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NBA, risultati della notte: Gerald Green sulla sirena regala il successo a Houston, LeBron supera Jordan

NBA

I Rockets centrano l'11° successo consecutivo, ma a Ovest si registrano anche le vittorie importanti di Minnesota (decisivo il canestro di Crawford) e Utah. Doppia cifra n°867 in fila per "King" James (una più di MJ) e tripla doppia sfiorata nella vittoria dei Cavs. Milwaukee passa in OT contro i Lakers

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Houston Rockets-Phoenix Suns 104-103

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Ottenuta la testa di serie n°1 a Ovest Houston sceglie di far riposare qualche titolare, con Chris Paul, Eric Gordon e Nene solo spettatori contro Phoenix. Non sembra una grande idea alla fine del primo tempo, quando la miglior squadra NBA si ritrova sotto di 17 punti contro la peggiore. Lo svantaggio arriva fino a 21 punti in apertura di ripresa ma piano piano i Rockets si rifanno sotto, riducendo il deficit a 11 punti al termine del terzo quarto e poi segnando 7 punti in fila per portarsi sull’85-89 e giocarsi la partita punto a punto nell’ultimo periodo. Houston non è mai in vantaggio, con Phoenix che riesce a fare gara di testa fino alla tripla con cui James Harden a 12 secondi dalla fine impatta la partita, con tre dei suoi 28 punti, conditi anche da 10 assist e 8 rimbalzi. Gli risponde il rookie di Phoenix Josh Jackson, che a 1.4 dalla sirena segna il canestro del +2 Suns, regalandosi una serata da 27 punti. Resta però il tempo per un ultimo possesso dei padroni di casa, con Trevor Ariza che dalla rimessa trova Gerald Green in angolo: il nativo di Houston riceve e manda a segno la tripla della vittoria che, ammette “ha un significato ancora più speciale per me, perché non ho mai potuto vincere una gara NBA davanti a mia madre e mio padre. Questa serata è davvero speciale: da bambino sognavo di poter un giorno segnare canestri come questo”. Green ha chiuso la gara con 15 punti, ne ha segnati 16 dalla panchina Joe Johnson mentre 18 li ha aggiunti P.J. Tucker, che ha mandato a bersaglio cinque triple, suo massimo in carriera. Houston mantiene così viva la striscia di vittorie, che tocca quota 11 alla vigilia della gara di domenica sera [in streaming aperto a tutti su skysport.it] contro i San Antonio Spurs, infliggendo ai Suns il 14° ko consecutivo, record negativo di franchigia eguagliato, arrivato nonostante i 23 punti di Troy Daniels e la doppia doppia da 16 con 12 assist di Tyler Ulis. 

Cleveland Cavaliers-New Orleans Pelicans 107-102

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È una vittoria importante in chiava playoff quella ottenuta da Cleveland su New Orleans (la settima nelle ultime otto gare disputate) perché se i Cavs avessero perso da terzi a Est sarebbero precipitati al quinto posto, superati non solo da Philadelphia ma anche da Indiana. La partita si decide nell’ultimo quarto – dopo che i Pelicans hanno chiuso sopra di 10 il primo tempo, solo per vedere i padroni di casa vincere di 11 il terzo quarto, portandosi così sopra di un punto – e ovviamente si decide quando LeBron James la prende nelle proprie mani. Dopo che tre triple consecutive dei Cavs in 93 secondi danno alla squadra ancora allenata da Larry Drew un vantaggio di 7 punti, New Orleans resta aggrappata finché “The Chosen One” infila due tiri liberi e tre canestri dal campo per chiudere definitivamente i conti, in un ultimo quarto dove segna 8 dei suoi 27 punti, con anche 11 assist e 9 rimbalzi. James si ferma a un soffio dalla tripla doppia ma infrange invece senza nessun problema – già a metà del primo quarto – il record per numero di gare consecutivamente chiuse in doppia cifra di Michael Jordan: il 23 dei Bulls resta fermo a 866, quello dei Cavs mette a libri la partita n°867 e non sembra intenzionato a fermarsi: “Quel numero è destinato a salire – assicura il suo amico Tristan Thompson – finché non si stufa lui”. A dargli man forte contro New Orleans “King” James ha trovato un Jordan Clarkson da 23 punti con 9/13 dalla panchina e un Rodney Hood da 16: solo 8 i punti invece per Kevin Love (al ritorno dopo uno stop per una leggera commozione cerebrale) e per George Hill, che deve lasciare il campo per una distorsione alla caviglia sinistra da valutare nella sua serietà. Tra i Pelicans serata storta di Anthony Davis, titolare di un pessimo 6/19 al tiro per 16 punti, mentre non bastano i 25 di Jrue Holiday e i 20 dalla panchina di Nikola Mirotic: il terzo ko in fila fa scendere i Pelicans in ottava posizione a Ovest, superati (pur con lo stesso record di vittorie-sconfitte) dagli Utah Jazz. 

