Il contratto (in scadenza) di American Airlines come sponsor dell'arena degli Heat non sarà rinnovato. E in fase di trattativa spunta l'offerta (esagerata, 10 milioni di dollari all'anno) di un portale a luci rosse. Ma il sindaco di Miami sembra non gradire
Per gli ultimi 20 anni è stata conosciuta, in gergo, come la “Triple A” arena. Le tre A erano quelli di American Airlines Arena, campo di casa dei Miami Heat, ma la sponsorizzazione della compagnia aerea USA è in scadenza e nel 2020 l’arena che ospiterà Jimmy Butler e compagni avrà un nuovo nome (anche se AA si augura di poter restare nel roster degli sponsor degli Heat). In Florida guadano alla ricerca di un nuovo sponsor con ottimismo – l’intenzione è di “almeno triplicare” quei 2 milioni di dollari ricevuti negli ultimi anni dalla compagnia aerea statunitense – ma a far saltare il banco è arrivato un protagonista non atteso al tavolo delle trattative: BangBros, un’azienda che opera nel mondo del porno proprio in Florida, avrebbe presentato un’offerta da 10 milioni di dollari all’anno per i “naming rights” del campo di casa degli Heat, da ribattezzare – nelle loro intenzioni – BBC, BangBros Center. La prima reazione delle istituzioni locali sembra non aver preso troppo sul serio l’offerta: “Siamo seri?!?”. La decisione deve infatti passare da una commissione istituita all’interno della contea di Miami-Dade ed è eventualmente soggetta al veto personale del sindaco della città, Carlos Gimenez. Intanto però online quelli di BangBros sono di certo giù riusciti a farsi un bel po’ di pubblicità, grazie anche a un rendering circolato sui social in cui l’aereo attualmente ritratto sul tetto dell’arena lascia spazio a un van con le portiere aperte. La spiegazione è presto fatta: BangBros ha la particolarità di filmare le proprio scene hard soltanto a bordo di van e camioncini. “Miami è conosciuta per tante cose”, si legge sul messaggio postato online: “South Beach, le sue bellissime donne, le squadre sportive ma anche per BangBros”. Difficile però che il nome arrivi realmente a sponsorizzare la casa degli Heat, visto che – come ha prontamente fatto notare il sindaco – dalle aziende escluse dalla possibilità di associare il proprio brand all’arena ci sono già “le categorie degli alcolici e del tabacco, perché lo sponsor deve potersi rivolgere alle famiglie e a tutti i nostri tifosi”. Non esattamente la descrizione di un’azienda che opera nel business del porno.