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Mercato NBA: Lakers, le ragioni (e i dubbi) dopo la scelta di Frank Vogel

NBA

Un nome che non scalda i cuori dei tifosi, ma con una solida esperienza maturata in NBA. Un allenatore non legato a LeBron James e la speranza che la fusione con Kidd in panchina possa migliorare entrambi e non rendere deleteria le gestione dello spogliatoio

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FRANK VOGEL È IL NUOVO ALLENATORE DEI LAKERS

TYRONN LUE DICE DI NO AI LAKERS

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Tyronn Lue sarebbe stato, nonostante il passato in maglia Lakers, l’uomo di LeBron. Frank Vogel invece no. È questa la considerazione che hanno fatto in molti non appena la notizia è stata confermata: l’ex coach di Pacers e Magic siederà sulla panchina gialloviola dal prossimo autunno, con la speranza di riscattare stagioni complicate per lui e per i Lakers. Un allenatore che in passato è spesso riuscito a vincere le scommesse su cui in pochi avrebbero puntato il proprio centesimo. Un outsider a cui la squadra di Los Angeles si è dovuta rivolgere dopo i tentativi falliti con Monty Williams – che ha preferito l’offerta dei Phoenix Suns, visti i tentennamenti dei Lakers – e Tyronn Lue – a cui è stata fatta, a suo dire, di gran lunga inferiore rispetto al suo valore. Vogel invece, rimasto senza panchina dopo le due modeste stagioni alla guida dei Magic, è sempre stato un allenatore poco appariscente, cresciuto nelle sale video a rivedere in maniera ossessiva le partite e non finito in panchina dopo un glorioso passato da Hall of Famer sui parquet NBA. Quella è la strada percorsa da Jason Kidd, definito stando alle indiscrezioni di ESPN come “prominent assistant”; il primo, il più importante. Quasi un co-allenatore, con la speranza che la fusione di caratteristiche opposta possa far sbocciare definitivamente i Lakers. Una storia già vista in passato, non da ultimo nel 2014 a Cleveland: in quel caso i Cavaliers affidarono l’incarico a David Blatt, che non aveva esperienza in NBA e per questo fu affiancato dal già citato Lue. Una decisione presa anche perché in Ohio la dirigenza si spaccò nel momento di fare un nome e allora preferì optare per entrambi – esattamente come accaduto ai Lakers nelle ultime settimane. In quell’occasione ricordiamo tutti come andò a finire: Blatt non riuscì a conquistare la fiducia di James, che continuò a relazionarsi soltanto con il suo assistente. Un contrasto che, nonostante una finale NBA conquistata e persa 4-2 (con Kevin Love e Kyrie Irving infortunati), portò all’allontanamento dell’ex allenatore della Benetton Treviso e alla “promozione” di Lue. Frank Vogel - di cui circola già un video di quando da ragazzino prese parte a una puntata di Late Night di David Letterman - può iniziare a fare gli scongiuri del caso.

Tutto dipenderà dal mercato, a partire da Kyrie Irving

Quello su cui tutti sono concordi invece è il fatto che, per iniziare a fare delle valutazioni riguardo il futuro dei gialloviola, bisognerà aspettare il mercato, la free agency, la decisione di Anthony Davis e non solo quella. Vogel è rispettato nell’ambiente NBA per le sue doti di allenatore della difesa; il marchio di fabbrica dei suoi Pacers, con cui si ritrovò in maniera casuale in panchina: un interim iniziato nel 2011 che avrebbe dovuto impegnarlo pochi mesi e che invece andò avanti per cinque anni. “Un difensivista alla guida della squadra dello Show Time, della franchigia più glamour della Lega”, lamenteranno in molti, ma a Los Angeles credano che possa funzionare. A quello penserà in buona parte Jason Kidd – che da allenatore ancora non è riuscito a bissare le grandi cose fatte sul parquet da giocatore. La speranza di entrambi è quella di mettere in piedi un roster competitivo attorno a LeBron; condizione di partenza fondamentale per mettere a frutto il lavoro. La suggestione delle ultime ore è quella di un possibile ritorno di Irving al fianco di James, dopo le due stagioni complicate a Boston: il n°11 dei Celtics nei giorni scorsi avrebbe discusso con il suo staff e con persone a lui molto vicine la possibilità di andare a giocare a Los Angeles, contravvenendo dunque in maniera netta a quanto dichiarato 24 mesi fa. Rinnegando la sua voglia di indipendenza o, meglio ancora, ammettendo il suo fallimento. Altre fonti avrebbero confermato il fatto che Irving già da settimane abbia fissato un appuntamento con la dirigenza dei Lakers. Un confronto necessario per un giocatore che sta per entrare nell’estate più complicata della sua carriera. Uno snodo cruciale per lui e per il futuro dei Lakers, che in qualche modo potrebbero ritrovarsi a camminare nella stessa direzione.