Dallas Mavericks-Minnesota Timberwolves 92-93

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A Minnesota serve a tutti i costi la vittoria per posizionarsi al meglio nella corsa ai playoff, ma un primo tempo da 34% al tiro manda gli uomini di coach Thibodeau sotto anche di 9 punti e mai in comando fino a metà del terzo quarto. Ma la fuga arriva in apertura dell’ultimo periodo, quando Jamal Crawford decide che è arrivato il momento di fare sul serio: il sesto uomo dei T’Wolves segna tre canestri consecutivi (di cui una tripla) nel giro di 74 secondi, portando i suoi sul +6. Non contento, con Dallas che si riporta a -2 nel finale, a meno di 10 secondi dalla fine manda a segno il canestro decisivo della serata, che dà ai suoi 4 punti di vantaggio e rendono inutile la tripla di Yogi Ferrell nel finale. Per Crawford – 38 anni compiuti una decina di giorni fa – la nottata si chiude da miglior marcatore con 13 dei suoi 24 punti mandati a bersaglio nel quarto quarto e un ottimo 11/18 complessivo al tiro, ma è fondamentale nel successo di Minnesota anche la doppia doppia ai 20 (21 punti, 20 rimbalzi) firmata Karl-Anthony Towns. Con il successo i T’Wolves salgono dal settimo al quinto posto della Western Confence, approfittando delle sconfitte di Oklahoma City e New Orleans. Sconfitte che per Dallas continuano invece ad accumularsi: nonostante i 19 punti di Harrison Barnes e i 17 del rookie Dennis Smith Jr. per la squadra di coach Carlisle arriva il settimo ko nelle ultime otto partite disputate.

Utah Jazz-Memphis Grizzlies 107-97

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Memphis segna solo 14 punti nel primo quarto, va sotto anche di 17 punti ma nel secondo si aggrappa a Marc Gasol, che ne mette a tabellone 13 da solo e segna i primi otto tiri della sua gara: all’intervallo gli ospiti sono ancora sotto di cinque, riuscendo a mettere la testa avanti soltanto a metà del terzo quarto. Il centro catalano dei Grizzlies ha 28 punti con un solo errore dal campo (11/12) quando coach Bickerstaff lo richiama in panchina a 4 minuti dalla fine del terzo: Gasol non si rialza più, tenuto a riposo per tutto l’ultimo periodo (“Chiedetelo a loro perché”, dichiara tutt’altro che felice nel post-partita). Più facile allora per i padroni di casa riprendere le redini dell’incontro e mandare a referto un ultimo quarto da 27-21 che assicura agli uomini di coach Snyder una vittoria importante, che dà ai Jazz il settimo posto a Ovest sopra New Orleans, tenendo a ulteriore distanza i Clippers, perdenti nella notte a Portland. L’eroe di serata per Utah risponde al nome di Dante Exum, che nel finale segna 4 decisivi punti in una serata da 21 (massimo stagionale per lui); ne mette uno in più Donovan Mitchell, mentre ne aggiunge 17 con 10 assist un Joe Ingles utilizzato a lungo da playmaker vista l’assenza di Ricky Rubio. Detto della strana gestione di Gasol, in casa Grizzlies merita di essere notata la seconda gara in fila ad alto livello dell’ex Milano MarShon Brooks, che dopo i 21 dell’esordio contro Portland fa ancora meglio chiudendo a quota 24, alla sua seconda gara NBA degli ultimi quattro anni. 

Los Angeles Lakers-Milwaukee Bucks

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É una partita folle quella che va in scena allo Staples Center, che i Bucks sembrano controllare facilmente (sopra di 20 nel terzo quarto) prima che a cavallo tra terzo e quarto periodo i Lakers confezionino un parziale di 29-9 ispirato da 12 dei 16 punti finali di Ivica Zubac. Un canestro di Julius Randle a un minuto e mezzo dalla fine (18 e 10 per l’ala gialloviola) manda la partita in parità a quota 112 e né Eric Bledsoe né Khris Middleton sfruttano al meglio i potenziali tiri della vittoria finendo così per regalare ai tifosi di Los Angeles altri cinque minuti di pallacanestro supplementari. L’overtime però non si apre al meglio per il pubblico di fede Lakers: Bledsoe segna i primi 9 punti e sembra indirizzare la gara, prima che un ennesimo parziale in rimonta di 8-0 per i padroni di casa riapra la partita. Sono ancora due liberi della point guard dei Bucks (che chiude con 39 punti, di cui 11 nell’extra periodo) e un errore al tiro di un Kyle Kuzma da 27 punti (e 12 rimbalzi) a decidere definitivamente la gara, che segna il terzo successo consecutivo per Milwaukee, ottava a Est e titolare ora dello stesso record dei Miami Heat. Detto dei 39 di Bledsoe, in casa Bucks ce ne sono anche 28 per Middleton e 27 con 16 rimbalzi per Giannis Antetokounmpo, mentre a Los Angeles vanno registrati i 20 di Brook Lopez e l’espulsione per proteste nel secondo quarto di Kentavious Caldwell-Pope.

Orlando Magic-Chicago Bulls 82-90

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Chicago segna 57 punti nel primo tempo e va all’intervallo sopra di 13 ma confeziona poi il peggior quarto della propria stagione segnando solo 2 dei 22 tiri presi nel terzo quarto, perdendo 6 palloni e chiudendo la frazione con solo 9 punti, subendone 25 dai Magic, che prendono la testa della gara. Nel quarto periodo, però, un parziale di 14-0 ispirato dagli 8 punti di Ryan Arcidiacono permette alla squadra di coach Hoiberg di interrompere una striscia di 7 sconfitte consecutive e ritrovare una vittoria segnata anche dai 13 punti a testa di Lauri Markkanen e Sean Kilkpatrick. Quasi a pareggiare l’orrendo spettacolo messo in campo dagli ospiti nel terzo periodo, Orlando non segna per quasi sei minuti dell’ultimo quarto, chiuso con soli 13 punti all’attivo: sono 18 a fine serata quelli di Aaron Gordon, il migliore dei suoi, mentre Nikola Vucevic chiude in doppia doppia a quota 12 più 14 rimbalzi.