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NBA, Joe Johnson: 20.000 punti e un pallone regalo

NBA
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Damian Lillard contro i Jazz ha stabilito il suo massimo in carriera e anche quello di franchigia. Eppure non ha voluto accettare il pallone della partita, cedendolo a Joe Johnson che al suo 16° anno nella lega ha raggiunto quota 20.000 punti in carriera. Grazie a un segreto speciale rivelato solo recentemente

Joe Johnson a 2:35 dalla fine del secondo quarto contro i Blazers ha ricevuto in angolo uno scarico di Gordon Hayward. Come fatto mille altre volte in passato (anzi di più, oltre 5.000 le triple tentate da Johnson in carriera) ha caricato il suo tiro e lasciato andare il pallone, che morbido ha trovato la retina (quasi 2.000 le triple mandate a bersaglio). Non un canestro come gli altri però: con quei tre punti contro i Jazz Johnson ha superato i 20.000 punti segnati in carriera, un obiettivo che solo altri 41 giocatori hanno centrato nella storia della NBA. “Ma io non voglio pensarci troppo – ha detto il veterano agli ordini di coach Snyder – perché l’unico mio obiettivo ora è giocare il meglio possibile per aiutare la mia squadra a vincere”. Non è bastato contro i Blazers in serata, ma è successo 49 volte in stagione, risultato che a Johnson assicura i dodicesimi playoff di una carriera che lo ha visto chiudere in doppia cifra per 14 annate, cinque volte sopra i 20 punti di media e ottenere 7 convocazioni all’All-Star Game. Ora anche questo riconoscimento, celebrato con parole di grande ammirazione sia da coach Snyder (“Lo specchio di chi è Joe: un giocatore costante nella sua eccellenza”) che da Gordon Hayward (“È stato uno dei nostri migliori giocatori per tutto l’anno”) e con un gesto davvero speciale da parte di un avversario. Damian Lillard, protagonista di una serata per lui davvero speciale (record personale a quota 59 e contemporaneamente nuovo record di franchigia) ha rifiutato di portarsi a casa il pallone della partita insistendo perché ad averlo fosse invece proprio Johnson, riconoscendo così la portata storica dei 13 punti mandati a bersaglio dal n°2 dei Jazz al Moda Center. 

Il segreto è lo yoga

Un risultato figlio di una carriera lunga, che lo ha visto entrare nella lega nel 2001  (decima scelta assoluta dei Celtics) e che oggi lo vede impegnato nella sua 16^ stagione NBA, la prima con la maglia degli Utah Jazz dopo aver indossato le divise di Boston, Phoenix, Atlanta, Brooklyn e Miami (per sole 24 partite). Il segreto? Essersi preso cura del proprio corpo, che a 35 anni sembra non risentire di una carriera già lunga. “Ho provato qualsiasi tipo di dieta, qualsiasi cosa che potesse tenere nella miglior forma possibile il mio corpo. Sono stato vegano, ho perso quasi 14 chili in dieci giorni bevendo soltanto acqua con limone, miele e peperoncino di Cayenna. Ma il vero segreto è lo yoga”, dice oggi. Dopo aver guardato con scetticismo alla disciplina per anni (“All’inizio non ne volevo sapere, ma il trainer degli Hawks mi ha trascinato alla mia prima lezione”) ora la guardia di Arkansas è tra i discepoli più entusiasti, tanto da far proseliti anche in spogliatoio (Shelvin Mack, Joel Bolomboy e Trey Lyles lo seguono in palestra quasi ogni giorno). “A questo punto della mia carriera è un fattore chiave, per me”. Per quattro-cinque volte a settimana Johnson frequenta un corso di Bikram Yoga della durata di un’ora e mezza ogni mattina, che si articola attraverso 26 posizioni e che prevede in sala una temperatura superiore ai 40 gradi. “Fisicamente è durissima, ma mi mantiene flessibile e agile, dandomi stabilità sia nel corpo che nella mente”, racconta Johnson. “Il segreto sta nel respiro: bisogna sempre ricordarsi di respirare correttamente, anche sotto sforzo”. Un segreto che ha permesso a Joe Johnson di superare quota 20.000 punti e che ora lo proietta già sulle orme di Antawn Jamison, a soli 36 punti di distanza per il 41° posto tra i marcatori di tutti i tempi.