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NBA, Joel Embiid è frustrato: "Con Butler non sono più al centro dell'attacco"

NBA

Il n°21 dei Sixers si è lamentato apertamente a margine del successo raccolto da Philadelphia a Detroit: "Mi chiedono di allargare il campo anche se tiro con il 29% dall'arco, i possessi in post sono ridotti. C'è qualcosa che non funziona, bisogna trovare una soluzione"

PHILADELPHIA BATTE DETROIT ANCHE SENZA EMBIID

In campo i risultati continuano a dar ragione ai Sixers, vincenti in nove delle ultime 11 sfide e con un record di 9-3 da quando Jimmy Butler è arrivato in Pennsylvania. Un innesto che ha fatto bene a molti - a Philadelphia come squadra di sicuro - ma non a Joel Embiid; costretto ad adattarsi dopo un inizio di regular season da MVP. Una flessione che non è passata inosservata anche agli occhi del diretto interessato, rimasto a riposo per la prima volta in stagione contro Detroit e come al solito senza peli sulla lingua quando si tratta di dire come stanno le cose: “Non sono più me stesso nell’ultimo periodo, credo soprattutto per il modo in cui vengo utilizzato sul parquet. Devo ricoprire il ruolo del giocatore che allarga il campo, il lungo che tira da tre punti, nonostante stia viaggiando con solo il 29% dall’arco. Coach Brown però nelle ultime due gare mi ha fatto partire sul perimetro e questo per me è molto frustrante. Fisicamente sto molto bene, il problema è che ho giocato male ultimamente”. Dunque, chi voleva festeggiare il secondo posto in classifica acciuffato a Est, si è dovuto prontamente ricredere. In spogliatoio il clima non è dei migliori. Il calo di Embiid è evidente anche nei dati, cambiati repentinamente in peggio. Il n°21 dei Sixers ha messo a referto 28.2 punti con il 48% dal campo nelle prime 15 gare della stagione, diventati poi rispettivamente 23.8 e 43% al tiro da quando Butler ha indossato la maglia di Philadelphia. Colpa delle richieste di coach Brown, almeno a detta sua che vorrebbe giocare più spesso quello che definisce “Bully Ball”: mettere il pallone nel pitturato e attaccare il ferro, facendo passare l’attacco dalle sue ricezioni in post. “Alle volte c’è bisogno di allargare il campo, ma con questa tendenza di squadra mi ritrovo spesso sul perimetro, lontano dall’area e dove non posso fare male agli avversari”. Far perdere efficienza a Embiid potrebbe nel lungo periodo diventare un bel problema.

Embiid, riposo o scelta punitiva? “Non rispondo alle provocazioni”

L’attenzione quindi si è tutta spostata sull’allenatore dei Sixers, chiamato a replicare alle parole del suo All-Star, rimasto a guardare i compagni: “Non mi va di rispondere a questa provocazione. So benissimo che in generale dobbiamo migliorare nel creare spazio per Joel in attacco e concedergli più spazio”, sottolineando come la squadra non abbia ancora imparato a reagire nel momento in cui Embiid viene raddoppiato o triplicato nei pressi del ferro. Dinamiche che non dipendono dalla presenza di Butler, in sostanza: “Non vedo il collegamento con la presenza di Jimmy sul parquet – prosegue - anche perché grazie a lui abbiamo l’opportunità di allargare meglio il campo. Stanno ancora imparando a conoscersi”, schivando quindi la critica di chi collega i momenti opposti delle due stelle. Brown aveva inoltre sottolineato prima della palla a due – e dell’attacco del camerunense - che Embiid aveva bisogno di riposo, sempre presente in questo avvio di stagione. Gli 892 minuti giocati dal n°21 dei Sixers infatti lo portano a essere il quarto più utilizzato in tutta la Lega, alle spalle di Jrue Holiday (946), Kevin Durant (929) e Klay Thompson (892). Una scelta dettata anche dal fatto che Embiid era apparso affaticato in difesa, in affanno e impreciso, visto che il 14/42 complessivo dal campo raccolto nelle ultime tre gare. Passato il momento di appannamento insomma, Brown spera che le cose tornino a funzionare anche per lui. “Da quando c’è stata la trade, le mie prestazioni sono peggiorate in maniera evidente – chiosa Embiid – prima ero sempre nel flusso dell’attacco. Adesso le squadre mi triplicano in zone del campo dove non sono a mio agio, non ci sono più possessi in post. Non so: è una situazione a cui bisogna trovare una soluzione”.