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Mercato NBA, scambio a tre Cleveland-Milwaukee-Washington: Dellavedova torna ai Cavs, George Hill ai Bucks

NBA

Nella notte Bucks, Cavs e Wizards hanno raggiunto un accordo per uno scambio a tre. Matthew Dellavedova torna a Cleveland insieme a John Henson e una prima scelta al Draft, Milwaukee ottiene George Hill e Jason Smith, Washington riceve Sam Dekker: tutte le motivazioni dello scambio

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Tutte le strade del mercato sembrano passare dai Cleveland Cavaliers. Dopo aver mandato Kyle Korver agli Utah Jazz solamente pochi giorni fa, i campioni in carica della Eastern Conference nella notte si sono resi protagonisti di un altro scambio che ha coinvolto altre due squadre e cinque giocatori. Ricapitolando brevemente quanto successo prima di scendere nel dettaglio:

-         i Cleveland Cavaliers hanno ricevuto Matthew Dellavedova e John Henson insieme a una prima scelta del 2021 dei Milwaukee Bucks, una seconda scelta del 2021 sempre dei Bucks e una seconda scelta del 2022 degli Washington Wizards;

-         i Milwaukee Bucks hanno ricevuto George Hill, Jason Smith e una seconda scelta del 2021 dagli Washington Wizards;

-         gli Washington Wizards hanno ricevuto Sam Dekker e una seconda scelta del 2021 dai Cavaliers.

Lo scambio dalla parte di Milwaukee

La trade nasce dalla necessità dei Bucks di liberarsi di due contratti sgraditi come quelli di Dellavedova e Henson, che guadagneranno 20 milioni combinati nella prossima stagione. Quello di Hill, invece, è garantito solamente per un milione rispetto ai 19 dovuti, quindi può essere tagliato portando a un considerevole risparmio in termini salariali e una notevole flessibilità in vista di un’estate che si preannuncia torrida. Dei cinque titolari, infatti, solamente Giannis Antetokounmpo è già sotto contratto per la prossima stagione, mentre i vari Khris Middleton, Eric Bledsoe, Brook Lopez e Malcolm Brogdon (restricted) saranno tutti free agent e andranno rifirmati a cifre consistenti per evitare di spaccare una squadra che ha dimostrato di funzionare in questo inizio di stagione. E anche se uno tra Middleton e Bledsoe dovesse andarsene, ai Bucks rimarrebbero circa 20 milioni di spazio per trovare un sostituto all’altezza, anche se il rischio di finire in luxury tax è concreto. Essersi assicurati questa flessibilità val bene il sacrificio di una prima scelta al Draft, che non potrà essere mandata prima del 2022 perché i Bucks ne devono già una a Phoenix dallo scambio di Bledsoe. Le protezioni sulla scelta da dare ai Cavs sono poi molto favorevoli ai Bucks anche nel malaugurato caso in cui Antetokounmpo dovesse andarsene nell’estate del 2021: 1-14 nel primo anno, 1-10 nel 2022, 1-10 e 25-30 nel 2023 e 1-8 nel 2024, altrimenti due seconde nel 2025.

Poi c’è anche da considerare la parte cestistica dello scambio nel breve periodo, visto che i Bucks possono comunque utilizzare un veterano come George Hill (ben conosciuto da coach Mike Budenholzer sin dai tempi dei San Antonio Spurs) al posto di Dellavedova, che aveva perso il posto in rotazione a favore di Donte DiVincenzo e Pat Connaughton; e anche Jason Smith, pur con i suoi limiti difensivi, è un lungo che può aprire il campo con il suo tiro da fuori sulla falsariga di quello che già fanno Brook Lopez e Ersan Ilyasova, mentre Henson rimarrà fuori ancora per diversi mesi dopo essersi operato al polso. Insomma, la rotazione dei Bucks si allunga di due veterani in grado di dare un contributo per i prossimi mesi oppure che possono essere inseriti in altri scambi prima della deadline del prossimo febbraio.

Lo scambio dalla parte di Cleveland

Per i Cavs questo scambio continua nell’opera di “smantellamento” del roster pieno di veterani dell’epoca James: dopo Korver saluta anche Hill, che nonostante fosse partito in quintetto nelle ultime partite non era più nei progetti a lungo termine della squadra, mentre torna un idolo della tifoseria e dello spogliatoio come Matthew Dellavedova, a cui verrà affidato il compito di sovraintendere la crescita di Collin Sexton oltre che quello di guidare la second unit in uscita dalla panchina, magari rispolverando la sua antica intesa con Tristan Thompson (“È tornato il mio fratello australiano” il commento del canadese dopo la notizia dello scambio). Anche dopo il suo rientro dall’infortunio difficilmente Henson farà parte della rotazione visto che nel reparto lunghi ci sono già Thompson, Larry Nance Jr. e Ante Zizic, ed è quindi probabile che venga inserito in un altro scambio da qui a febbraio in cui i Cavs cercheranno di acquisire contratti indesiderati per aumentare il loro tesoretto di scelte ai prossimi Draft. In questo momento della loro ricostruzione infatti per i Cavs è più importante sfruttare lo spazio salariale per acquisire scelte piuttosto che impegnarlo su free agent di secondo piano da firmare a lungo termine. In attesa che anche J.R. Smith trovi una situazione di gradimento suo e dei Cavs, lo smantellamento continua.

Lo scambio dalla parte di Washington

Come per le altre squadre, anche per gli Wizards invece lo scambio ha motivazioni sia salariali che cestistiche. Jason Smith guadagna il doppio rispetto a Dekker, e questo risparmio di 2.7 milioni permette loro di abbassare un po’ il conto della luxury tax che pagheranno a fine anno, visto che comunque rimangono cinque milioni sopra il limite della tassa di lusso (potrebbero andare sotto nel caso in cui venisse scambiato uno dei pezzi grossi, da John Wall a Bradley Beal passando per Otto Porter, oppure pagando caro per liberarsi dello scomodo contratto di Ian Mahinmi). Pagare solamente una seconda scelta del 2022 e scambiarne una del 2021 per una dei Cavs è un prezzo più che accettabile per un risparmio consistente in termini di luxury. Dal punto di vista cestistico, invece, Dekker è una scommessa: pur avendo fallito nel ritagliarsi un ruolo in NBA fino a questo momento, rimane un’ala 24enne che può diventare un membro della panchina più di quanto potesse fare Smith: una scommessa che ci può stare anche nel caso in cui dovesse essere scambiato di nuovo prima della deadline.