Il General Manager di Cleveland Kobe Altman ha fatto il punto sul presente e sul futuro della squadra, a metà tra l'addio di LeBron James e l'intenzione di tenere Kevin Love: "La decisione di James ci ha feriti, ma siamo grati per quanto fatto. Cedendo Kevin Love non miglioreremmo, perciò lo teniamo"
A cinque giorni dall’addio di LeBron James per andare ai Los Angeles Lakers, i Cleveland Cavaliers si preparano a una vita senza il proprio Re. Ma contrariamente a quanto si potrebbe pensare, nel Northeast Ohio non c’è alcuna intenzione di abdicare in vista della prossima stagione – o almeno così sembra pensarla il General Manager Koby Altman. “Quello che ci aspetta è un periodo eccitante: coach Tyronn Lue è molto carico per questa nuova era in cui potremo sviluppare dei giovani e avere dell’entusiasmo con un nuovo stile di gioco. Vedremo come andrà, ma proveremo a dare tutto quello che abbiamo per competere e raggiungere risultati superiori a quelli che ci si aspetta da noi. L’inerzia della nostra organizzazione e della nostra franchigia va nella giusta direzione” ha dichiarato Altman a margine della gara di Summer League dei Cavs, persa per 86-81 contro i Chicago Bulls. “E riguardo alla decisione di LeBron, non penso che abbiamo fatto niente di sbagliato: la sua è stata una scelta principalmente personale, e se lo è meritato per tutto quello che ha fatto nella sua carriera. Non possiamo prenderla male, non siamo amareggiati da quanto ha fatto: siamo grati e felici che abbia passato gli ultimi quattro anni con noi, e anche personalmente gli sono grato per quello che ha fatto per la mia carriera. Ho un anello di campione per merito suo: è un risultato incredibile”.
Il retroscena: incontro con Magic pochi minuti dopo la chiamata e coach Lue ferito
Altman ha detto tutte le cose giuste, ma ha anche rivelato che dopo aver parlato con James al telefono alla mezzanotte del primo luglio, non era a conoscenza del fatto che il Re si sarebbe incontrato di lì a poco con Magic Johnson nella sua casa a Brentwood per le successive tre ore. “Ovviamente pensavamo di essere ancora in corsa, che stesse ancora decidendo del suo futuro: abbiamo scoperto del suo incontro con i Lakers nello stesso momento in cui lo hanno scoperto tutti gli altri”. Poi, nella domenica sera successiva, Altman ha ricevuto una chiamata dall’agente di LeBron, Rich Paul, che gli annunciava la decisione di James poco dopo che Klutch Sports aveva condiviso lo stringato comunicato stampa sul suo profilo Instagram. “Quando ricevi una notizia del genere, fa male per quello che hai dovuto affrontare insieme a lui per quattro anni e per quello che vuol dire lui per noi. Ma c’è anche tanta gratitudine per quello che ha fatto per questa squadra, questa organizzazione e questa città, che è tantissimo”. Sentimento condiviso anche da coach Tyronn Lue: “Non me lo aspettavo, sono rimasto shockato e un po’ ferito dalla decisione di LeBron” ha detto a NBA TV. “Ma gli ho parlato e mi ha detto che sono il suo preferito: gli è piaciuto essere allenato da me nelle ultime quattro stagioni, e mi ha detto che la decisione è stata fatta semplicemente per lui e per la sua famiglia. Per questo lo accetto”.
Il punto sul mercato: “Mettendo Love sul mercato la nostra squadra non migliorerebbe”
Dopo aver ricevuto la notizia, Altman è passato immediatamente a chiamare i veterani dei Cavs – Tristan Thompson, Kyle Korver, J.R. Smith, George Hill e Kevin Love – per informarli che l’intenzione per il prossimo anno è quelli di riportarli a Cleveland e costruire una squadra competitiva anche senza James. Il nome di Love, in particolare, meritava un approfondimento a parte, viste le voci che lo volevano sul mercato: “Kevin è un pezzo importante per noi, un All-Star: mettendolo sul mercato la nostra squadra non migliorerebbe. Negli ultimi quattro anni è stato incredibile per noi e lui vuole rimanere: per me questo è estremamente importante, perché sia quelli che rimangono che quelli che acquisiremo dovranno avere voglia di far pare di questo nuovo capitolo e della cultura che stiamo creando. Per questo Kevin è un pezzo grosso della nostra franchigia: esploreremo delle opportunità con il roster in generale, ma per quanto riguarda Love, non vedo il modo in cui miglioreremmo cedendolo”.
Il prossimo anno tra giovani da sviluppare e scelte da tenere
Oltre a lui, i Cavs puntano molto anche sui giovani a disposizione, a partire dalla possibilità di estendere il contratto di Larry Nance Jr. (“Starà con noi ancora per diverso tempo, fa parte del nostro nucleo”) e da quella di pareggiare se arriverà un’offerta per Rodney Hood, che male che vada rimarrà ai Cavs con la qualifying offer da 3.4 milioni di dollari. La cosa più importante, in ogni caso, sarà evitare di finire di nuovo in luxury tax, specialmente dopo aver pagato 130 milioni di dollari di tassa per la squadra dello scorso anno (le altre 29 squadre hanno pagato 131 milioni combinate). “Non dico che di sicuro eviteremo di finire in luxury, ma è interessante la possibilità di rimanere sotto, per quanto strano. È bello poter avere un po’ di flessibilità, ci dà la possibilità di fare le cose in maniera diversa”. Bisogna però sottolineare che, al netto delle parole ottimiste di Altman, durante la stagione le cose potrebbero cambiare repentinamente: i Cavs potranno tenere la loro scelta al Draft solo se ricadrà nelle prime 10 scelte (altrimenti andrà ad Atlanta come da accordi per lo scambio di Korver) e per questo potrebbero avere tutti gli incentivi del mondo a “tankare” nel caso in cui la squadra non si rivelasse competitiva per i playoff, cedendo i pezzi migliori nel corso della stagione per dare ulteriore spazio ai vari Collin Sexton, Cedi Osman e gli altri giovani, transitando verso una nuova era per la franchigia. Ma per tutti questi discorsi c’è ancora tempo: ora bisogna solo ricominciare a rimettersi in pista dopo il traumatico arrivo del Re.