Il n°0 di Golden State ha fatto scadere la qualyfing offer del suo contratto, rinunciando anche a un'offerta più remunerativa: il suo obiettivo è quello di monetizzare il più possibile la prossima estate. Con buona pace di chi sogna un giorno di far parte di un roster del genere
Partiamo dalla fine: poche ore fa nella nottata statunitense è scaduta la qualyfing offer del contratto di Patrick McCaw. L’opzione avrebbe permesso al n°0 degli Warriors di mettersi in tasca 1.7 milioni di dollari per un’ulteriore stagione; un’offerta rifiutata dal diretto interessato che in precedenza aveva detto di no anche al rilancio messo sul tavolo da Golden State: biennale da oltre cinque milioni di dollari, col secondo anno non garantito. Una voce rimbalzata come indiscrezione rilasciata da Marc J. Spears di ESPN e confermata poi dai diretti interessati a cavallo della scadenza dell’opzione contrattuale. Una scelta che pone i campioni NBA in una situazione anomala rispetto alle ultime sessioni di mercato: raramente gli Warriors infatti hanno a che fare con giocatori che vogliono imporre le loro condizioni, facilmente malleabili dalla prospettiva di far parte di un roster unico e vincente. Dal punto di vista di McCaw però questa visione delle cose è lecitamente ribaltata: il n°0 infatti si è già messo alle dita due anelli e sa che questo è il momento migliore per iniziare a monetizzare (uscendo dal contratto da rookie), scommettendo su sé stesso in questa stagione (in cui troverà spazio in maniera relativa) e consapevole che l’offerta sul tavolo messa da Golden State potrebbe essere valida anche tra qualche mese. Ecco, questo forse potrebbe cambiare nelle prossime settimane: dalle ultime indicazioni infatti gli Warriors non sembrano aver preso bene questa condotta, definita da più parti “bizzarra”. In questo modo diventa difficile immaginare che Golden State possa tornare a proporre cifre del genere, considerando le scelte e i “sacrifici” fatti da molti suoi compagni di squadra pur di restare o arrivare a San Francisco. Un atteggiamento che non verrà accolto con piacere dai leader e dai veterani dello spogliatoio. Dettagli che fanno la differenza, nonostante sia più che lecito da parte di McCaw puntare su sé stesso e credere nella possibilità di andare a prendere un contratto più remunerativo da un’altra parte. Con buona pace di chi farebbe carte false pur di prendere parte al roster più forte del mondo.