L’ala dei New Orleans Pelicans ha cominciato alla grande la stagione, ma ha attraversato un’estate difficile: per risolvere il suo problema di coaguli di sangue ha dovuto essere operato per asportare una costola, cambiare la sua postura e rimanere immobile a letto per un mese, tornando ad allenarsi solo poco prima del training camp
C’è qualcosa di diverso in Brandon Ingram in questo inizio di stagione. Il nuovo giocatore dei New Orleans Pelicans sembra giocare con una nuova aggressività in campo, come testimoniato da tre partite in fila in crescendo — 22 punti a Toronto all’esordio stagionale, 25 contro Dallas e infine 35 con 15 rimbalzi a Houston. Di sicuro c’entra l’assenza di Zion Williamson, che lo costringe a prendersi maggiori responsabilità nell’attacco di Alvin Gentry. E certamente c’entra la sua crescita personale, arrivato ormai alla sua quarta stagione in NBA. Ma in questa estate Ingram ha dovuto sottoporsi a un trattamento che potrebbe avergli cambiato la carriera: durante la scorsa stagione infatti gli era stato diagnosticato un caso di coaguli di sangue che gli avevano provocato una trombosi venosa al braccio destro. Un infortunio molto preoccupante, ma che per sua fortuna non comportava il rischio che la sua vita fosse in pericolo e — a differenza del caso di Chris Bosh — neanche che la sua carriera potesse finire anticipatamente. Questo non significa che sia stata una passeggiata, come raccontato a USA Today dallo stesso giocatore.
La storia di Ingram: un mese immobilizzato a letto dopo l’operazione
Ingram ha dovuto sottoporsi a un’intervento chirurgico per rimuovere una costola, facendo poi riabilitazione per rinforzare i muscoli delle spalle e cambiare la sua postura per “aprire” il passaggio alle vene occluse. Un’operazione delicata che ha avuto un decorso molto lungo: nel primo mese Ingram non ha letteralmente potuto muoversi dal letto, sentendo le braccia “estremamente deboli”. Ci sono voluti altri tre mesi poi per poter cominciare la fisioterapia, portandolo di fatto a ridosso della stagione: lo stesso Ingram ha detto che ha cominciato ad allenarsi sul serio solo a un mese dall’inizio del training camp. “Sono stato lontano dal basket così a lungo che, adesso, quando gioco voglio solo godermela” ha detto l’ala dei Pelicans. “È stato un percorso folle: quando entro in campo, per me è la parte divertente”. C’è da credergli, dopo tutto quello che ha passato. E il fatto che sia successo lontano dalle pressioni di Los Angeles sicuramente ha aiutato: “Questo è un ambiente migliore per me: ci sono tante persone genuine” ha detto Ingram. “Non voglio mancare di rispetto ai Lakers che hanno un’organizzazione di primo livello e hanno una grande tifoseria, ma questo posto a me piace”. Se continuerà in questa maniera, c’è da scommettere che a fine anno lo aspetti un contratto di alto livello quando diventerà restricted free agent.