono nella Lega, concedendosi una sola licenza: le striscioline, in questo caso, sono azzurre anziché bianche.

13. Washington Wizards | Ormai distaccati dall’identità di brand che avevano fatto loro a fine anni Novanta, quando il politicamente scorretto Bullets venne frettolosamente nascosto in soffitta, a Washington resta da fare una sola cosa: scrollarsi di dosso anche la parola Wizards. La possibilità di ricorrere ad uniformi che contemplino il nome della città sul fronte è certamente un buon punto di partenza.

11. Atlanta Hawks | Il quarto e ultimo restyling datato estate 2015 è quello con cui, al tempo, gli Atlanta Hawks sconvolsero la NBA, presentando un parco uniformi senza precedenti e riscuotendo iniziali scetticismi e graduali approvazioni. Va da sé, pertanto, che con due sole stagioni di servizio alle spalle tutte e tre le canotte siano state riproposte senza sostanziali variazioni, con la più accattivante delle tre collocata nella casella della Statement Edition.

Bonus track: l’unica Classic Edition che ancora non è stata presentata formalmente, e una City Edition presentata da un ambasciatore d’eccezione, Jeezy.

10. Houston Rockets | La semplicità non è mai troppa, se corredata della giusta dose di buon gusto. E nel caso della Statement Edition presentata dagli Houston Rockets, questo si traduce nell’uso tutt’altro che banale di bordi di colori diversi: rosso su collo e risvolto dei pantaloncini, grigio su maniche e fianchi.

9. Utah Jazz | Tornati alla brand identity che meglio si addice al loro nome, per la terza uniforme della stagione in corso gli Utah Jazz hanno fatto una scelta inedita, prediligendo il giallo al verde — utilizzato in più di qualche occasione in momenti diversi della loro storia. Il risultato è una canotta che trasmette freschezza, essenziale ed equilibrata negli elementi che la compongono: la nota monocolore e i bordi in viola, il numero in verde.

7. Denver Nuggets | Proprietari di uno dei disegni più iconici di tutta la Lega, sarebbe stato folle da parte dei Denver Nuggets non tornare ad utilizzarlo, seppur rivisitato. Qualunque altro utilizzo di un qualunque altro skyline dovrà fare i conti con questo pezzo di storia.

6. Indiana Pacers | Già protagonisti di uno dei restyling meglio riusciti della scorsa off-season, gli Indiana Pacers hanno mantenuto la rotta tracciata in estate, riproponendo lo script circolare attorno al numero anche sulla loro Statement edition gialla — unici in tutta la NBA.

Bonus track: la Classic Edition resa famosa da un film del 1986 diretto da David Anspaugh.

5. Minnesota Timberwolves | Audace quasi al limite dell’oltraggioso: la Statement Edition dei Minnesota Timberwolves è senza dubbio la canotta che ha fatto e farà parlare di più all’interno di questa collezione. Il verde acceso — che nel nuovo set di loghi e nelle due canotte presentate in precedenza era versato con il contagocce — qui è l’assoluto e inevitabile protagonista, limitato unicamente da due bande blu orizzontali, una posta all’altezza delle spalle e l’altra sul bordo inferiore dei pantaloncini.

4. Portland Trail Blazers | Facendo ricorso a uno stile che ricorda vagamente quello della uniformi della color rush NFL, i Portland Trail Blazers aggiungono un corredo più ardito e moderno al loro guardaroba, optando per un total red sul quale si inserisce, in nero, una banda diagonale il cui motivo richiama la girandola del logo.

3. Cleveland Cavaliers | Erede designata della tanto amata sleeved jersey con cui i Cleveland Cavaliers espugnarono la Oracle Arena di Oakland nel giugno 2016, la Statement Edition di LeBron James e compagni gioca sul forte contrasto tra il nero opaco della canotta e il binomio oro e vinaccia degli inserti. La grande “C” centrale funge da centro di gravità per il pattern a “V” che, assieme al nuovo taglio di wordmark e numeri, dona dinamismo alla nuova uniforme. E non ha le maniche.

2. Golden State Warriors | Dominanti sul parquet, dominanti nello stile. I Golden State Warriors presentano l’ennesima, eccellente uniforme della loro storia recente, rendendo doveroso omaggio alla città di Oakland, o Oaktown in questo caso. Il disegno della quercia stilizzata è l’elemento centrale della canotta, mentre i bordi gialli fanno da tratto d’unione con Association e Icon edition. Ulteriore, prezioso dettaglio: il parquet coordinato su cui campioni NBA in carica hanno vestito per la prima volta la loro Statement Edition.

1. Oklahoma City Thunder | Come è possibile che una franchigia con uno dei loghi più anonimi dell’intera NBA riesca ad essere in vetta a questa graduatoria? Tre parole: semplicità, contrasto, dettagli. La semplicità del design: tre grandi lettere al centro della canotta e poco altro. Il netto contrasto tra il navy blue che fa da sfondo alla tavolozza e l’arancione e l’azzurro degli inserti. E la cura del dettaglio: il motivo orizzontale che si ripete sulla parte inferiore della schiena e sui pantaloncini, o l’effetto saetta che attraversa il lettering frontale. A poco più di due mesi dalla prima palla a due della stagione, sono già NOVANTOTTO le canotte svelate da Nike. Un’autentica rivoluzione, ancora lontana dal potersi ritenere sopita: il quarto giro infatti — quello delle City Edition — pare essere dietro l’angolo. E l’hype generato è già tale che dell’assenza delle uniformi natalizie non se n’è accorto nessuno.