Tripla della vittoria e 28 punti nella finalissima, dopo aver guidato i suoi Triplets al titolo BIG3 ora Joe Johnson vuole tornare nella NBA: "Perché il modo in cui si è conclusa la mia carriera a Houston non mi va bene"
Per vedere l’ultima volta Joe Johnson su un parquet NBA occorre tornare ai playoff 2018, quelli in cui gli Houston Rockets sono andati a un infortunio (di Chris Paul) di distanza dal detronizzare i Golden State Warriors. Si trattava delle 17^ – e al momento ultima – stagione nella lega per il giocatore scelto da Boston a inizio millennio (decima scelta assoluta al Draft 2001) e poi esploso in una star capace di centrare 7 convocazioni all’All-Star Game, con cinque annate consecutive (dal 2005-06 al 2009-10) chiuse con almeno 20 punti di media. Un realizzatore eccezionale, come confermato anche durante l’ultima edizione del BIG3, la lega di 3-contro-3 fondata da Ice Cube che attira tantissimi ex giocatori NBA e che si è chiusa nel weekend con la vittoria proprio della squadra di Joe Johnson, MVP del torneo e campione con i suoi Triplets. Dopo i 28 punti messi a segno nella finalissima giocata sul parquet dello Staples Center, da lui decisa con una tripla decisiva, l’ex giocatore di Celtics, Suns, Hawks, Nets, Heat, Jazz e Rockets è tornato sui radar di diverse squadre NBA, interessate a proporgli un provino per aggiungere un veterano di grande esperienza e talento indiscutibile al proprio roster. Dopo aver già sostenuto un workout con i Philadelphia 76ers, ora Johnson è atteso in palestra nel corso di questa settimana da altre tre squadre, tutte della Eastern Confererence e tutte reduci da un’apparizione nei playoff, Detroit Pistons, Brooklyn Nets e Milwaukee Bucks. Ma non solo: le imprese di “Iso Joe” alla guida dei Triplets (in cui è stato compagno di altre vecchie conoscenze NBA come Al Jefferson, Alan Anderson e Jamario Moon) hanno attirato l’attenzione anche di Clippers, Nuggets e Pelicans, rendendo così un possibile ritorno di Johnson nella NBA sempre più probabile. “Spero di farcela ma non è questo il motivo per cui ho accettato di scendere in campo nei BIG3. Il fuoco dentro che mi spinge a ritornare nella NBA è per il modo in cui è finita la mia avventura: le ultime apparizioni, in maglia Rockets [solo 6 punti di media con il 38% al tiro in 23 partite, ndr], non sono il modo in cui avrei voluto lasciare per cui se l’opportunità si presenta e penso che ne valga la pena coglierò l’occasione al volo”, le parole dell’ex giocatore di Arkansas.