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NBA, il ritorno magico di Markelle Fultz: "È stato decisivo per la vittoria”

NBA

A quasi un anno dalla sua ultima partita in NBA, Markelle Fultz ha fatto il suo debutto in regular season con gli Orlando Magic. E la sua prima contro i Cleveland Cavaliers ha convinto tutti, a partire dal suo allenatore Steve Clifford: “Nel secondo tempo ha fatto la differenza”

 

Undici mesi e quattro giorni. Tanto è passato da quando abbiamo visto Markelle Fultz per l’ultima volta su un parquet NBA. Per la verità già nel corso di questo ottobre era sceso in campo, ma quella era preseason — mentre questa volta la partita contava per davvero, pur essendo solo la prima gara di regular season. E Fultz è tornato a mostrare lampi del giocatore ammirato all’università di Washington con una fiducia nei suoi mezzi davvero rinfrescante per chi lo riteneva ormai perduto: “Quando mi sono svegliato stamattina, mi sono reso conto di avere la possibilità di andare in campo e brillare” ha detto alla stampa dopo la partita, chiusa con 12 punti e 6 assist in 24 minuti. “Mi sono sentito subito bene, ma non ci ho voluto pensare troppo”. Entrato in campo a metà primo quarto come cambio di DJ Augustin, Fultz si è messo subito al lavoro: tre penetrazioni consecutive arrivando in area con grande facilità (complice la difesa dei Cavs), aggiungendo poi un tiro dai quattro metri preso con grande fiducia per 8 punti con i primi quattro tiri tentati. Ne ha poi sbagliato un altro dalla media distanza dopo una grande virata per prendere il centro del campo, ma con il suo contributo ha dato il via al parziale che ha portato i Magic fino al +20 regalando anche un grande alley-oop a Mo Bamba dopo aver attirato la difesa su di sé.

I soliti problemi al tiro e quella schiacciata in coast-to-coast

Non tutto però è stato perfetto. Nel secondo tempo i Cavs hanno cambiato modo di marcarlo lasciandogli platealmente il tiro da fuori, e Fultz non è stato in grado di punire sbagliando tre triple completamente smarcate — per quanto prese con una meccanica di tiro sicuramente più solida rispetto al passato. Un difetto che dovrà dimostrare di aver superato nelle prossime settimane, mentre non ha bisogno di alcuna correzione la sua capacità di vedere il gioco: tra i suoi sei assist di serata ce n’è uno dietro la schiena per Bamba e un paio schiacciati per terra per Nikola Vucevic di fattura veramente pregevole, a cui poi si aggiunge la giocata più bella della serata. Dopo che i Cavaliers erano riusciti a rientrare fino al -5, il suo ingresso in campo ha ridato vita a una squadra che fino a quel momento stava facendo molta fatica a segnare: il suo coast-to-coast a metà ultimo quarto suggellato da una schiacciata torreggiante ha fatto saltare in piedi tutti i 18.846 spettatori annunciati all’Amway Center, mettendo il punto esclamativo a una prestazione — per quanto non perfetta — sicuramente incoraggiante. “Nel secondo tempo ha fatto la differenza” ha detto il suo allenatore Steve Clifford. “Ha una capacità speciale nel trovare i compagni in area, uuna dote rara”. “La gente si è dimenticata che sa giocare” ha detto invece Terrence Ross. “È stato scelto alla uno per un motivo. Ha colpi che ad altri non riescono, vede tutto quello che succede in campo. Con il suo atletismo assurdo può coinvolgere il pubblico e darci un'ulteriore spinta”. Forse questa stagione ci ridarà un talento che sembrava essersi perso negli ultimi due anni.